86 – Eighty-Six nasce come serie di light novel di genere mecha scritta da Asato Asato e illustrata da Shirabi, in corso da febbraio 2017. Al momento, è pubblicata in Italia da Dokusho Edizioni. Sono stati realizzati anche un adattamento manga, disegnato da Motoki Yoshihara e due spin-off. La serie è diventata però famosa grazie all’anime che è stato realizzato, con l’omonimo titolo, dallo studio di produzione A-1 Pictures nel 2021 e disponibile per la visione su Crunchyroll.
La trama di 86 – Eighty-Six: un mondo diviso tra apparenza e cruda realtà
Nella Repubblica di San Magnolia le persone vivono serenamente, mentre all’esterno del territorio si combatte contro il vicino Impero di Giad, che impiega nel combattimento la cosiddetta “Legione”, composta da macchine da guerra senza un pilota. Anche la Repubblica adotta dei veicoli militari, comandati a distanza da un “Handler”. Sembra quindi che nessuno rischi la vita nel conflitto… ma la realtà è ben diversa. Infatti, le unità di combattimento utilizzate da San Magnolia, dette “Juggernaut”, presentano al loro interno degli esseri umani che li guidano e scendono in campo contro la Legione, restando spesso uccisi. Essi sono gli “Eighty-Six”, persone discriminate e rinchiuse in un distretto con lo stesso nome, senza diritti e considerati dei veri e propri subumani, fatti solo per essere mandati a combattere e sacrificarsi per la patria.
I protagonisti: tra oppressi e salvatori
Tra gli Handler vi è la giovane Vladilena Milizè, la quale desidera opporsi alla politica discriminatoria del governo: ella ritiene che gli 86 meritino gli stessi diritti della popolazione Alba. Infatti, quando le viene assegnata una nuova unità, lo Squadrone Spearhead, Lena si mostra subito gentile e amichevole, cercando di intrattenere ogni sera delle conversazioni, benché a distanza, con i suoi sottoposti. Essi si mostrano dapprima diffidenti e freddi, ritenendo impossibile che qualcuno li tratti come esseri umani. Primo fra tutti, Shinei Nouzen, a capo dello squadrone e soprannominato “Undertaker“. Col tempo, però, la situazione si allenta e inizia a nascere un rapporto più pacifico e gioviale tra la Handler e i giovani combattenti… ma le operazioni militari in cui essi sono inviati rappresentano un costante pericolo per le loro vite.
La denuncia sociale di 86 – Eighty-Six
86 – Eighty-Six si presenta fin da subito come una storia che vuole denunciare razzismo e discriminazione: gli 86 vengono allontanati e considerati inferiori per il semplice fatto di avere capelli e occhi colorati, non bianchi e candidi come quelli degli Alba. Un pretesto quasi banale, ma che diventa spunto pe una narrazione che suscita nello spettatore una riflessione profonda: attraverso alcuni flashback e racconti degli stessi personaggi veniamo a sapere che Shin e i suoi compagni vivevano inizialmente come persone normali, ma all’improvviso si decide che ciò non va più bene, che essi non meritano di condurre esistenze come tutti gli altri e attraverso questa scappatoia li sfruttano come vittime sacrificali per la guerra.
Il personaggio di Lena tra ideali e lotte
Lena è un personaggio sicuramente emblematico nella trama, non solo per il suo ruolo da protagonista, ma anche per i valori che incarna. Scopriamo che lei da bambina si è trovata in una situazione di pericolo ed è stata salvata proprio da un Eighty-Six, il che ha fatto sorgere in lei un dubbio: perchè essi vengono discriminati se sono persone comuni? Da lì è iniziata la sua lotta per i diritti della popolazione “Colorata”, contro i giudizi e le critiche altrui. Il fatto che ella provenga da una famiglia altolocata e già in giovane età sia entrata tra le fila dell’esercito può far pensare che non abbia motivo di interessarsi a una causa come quella degli 86, ma uno degli aspetti più affascinanti di questo personaggio sta proprio qui: Lena sfrutta la sua posizione proprio per far sentire la sua voce e quella dei soldati, che non possono usarla; la giovane usa tutti i mezzi a disposizione (anche quelli meno convenzionali) per esser loro d’aiuto e diffondere gli ideali di parità e uguaglianza che la Repubblica cerca di ignorare, tanto da considerarla pazza e sovversiva. Il fervore e la forza di questo personaggio colpiscono da subito lo spettatore, che è portato a continuare la visione per seguire lo sviluppo degli sforzi di Lena.
Un grande ritorno per i mecha
Il genere mecha è diventato sempre più popolare nel corso del tempo, raggiungendo il suo apice tra gli anni ’90 e i primi anni 2000. Successivamente ha perso un po’ della sua fama, sia perchè sono emerse maggiormente storie di altro tipo, sia perchè negli ultimi anni non sono state rilasciate opere di particolare rilievo. Ma 86 – Eighty-Six sembra aver favorito la ripresa degli anime sui combattimenti robot: i Juggernaut e la Legione sono infatti coinvolti in lotte avvincenti e ben animate, unite alla presenza dei singoli personaggi che guidano tali dispositivi.
86 – Eighty-Six come cronaca di guerra
Oltre che un anime di azione, 86 – Eighty-Six è infatti anche un racconto di guerra, con i suoi toni malinconici e cup: il vissuto di ciascun personaggio coinvolge lo spettatore, che prova empatia e finisce quindi per sentirsi partecipe delle loro sofferenze. Ancor più di ciò è la costante presenza della morte che domina l’atmosfera del mondo degli 86: evidente già dal soprannome di Shin, questo tema accompagna per tutto il tempo la narrazione e vediamo come il dissiparsi della vita di ogni combattente, passo dopo passo, sia affrontato sia dai componenti dello Squadrone Spearhead, ma anche da Lena stessa, che nella sua lotta per i diritti dei Colorati non riesce comunque a impedire il triste destino che si abbatte su di loro.
La speranza e la resilienza in 86 – Eighty-Six
Per quanto possa sembrare che 86 – Eighty-Six racconti una storia di disperazione e sconfitta, in realtà c’è un sentimento di speranza che, seppur in punta di piedi, fa il suo ingresso nella narrazione in alcuni dei momenti più salienti: quando Lena, Shin e i loro compagni affrontano la Legione sono animati da uno spirito combattivo immenso, che per un attimo fa dimenticare sia a loro che agli spettatori che gli 86 dovrebbero, secondo la volontà del governo, essere inviati in missioni suicide. Il desiderio di vivere ama i guerrieri e la giovane Handler vive la loro lotta non come un tentativo di sconfiggere i robot nemici, ma di sopravvivere. La speranza è ritrovabile, con uno sguardo e una riflessione più attenti, anche nei momenti più semplici, come le quotidiane conversazioni che Lena ha con Shin e i ragazzi, che appaiono quasi come chiamate tra amici, tra giovani che vorrebbero solo trascorrere una vita normale, ma che sono stati privati di questa possibilità.
Fonte immagine: Prime Video