Dogman (2018) | Recensione (con spolier)

Dogman | Recensione

Una storia vera che scosse la periferia di Roma nel 1988 resa un film e premiata sotto tutti i punti di vista: Dogman, pellicola del 2018 diretta da Matteo Garrone, racconta la vicenda del Er Canaro, spietato assassino che, alla fine degli anni ’80, uccise l’aspirante pugile Giancarlo Ricci.

Il film venne distribuito nelle sale a maggio 2018, guadagnandosi moltissimi riconoscimenti e complimenti da tutto il mondo, soprattutto dopo la presentazione al Festival di Cannes.

Dogman: la trama (con spoiler)

Marcello Fonte, protagonista di Dogman, interpreta Marcello (che nella realtà si chiama Pietro De Negri), un semplice commerciante che gestisce un locale di tolettatura per cani e di tanto in tanto arrotonda spacciando cocaina sul retro del negozio. Questo lo porterà a stringere un malsano rapporto con Simone (nella realtà Giancarlo Ricci), un ex pugile, da cui subisce soprusi ingiustificati e si sente in obbligo nei suoi confronti.

Marcello lo aiuta di tanto in tanto con alcune rapine e piccoli furti, e quando Simone gli propone un’operazione all’interno di un’oreficeria del quartiere, si tira indietro cercando di non perdere il lavoro. Nonostante il rifiuto di Marcello, Simone agisce comunque facendo ricadere la colpa su di lui e facendolo incarcerare. Marcello, scontata la sua pena, torna alla vita di prima, ma ormai nessuno lo vede di buon occhio e gli affari cominciano ad andare sempre peggio. Il piccolo commerciante decide allora di vendicarsi in modo subdolo e brutale di Simone, tendendogli una trappola e picchiandolo fino alla morte.

Nella storia vera quest’episodio è molto più ricco di dettagli sadici e maniacali che De Negri compie sul giovane Ricci: amputazioni, mutilazioni, soffocamento, accanimento senza pietà sul cadavere e nessun segno di rimorso mostrato sia durante il processo sia al momento della sentenza, che fu di 24 anni di carcere. Durante una perizia psichiatrica, svolta durante le indagini, venne dichiarato incapace di intendere e di volere a causa di un ingerimento di una dose massiccia di cocaina, e quindi non un pericolo per la società, e almeno questa aggravante fu esclusa dalla condanna.

In Dogman Marcello strangola Simone, lo porta poi nelle campagne per dargli fuoco e successivamente torna nel quartiere per avvisare tutti gli abitanti di averli liberati dalla paura. Di fronte all’incredulità generale, Marcello torna indietro, spegne le fiamme e riporta il cadavere con sé per mostrare a tutti il suo operato, ma nessuno rimane ad aspettarlo. Il toelettatore lascia quindi il corpo sul ciglio della strada, sedendosi a riflettere sull’accaduto.

Questo macabro episodio di cronaca nera italiana è raccontato in Dogman da un bravissimo regista e da un validissimo cast, ed è stato girato al Villaggio Coppola di Castel Volturno. La pellicola è vietata ai minori di 14 anni, ma è assolutamente da recuperare soprattutto per gli appassionati del genere. La critica ha sempre espresso un giudizio più che positivo, accompagnato da diversi riconoscimenti sia al protagonista Marcello Fonte, sia al regista Matteo Garrone, oltre che a tutto il meraviglioso staff di trucco, parrucco, sceneggiatura e produzione.

Fonte immagine dell’articolo: depositphotos

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