Ci sono personaggi femminili che spesso lasciano tanto amaro in bocca a causa della loro involuzione. Personaggi che hanno un inizio promettente e solitamente si tende ad empatizzare molto con loro, arrivando a sostenerli, a giustificarli, a mettersi anche nei loro panni.
Ci sono situazioni, però, dove le giustificazioni si presentano deboli, e per varie ragioni e vicissitudini, i personaggi femminili in questione, da una partenza più o meno brillante, si ritrovano a compiere gesti e fare scelte che lasciano lo spettatore sorpreso in senso negativo.
Si parla dunque di involuzione dei personaggi, e quasi sempre lo si vede accadere sul versante femminile.
Probabili cause che possono portare ad un’involuzione
Quando si parla di involuzione di personaggi femminili ci si riferisce al cambiamento spesso in negativo di un determinato personaggio di un film o di un libro.
Non si tratta in particolar modo di motivi di trama, come il passaggio di X personaggio a villain dell’opera, come potrebbe essere considerata una Powder/Jinx in Arcane, ma più semplicemente si parla di problemi di scrittura di un personaggio.
Premettendo che questa possa essere una riflessione totalmente personale, molto spesso succede che in alcune opere vi siano personaggi femminili che vengono mostrati in un modo, guadagnandosi perfino la simpatia e la stima del pubblico, per poi, nel giro di poco tempo o a lungo andare, venir completamente stravolti o per scelte forzate di trama o semplicemente per gusto personale di autori, registi, etc.
Quando questo capita, lascia nello spettatore un forte smarrimento misto a grande delusione.
Casi di involuzione se ne verificano spesso, e quasi sempre a danno di personaggi femminili. Difatti sono quasi sempre loro a pagare le conseguenze di una sceneggiatura debole o azzardata, dove chi per pigrizia, chi per esperimento, o anche addirittura nel dare maggior spessore ad essi, ci si ritrova a seguire un percorso narrato completamente sfasato e pieno di lacune, che ovviamente con la trama c’entra poco o nulla.
Buona parte di questo fenomeno è da attribuire alla presenza massiccia, e quasi sempre assoluta, del male gaze, ossia lo sguardo maschile predominante. Spesso è talmente interiorizzato che non ci si accorge del fatto che anche registe o autrici possono incappare in questo tranello, talvolta dettato dal contesto sociale in cui si muovono.
Alcune autrici del Sol Levante ne sono l’esempio lampante: c’è poco da stupirsi se in manga, scritti da mangaka donne, possano trovarsi elementi culturali che nell’ottica occidentale lascerebbero storcere parecchio il naso, soprattutto per quanto riguarda la condizione della donna. A fare la differenza è sempre il modo in cui viene presentata tale condizione, e purtroppo non vi è sempre criticità o invito a riflettere sulla questione.
Un esempio lampante di questo lavoro lo si può notare nel manga di Io Sakisaka Amarsi, Lasciarsi, dove una delle due protagoniste, Akari, da personaggio indipendente e carismatico, con l’avanzare dei capitoli subisce una pesante involuzione, cambiando, o meglio dire stravolgendo, totalmente la sua personalità per amore, arrivando a compiere scelte che, ad una lettura più attenta, lascerebbero qualsiasi lettore consapevole di tale cambiamento amaramente deluso.
Obiettivamente parlando, fa male vedere un personaggio cambiare in peggio, nonostante le premesse iniziali dichiarassero tutt’altro.
Anche diversi film e serie TV incappano in queste trappole di involuzione, soprattutto se si parla di serie allungate a favor di pubblico, e di conseguenza le trame che vedono protagonisti alcuni personaggi diventano problematiche da gestire e sbrogliare verso una giusta conclusione.
3 casi di involuzione di personaggi femminili
(attenzione: questo articolo può contenere spoiler!)
Tre personaggi femminili che hanno subito fortemente questo fenomeno sono:
1. Shinako Morinome di Sing “Yesterday” for me (Yesterday wo Utatte)
Shinako è uno dei quattro personaggi protagonisti dell’opera di Kei Toume. È una giovane insegnante di un liceo che si mostra abbastanza spigliata nell’abbigliamento così come nel modo di porsi agli altri. È l’iniziale interesse amoroso di Rikuo Uozumi, uno dei personaggi che forma il quadrato principale della storia. Ma col passare del tempo, Shinako si rivela sempre più intrappolata in un passato in cui si rinchiude con le sue stesse mani. L’interesse che Rikuo nutre nei suoi confronti le fa rivalutare un vecchio amore del suo passato, un suo compagno del liceo morto prematuramente, che la porterà a rivalutare quei sentimenti, costringendosi sempre più ad un cammino a ritroso. Shinako si autoimporrà di portare inutilmente fede ad un amore mai vissuto e realizzato, ma a cui si ostina ad aggrapparsi fino ai limiti dell’accettabile, moderandosi nei comportamenti, cambiando look, mostrandosi più semplice e casereccia in contrasto alla donna emancipata e indipendente che mostrava di essere all’inizio. Ma la cosa peggiore sarà vederla autoconvincersi a dover mostrare fedeltà a Rou, fratello minore del suo interesse amoroso, altro componente di questo quadrato di personaggi principali, che presenta diversi tratti tossici e problematici, che comunemente si possono riassumere nella dicitura “red flag”.
L’involuzione di Shinako, quindi, è inesorabile, giustificata solo dal fatto che il suo personaggio sia ancora immaturo riguardo ai sentimenti e ai rapporti umani che intreccia. Un cliché che, purtroppo, è duro a morire nelle trame degli shojo manga.
