In un tempo in cui le grandi piattaforme dominano il mercato globale, nasce una realtà locale capace di ribaltare le logiche tradizionale del servizio a domicilio e della mobilità. Smovo è una nuova piattaforma di mobilità, ma anche molto più di un’app: è una risposta concreta a bisogni reali, nata tra le coste della Corsica e della Sardegna, dove l’accesso ai servizi essenziali è spesso una sfida quotidiana. Con radici profonde nel territorio ed uno sguardo aperto all’innovazione, Smovo connette le persone semplificando la loro vita.
Abbiamo avuto l’opportunità di esplorare l’idea che ha dato vita al progetto Smovo attraverso un’intervista.
Smovo nasce da un’esigenza concreta: la difficoltà, quasi strutturale, di accedere a servizi di base in territori insulari come Corsica e Sardegna. Come è arrivato a concepire una risposta digitale così mirata?
«Sono uno isolano che vive tra Bonifacio e Olbia, conosco bene le difficoltà di non poter usufruire di trasporti efficienti, Smovo offre non soltanto una soluzione per spostamenti, ma anche per consegne di alimentari e servizi alla persona, di conseguenza ha lo scopo di facilitare sia i professionisti, che i clienti.»
A differenza delle grandi piattaforme globali, Smovo si radica nel territorio e valorizza le economie locali. È un modello che può funzionare solo in contesti “di nicchia” o ambisce a cambiare le regole del gioco anche altrove?
«Smovo è una nuova piattaforma di mobilità e piccola realtà familiare. Nasce nelle e per le isole di Corsica e Sardegna, ma se ne dovessimo avere la possibilità, saremo pronti ad affrontare una espansione del progetto. Siamo già disposti a questo cambiamento attraverso la disponibilità di ulteriori dieci lingue e diverse monete.»
La negoziazione diretta tra utenti e autisti o fornitori è un’innovazione forte. È stata pensata anche come risposta a un modello dominante che spesso precarizza chi lavora nel settore dei servizi?
«Assolutamente si, lo scopo è proprio l’agevolazione dei residenti sul territorio, anche sotto il punto di vista lavorativo, incrementando il benessere in primo luogo dei dipendenti e poi dei clienti nella loro quotidianità.»
Smovo è un progetto che unisce mobilità, consegne e servizi a domicilio. È una semplificazione tecnologica ma anche una presa in carico delle fragilità strutturali di questi territori. Come è stato accolto dalle comunità locali?
«Smovo è un progetto che nasce solo due mesi fa con lo scopo di facilitare gli spostamenti, ma abbiamo altri colpi in canna! Appena possibile proporremo delle nuove iniziative.»
Parlate di “commissioni ridotte” e “tariffe flessibili”. È una scelta economica o una visione più ampia su come redistribuire valore tra piattaforma, lavoratori e utenti?
«Siamo isolani e vogliamo valorizzare il nostro lavoro sempre nel rispetto dei nostri partner e del loro impegno.»
In che modo Smovo si differenzia – nella pratica quotidiana – dalle grandi app di mobilità e delivery? È solo una questione di scala o di filosofia?
«Possiamo vedere le cose da differenti prospettive. Noi pratichiamo commissioni ridotte così che i nostri collaboratori possano trarne beneficio insieme al consumatore. Adesso siamo pronti ad affrontare la crescita della piattaforma che aspiriamo a rendere degna concorrente dei grandi servizi, accogliendo qualsiasi sfida ne convenga.»
Fonte immagine: ufficio stampa