Shūzō Oshimi: 3 manga per conoscere l’autore

Shūzō Oshimi: 3 manga per conoscere l'autore

Shūzō Oshimi: guida ai 3 manga per scoprire l’autore del disagio

Shūzō Oshimi: il maestro dell’horror psicologico

Il panorama dei manga giapponesi offre anche letture complesse e mature. In questo segmento, uno degli autori più incisivi e riconoscibili è sicuramente Shūzō Oshimi, mangaka che sta conoscendo un crescente successo anche in Italia grazie alle edizioni di Planet Manga. La maggior parte delle sue opere si inserisce nel genere dell’horror psicologico, dove la tensione non nasce da elementi sovrannaturali, ma dalla sua abilità nel dipingere le zone più oscure della mente umana. Shūzō Oshimi fa compiere ai suoi protagonisti, spesso adolescenti, azioni che possono essere giudicate come perverse o immorali, creando un profondo senso di disagio nel lettore. Il suo stile di disegno, semplice ma capace di tavole dall’impatto devastante, è il veicolo perfetto per queste storie disturbanti che vale assolutamente la pena scoprire.

3 manga di Shūzō Oshimi per iniziare

Vediamo quindi tre opere fondamentali per approcciare il mondo contorto e affascinante di questo autore.

I Fiori del Male (Aku no Hana): l’opera della consacrazione

Probabilmente l’opera più famosa di Shūzō Oshimi, quella che lo ha consacrato a livello internazionale. Il focus principale del manga è la pubertà, analizzata come un periodo di profonda confusione e trasformazione. Il protagonista è Takao Kasuga, un ragazzo appassionato di letteratura, in particolare de I fiori del male di Baudelaire. In un momento di debolezza, Takao ruba la tuta di ginnastica della compagna di cui è innamorato, ma viene scoperto da Sawa Nakamura, una ragazza problematica e nichilista. In cambio del suo silenzio, Nakamura lo costringe a stringere un patto perverso, trascinandolo in un vortice di umiliazioni ed esplorazione dei propri desideri repressi. L’evoluzione della psiche dei personaggi dall’adolescenza all’età adulta è descritta con un realismo brutale e affascinante.

Tracce di sangue (Chi no Wadachi): l’orrore nel legame materno

Una delle opere più recenti e acclamate di Oshimi. Anche Tracce di sangue ha per protagonista un adolescente, Seiichi, e tratta temi come la pubertà e il senso di colpa, aggiungendo una potente riflessione sul complesso di Edipo e sulle relazioni familiari tossiche. La madre di Seiichi, Seiko, esercita su di lui un controllo morboso e iperprotettivo, soffocandolo. L’evento scatenante è la caduta del cuginetto Shigeru da un burrone durante una gita. Chi ha spinto il bambino? Il rapporto apparentemente idilliaco tra Seiichi e sua madre nasconde forse un orrore indicibile? La narrazione si sviluppa lentamente, svelando un profilo psicologico materno tra i più terrificanti mai visti in un manga, capace di generare una tensione quasi insopportabile.

Dentro Mari (Boku wa Mari no Naka): identità e voyeurismo

Come le altre opere, anche Dentro Mari scava a fondo nelle problematiche emotive e psicologiche dei suoi personaggi. Il protagonista è Isao Komori, un hikikomori che passa le sue giornate a giocare ai videogiochi e a seguire ossessivamente una liceale, Mari Yoshizaki. Un giorno, Isao si risveglia nel corpo di lei. Questo evento di body swapping lo costringe a vivere la vita di Mari, cercando di capire cosa sia successo e scoprendo i segreti e i traumi nascosti dietro l’apparenza perfetta della ragazza. Il manga esplora con grande sensibilità temi come l’identità di genere, la disconnessione sociale e il desiderio di essere qualcun altro, con un colpo di scena finale che ridefinisce l’intera storia.

Perché leggere i manga di Shūzō Oshimi?

I manga di Shūzō Oshimi non sono letture facili, ma sono necessarie per chi cerca nel fumetto qualcosa di più di un semplice intrattenimento. Le sue opere sono esplorazioni coraggiose dell’animo umano, che mettono in scena le ansie, le paure e i desideri inconfessabili che si annidano in tutti noi, specialmente durante l’adolescenza. Con uno stile che alterna momenti di quiete quasi realistica a esplosioni di angoscia visiva, Oshimi riesce a creare un’empatia per personaggi spesso “mostruosi”, costringendo il lettore a confrontarsi con le proprie zone d’ombra. Opere come Happiness, che tratta il tema del vampirismo come metafora di una malattia sociale, confermano la sua coerenza tematica. Leggere Shūzō Oshimi significa intraprendere un viaggio scomodo ma indimenticabile nelle profondità della psiche.

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