Chi è Antonella Arpa, in arte Himorta

antonella arpa in arte himorta

Una chioma da fare invidia alla sirenetta di Andersen, un mondo di colori e passioni, una forza fuori dal comune. Questo l’identikit di Antonella Arpa, la giovane salernitana che ha stregato il pubblico del programma televisivo le Iene di Italia 1 col suo monologo “Sulle difficoltà lavorative e sulla discriminazione dei giovani laureati”.

Antonella Arpa, in arte Himorta, ecco l’identikit

Classe ’91, nata sotto il segno del Toro, Antonella Arpa, in arte Himorta, ha all’attivo ad oggi 1 milione di follower sui suoi social, e si è fatta conoscere dal grande pubblico con la partecipazione al programma di Paolo Bonolis “Avanti un altro” in qualità di ragazza Manga. Con Mondadori ha pubblicato un fumetto dal titolo “La carta del Fuoco”. Da piccola sognava di fare la poetessa, da grande incanta le masse non solo con il suo aspetto avvenente, ma anche con le sue brillanti idee e i suoi valori granitici.

Una serie infinita di passioni contraddistingue Himorta: la battaglia per il divario di genere e l’abbandono animale, l’amore per il cosplay e per i fumetti, la lotta contro il cyberbullismo, e molto altro.

L’intervista 

Scopriamo insieme nel dettaglio l’istrionica personalità di Antonella Arpa, che al suo pubblico si è fatta conoscere maggiormente col nome d’arte di Himorta.

Da dove nasce il tuo personaggio “Himorta”? Se dovessi raccontarti con tre aggettivi quali sarebbero?

Il personaggio Himorta nasce per gioco, un po’ come tutti quelli che hanno iniziato proprio a giocare sui social, perché di lavoro non se ne poteva ancora parlare. Quindi nasce in maniera umoristica, c’era questa pagina su Facebook che amministravo dove si parlava di Naruto, quindi mi ero data questo nickname. Per i tre aggettivi per descrivermi, di sicuro il primo è nerd, sono anche solare e socievole, e beh sul terzo direi romantica, mi piacciono tantissimo le commedie romantiche, mi reputo una grandissima sognatrice romanticona.

Dalla tua bio si evince che prima di dedicarti al mondo social hai provato l’esperienza dell’insegnamento. Qual è il ricordo più bello che ti è rimasto impresso nella mente legato a quel periodo?

Ho insegnato per un anno alle scuole medie e superiori. Ciò che mi porto è l’empatia che avevo nei confronti dei ragazzi, loro mi ricambiavano allo stesso modo. Ricordo che i ragazzi erano particolarmente in silenzio. Tutto secondo me sta nel metodo didattico, quanto più ti sentono vicina, più prestano attenzione alle tue lezioni. Sicuramente, ricordo il loro silenzio e il loro rispetto nei miei riguardi, in un’età in cui il silenzio non è così scontato. C’era tanto affetto che nutrivo per quei ragazzi, in qualche maniera la storia non è cambiata, chi mi segue ha su per giù quell’età, il mio pubblico si potrebbe definire sempre lo stesso, seppur in “aule differenti”.

Accade molto spesso che chi decide di dedicarsi “al mondo social” come professione non venga appoggiato dalla famiglia. Cosa ne pensa la tua famiglia della tua scelta lavorativa?

Attualmente la mia famiglia è orgogliosa e soddisfatta. Anni fa nessuno lavorava sui social, ed è stata quasi una scommessa. I miei genitori erano comunque un po’ perplessi, mi dicevano “sei laureata, vai ad insegnare”, ma io sono sempre stata determinata, ho seguito la mia strada e tutto sommato non mi è andata male.

Tra le tante cose hai scritto un fumetto “La carta del fuoco” edito da Mondadori. Com’è nata questa collaborazione e cosa hai provato ad averlo finalmente tra le mani?

La carta del fuoco è stato uno dei miei progetti più belli, proprio perché io vivo e nasco con i fumetti. Grazie a loro ho imparato a leggere, andavo sempre a comprare Topolino in edicola. Vesto tutti i giorni “i panni di una super eroina” attraverso i cosplay, e quindi concentrare tutto in quello che è stato poi un fumetto concreto è stata un’emozione incredibile. Il mio sogno da bambina ha in qualche modo incontrato quello da adulta. La prima volta che ho stretto il mio fumetto tra le mani ho pianto, è stato incredibile.

