Il miglio verde (Film, 1999) | Recensione

Il miglio verde (Film, 1999) | Recensione

Il miglio verde è il titolo di un film del 1999, diretto da Frank Darabont e basato sull’omonimo romanzo di Stephen King. Il film si vanta di essere uno dei migliori adattamenti della storia del cinema. Infatti, lo stesso scrittore lo battezzò come «il film che ha rappresentato in modo più fedele ciò che diceva il romanzo».

Il miglio verde: la trama

Il miglio verde è il nome che, in una prigione della Louisiana, si dà al corridoio su cui si affacciano le celle dei condannati alla sedia elettrica. Il film rappresenta un flashback della vita di Paul Edgecomb, un l’anziano di 108 anni che racconta la sua storia come ufficiale del “braccio della morte“, durante gli anni ’30. Edgecomb ha, tra i suoi prigionieri, un personaggio con poteri soprannaturali. Il film si concentra su di loro e sul rapporto di amicizia che instaurano carceriere e detenuto, e su come il sistema penitenziario possa implicare, spesso, più problemi che soluzioni.

Recensione del film

Ne Il miglio verde, in prima linea, abbiamo Tom Hanks e Michael Clarke Duncan. Tom Hanks ha interpretato, nel corso della sua carriera attoriale, personaggi in film che hanno segnato la storia del cinema come, per esempio: Philadelphia, Salvate il soldato Ryan e Forrest Gump, tra tanti altri, Tutti questi personaggi sono contraddistinti dalla bontà e la generosità che l’attore trasmette attraverso essi. L’attore che interpreta John Coffey, invece, è Michael Clarke Duncan, morto nel 2012. Il miglio verde è un mix di dramma, fantasia, mistero e thriller, una serie di ingredienti utilizzati per riuscire a catturare l’attenzione degli spettatori. Nonostante l’evidente prolissità, caratteristica a causa della quale il film ha ricevuto molteplici critiche, si tratta di un successo cinematografico senza tempo. Il miglio verde è un film controverso perché presenta John Coffey come assassino, dato che si presume sia stato condannato per aver ucciso due ragazze. L’altra faccia della medaglia, tuttavia, mostra l’ingiustizia di togliere la vita a qualcuno quando già la prigione è una sofferenza per tutta la vita.
La storia è ricca di dettagli. Per esempio, nonostante l’enorme dimensione di Coffey, il suo carattere ricorda quello che potrebbe essere attribuito a un bambino. Egli, infatti, ha paura del buio e, prima di morire, il suo unico desiderio è quello di vedere un film. Ne Il miglio verde, le azioni, come nella vita reale, rivelano i loro personaggi, quindi le costruzioni sono molto ben ricamate e ognuno di loro ha un arco drammatico; ogni guardia ed ogni prigioniero ha il suo momento narrativo.

Fonte dell’immagine in evidenza: copertina del film su Amazon Prime Video

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