2. Martina de Luján di La Promessa
Martina è uno dei personaggi che compongono il cast della serie TV spagnola La Promessa. È la cugina di Tomás, Catalina, Manuel e Leonor, e giunge alla Promessa dopo la richiesta di aiuto di quest’ultima, che sta attraversando un momento difficile, anche se poi si scoprirà che dietro questo arrivo si nascondono ben altri intenti.
Martina si presenta come un personaggio allegro, pieno di vita, ilare e alla mano. È sempre pronta ad elargire consigli, ad aiutare ed essere di supporto per la famiglia de Luján. Ma ben presto tutto inizia a precipitare nel momento in cui – dai piani alti – si decide di dare al suo personaggio maggior spessore e “profondità”. Un azzardo che implica per forza di cose conseguenze imprevedibili.
Appena al personaggio di Martina le viene affibbiato un interesse amoroso, la sua trama inizia a prendere uno scivolone dopo l’altro, trasformando il suo personaggio da presenza positiva e amichevole in un polpettone trito e ritrito di cliché della peggior specie. Martina perde la sua luce, la sua verve, per diventare, non si sa bene per quale motivo, l’ombra di sé stessa. E con l’avanzare degli episodi, la vedremo sempre più vittima di questa spirale che l’attira sempre più verso il basso, senza darle modo di risalire e prendere coscienza delle proprie azioni.
Martina diventa così una bambolina gestita male che dovrebbe somigliare ad un’eroina romantica, con uno spessore buttatole sulle spalle troppo grande da reggere per il suo personaggio. Un’involuzione che la butta sotto una luce sbagliata.
3. Setsuko Koike di Rainbow: Nisha rokubō no shichinin
È doveroso qui fare una premessa: Setsuko è l’esempio perfetto di male gaze accentuato all’ennesima potenza.
Il suo personaggio racchiude tutti i cliché e i pensieri che gli uomini in generale hanno sulle donne, pensando però di darle il contentino di potersi “appropriare” del proprio libero arbitrio, che tanto “libero”, poi, dimostra di non esserlo.
La problematica principale affiora poi quando la trama narrata si scontra con i fatti storici, e di conseguenza con le norme sociali dell’epoca, pensando poi di sfatarle. Ma in un modo totalmente errato.
Setsuko entra in scena come personaggio d’aiuto per i protagonisti, dimostrando di avere anche un certo savoir faire nelle situazioni di maggior criticità.
Sarà lei a dare rifugio ad un moribondo Rokurota – di cui è segretamente infatuata – e ai suoi compagni fuggiti di prigione che lo hanno salvato da morte certa.
Setsuko dimostra di avere molto sangue freddo, di non temere eventuali conseguenze che potrebbero accaderle, probabilmente ciò è alimentato anche dal sentimento che nutre nei confronti di Rokurota.
Ma l’involuzione del suo personaggio è proprio lì al varco, ad aspettarla.
Rokurota muore, e Setsuko si maschera dietro la vita di tutti i giorni, piangendo il suo amato e allo stesso tempo continuando la sua vita com’è giusto che sia.
Di colpo, però, il suo coraggio e la sua determinazione prendono una strada inaspettata, lasciando che il suo attivismo da crocerossina (letteralmente parlando, visto che lei è un’infermiera) sia l’unica cosa a darle ancora un valore all’interno della storia.
Della sua determinazione e delle sue prese di posizione restano solo vuote parole menzionate ogni tanto dalla bocca dei protagonisti maschi, come a voler sottolineare – e forse rassicurare gli spettatori – che Setsuko non è cambiata, ma che in realtà sia addirittura “migliorata”. Peccato che la differenza sostanziale sta proprio racchiusa nelle parole: se i gesti valgono più di mille parole, in questo caso mille parole non valgono i gesti inesistenti di Setsuko.
Lei passa così dall’essere un personaggio consapevole ad uno in balia degli eventi, che mostra anche una, non troppo velata, codardia, camuffata dal senso di sacrificio che ai giapponesi piace così tanto usare e riciclare, ma che il più delle volte non arriva come dovrebbe a chi vede e legge le loro opere.
Perciò, di questo personaggio non restano altro che vuote parole di consolazione, vuote giustificazioni, e un cambiamento forse annunciato in sordina già dalla sua entrata in scena, ma che poteva essere trattato con più attenzione e più rispetto.
Shinako, Martina e Setsuko sono soltanto alcuni esempi di involuzione di personaggi femminili, vittime ingiustificate di meccanismi non troppo chiari, che ad uno spettatore più attento fanno storcere parecchio il naso.
Talvolta basterebbe davvero poco per aggiustare la loro traiettoria, senza andare troppo a sentimento, ma è anche vero che è lo stesso “andare a sentimento” che può provocare problemi, che passati sotto un secondo sguardo più attento, si potrebbe dare a questi personaggi un miglior sviluppo e un cammino migliore da proseguire.
Ma i gusti personali e l’ambiente in cui essi vengono scritti ed elaborati purtroppo tendono sempre ad avere la meglio su di essi.
L’involuzione di un personaggio, in particolar modo femminile, è uno scivolone in cui facilmente s’incappa, talvolta anche senza effettivamente volerlo.
Fonte immagine:
Collage foto: Setsuko – My Anime List; Shinako – AnimeClick; Martina – Tvserial.it (immagine promozionale)