Il tuo mondo ideale come sarebbe? Raccontacelo.

Il mio mondo ideale sarebbe un mondo dove nessuno giudica l’altro, e ognuno è libero di dire e fare, sempre nel rispetto dell’altro, ovviamente. Un mondo fatto di empatia pura.

Tra le tante cose che ti stanno a cuore compare senz’altro la battaglia contro l’abbandono animale. Hai un cane? Che rapporto hai con il mondo animale?

Ci tengo tantissimo agli amici a quattro zampe. Ho due cani, il primo è un pastore tedesco, si chiama Aida, ed è stato un regalo “non voluto”, un regalo rifiutato. L’ho tenuta con me, oggi ha sette anni ed è l’amore della mia vita. L’altro cane si chiama Arya ed è una meticcia, aveva già sette anni quando l’ho presa in canile. Cerco di sensibilizzare molto sul tema cani “senior”, quelli non vengono mai adottati o considerati. È sempre bello aprire le porte a cani che non hanno molte possibilità, anche loro hanno tantissimo amore da dare.

Recentemente sei stata alle Iene; com’è stata l’esperienza negli studi di Italia 1? Il monologo sui giovani laureati ha riscontrato successo? 

Sono molto fiera di aver partecipato alle Iene. Ci tenevo a dare voce ai giovani laureati e non. Il riscontro è stato molto positivo, ho ricevuto tantissimi messaggi da molti giovani che hanno vissuto cose simili se non peggiori rispetto a ciò che è accaduto a me professionalmente. Sono molto orgogliosa di averne parlato, è un argomento attuale ed è importantissimo discuterne.

Cosa ti piacerebbe fare nel futuro, sia lavorativamente che personalmente?

Da diversi anni ho iniziato quest’esperienza da conduttrice, un giorno mi piacerebbe avere un mio programma nerd, sui fumetti o i videogiochi o anche informativo nel campo digitale. Dal punto di vista personale, mi piacerebbe metter su famiglia, ma intanto aspetto l’anello.

Qual è il tuo fumetto preferito e perché?

Topolino ha un posto speciale nel mio cuore, grazie a lui ho imparato a leggere. Ad oggi direi Batman, e tra i manga giapponesi metterei al primo posto One piece.

Sei mai stata bersagliata in quanto donna e in quanto cosplayer?

Sono stata vittima di body shaming in ambito cosplay. Il paragone rispetto al personaggio che interpreti c’è sempre, ed è una delle più grandi problematiche riguardo il mondo cosplay. I personaggi dei fumetti e dei videogiochi sono caratterizzati da un fisico perfetto. Uomini muscolosi e donne perfette e magrissime. Se non sei perfetta come loro, vieni bersagliata. Spesso in passato, venivo criticata per la mia cellulite, vorrei dire che tutte le donne ce l’hanno, ad oggi che ho trent’anni la vivo diversamente. Il cosplay essendo un “hobby fisico” si lega a queste problematiche ed è mia premura combatterle.

Essere nerd al giorno d’oggi ha ancora dei lati socialmente denigrati?

Il termine nerd si è trasformato. In passato il nerd era considerato “sfigato”, l’emarginato sociale insomma. Oggi grazie al web e al cinema il nerd è molto pop, ed essere esperti in questo settore fa molto figo, ne è una prova il mio seguito.

Una delle tue citazioni preferite è senz’altro quella di Spiderman: “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Quali poteri pensi di avere oggi? E quali avverti come tue responsabilità?

Il mio super potere è quello di poter parlare a tante persone attraverso il mio bacino d’utenza. Conto sempre fino a dieci prima di esprimere la mia opinione. La mia voce può essere presa a modello da più di un milione di persone. Uno dei temi a cui tengo è quello dell’inclusione, soprattutto nel mio settore. Le materie STEM vengono considerate maschili, e ci tengo sempre a precisare che è anche un settore femminile.

Che consiglio daresti ai giovani di oggi, alla ricerca non solo di una strada lavorativa ma anche alla ricerca di sé stessi?

Il consiglio che sento di dare ai giovani è quello di amarsi. Tanti giovani hanno problemi con sé stessi, problemi di autostima e depressione. Occorre ritrovarsi e amarsi, ed è importante capire che anche in un mondo che ci vuole omologati, ognuno è unico ed è meraviglioso per quello. Nel momento in cui amiamo noi stessi abbiamo fatto metà del percorso.

 

Fonte immagine: Fornita da Antonella Arpa.

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