Welcome to the NHK: non si può fuggire dalla vita

Welcome to the NHK

Welcome to the NHK (NHKにようこそ) è un romanzo di Tatsuhiko Takimoto da cui sono stati tratti gli omonimi manga e anime nel 2004 e nel 2006. Le illustrazioni di copertina sono state curate da Yoshitoshi ABe, il creatore dell’anime Serial Experiments Lain. L’opera di Takimoto, parzialmente autobiografica, ripercorre la vita e i timori di un giovane hikikomori alle prese con il suo più grande nemico: la società.

La trama: la lotta di Satou contro la società (e se stesso)

Tatsuhiro Satou è un ventiduenne che ha rinunciato agli studi universitari da quattro anni per dedicare il resto della sua esistenza alla vita da hikikomori. Sostenuto finanziariamente dai genitori, Satou vive in un minuscolo appartamento a Tokyo e passa le sue giornate incollato davanti a uno schermo, convinto che dietro i mass media, in particolare l’NHK (Nippon Hōsō Kyōkai) che secondo il protagonista è l’acronimo di Nihon Hikikomori Kyokai, si nasconda un unico grande complotto. Il momento critico della vita di Satou avviene quando bussa alla sua porta una testimone di Geova, accompagnata da una bellissima ragazza, Misaki. Quest’ultima afferma di poterlo curare dalla sua condizione di hikikomori e farlo reinserire nella società. Satou in un primo momento si dimostra diffidente e anzi rinnega il suo status di NEET, tramando una complessa rete di bugie per fare colpo su Misaki. Messo alle strette dalla ragazza, chiede aiuto al suo vicino di casa Yamazaki, un otaku sfegatato appassionato di lolicon e suo kōhai, il quale gli propone di sviluppare un videogioco galge. Nonostante il piano di Satou fallisca e si ritrovi costretto ad ammettere la verità, il giovane decide di continuare lo sviluppo del gioco e di accettare la mano offerta da Misaki. I progressi di Satou, altalenanti, peggiorano con il ritorno di una vecchia cotta: la senpai Hitomi, donna a sua volta estremamente paranoica e causa principale delle psicosi dell’hikikomori.

Satou dovrà lottare contro le difficoltà della vita e scoprire la tortuosità dei rapporti interpersonali per potersi liberare dalle proprie catene e riuscire a reintegrarsi nel mondo.

L’escapismo come tema centrale in Welcome to the NHK

Uno dei temi dominanti che la serie affronta e che colpisce ognuno dei personaggi principali è il desiderio di evasione da una realtà insoddisfacente. Satou, Misaki, Yamazaki e Hitomi sono incapaci di adattarsi all’ambiente circostante, di raggiungere le aspettative imposte dalla società e per questo cercano in modi diversi di riversare questo disagio in un mondo altro.

Yamazaki si rifugia nella realtà virtuale, fatta di cartoni e di videogiochi erotici con protagoniste carine e remissive, perché è l’unico modo che ha per rapportarsi con il mondo femminile, dal quale si sente tradito e deluso. La misoginia manifesta dell’otaku è proiezione delle sue frustrazioni personali, che si trasformano in ossessione nei confronti di personaggi in 2D. Inoltre, si aggrappa alla sindrome di Satou per scappare da una condizione familiare inappagante: la realizzazione del videogioco insieme al suo coinquilino segna la possibilità di riscatto verso una vita di successo e la realizzazione dei propri sogni.

Hitomi sente la necessità di recidere ogni legame con la realtà e tenta in tutti i modi di sentirsi leggera, libera; in un primo momento con l’assunzione di psicofarmaci e, successivamente, tentando il suicidio insieme a Satou. In superficie la vita della ragazza sembrerebbe felice: ha un fidanzato che la ama, un lavoro retribuito, insomma tutti i requisiti per una vita tranquilla, ma scavando a fondo si percepisce la depressione contro la quale combatte. Hitomi preferisce dare la colpa per tutte le avversità affrontate alle teorie complottistiche, piuttosto che confrontarsi con la realtà. Il suicidio si offre, dunque, come forma ultima di liberazione, come atto sublimale in grado di porre fine alle sofferenze.

Misaki, invece, tenta di ripudiare un passato traumatico di violenze e abusi offrendo aiuto a Satou. L’idea che esista una persona peggiore di lei, una persona così disfunzionale da avere bisogno del suo aiuto per poter vivere socialmente, permette a Misaki di superare l’immagine insignificante che ha di se stessa, per sentirsi utile e degna di esistere.

Infine, Satou trova conforto nella reclusione, nella rinuncia al contatto umano. Nonostante ciò, prova a migliorarsi per cambiare l’immagine che gli altri hanno di lui: cerca infatti di uscire, di mettersi in gioco per dimostrare di essere migliore di quanto creda. Eppure, per quanto si sforzi, ogni tentativo gli ricorda ancora di più la paura del fallimento e del giudizio, rinforzando in lui il mantra ossessivo dei complotti. Alla fine, capisce che non può fare altro che ritornare in quella realtà che si era costruito, perché la vita non ha sempre un lieto fine come nelle fiabe: non si può guarire magicamente dalle proprie paranoie e dai disturbi psicologici, ma si può imparare a conviverci e migliorarsi un passo alla volta.

Un messaggio universale

Ciò che rende Welcome to the NHK un’opera estremamente umana è il messaggio sul quale fa riflettere: tutti siamo, in un modo o nell’altro, vittime di una cospirazione, tutti ci scontriamo con avversità, delusioni e traumi. Bisogna imparare però ad accettare la nostra condizione e andare avanti verso il cammino che ci attende.

Fonte immagine: “Welcome to the NHK” (© Tatsuhiko Takimoto / Kadokawa / TMDb.org)

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