Mobilità interna: quando muoversi è autodeterminazione

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Mobilità interna: dati 

Nel 2021 i trasferimenti interni in Italia hanno raggiunto e superato il milione. Ancora, nel 2022 il dato continua a crescere, con picchi notevoli nell’ottobre dello stesso anno di grandi spostamenti. Gli Italiani che si spostano, hanno tra i 25 e 34 anni e appena possono fanno le valigie e lasciano i luoghi di provenienza alla volta di terre sconosciute. Magellano dei nostri tempi, il loro avvenire è lontano dai luoghi natii e sempre più barattato per piccole conquiste attraverso più mobilità interna.

Quali sono le ragioni di questa mobilità interna?

Ci si trasferisce di continuo: il lavoro come primo fattore di mobilità interna incide profondamente sulle scelte, retribuzioni più alte, condizioni di vita più desiderabili, l’eco-ansia che fa da miglior spauracchio del nostro tempo.
Se da una parte la prospettiva lavoro incalza, dall’altra trasferirsi è un fatto sociale. Una rivendicazione, un moto del ‘68 che prende piede nel 2000. Andare via dalla propria città è scrollarsi di dosso una scelta presa da altri e decidere di sana pianta dove collocarsi nel mondo, scavarsi una lunetta dove stare tutta la vita.
E non importa se questo spazio è risicato, tra due mura sottilissime al quarto piano di un edificio fatiscente. È lo spazio ambito, voluto, ottenuto da chi assapora la libertà di farlo. Non è solo una esigenza trasferirsi, a volte è proprio principio di “autodeterminazione”.

La mobilità interna in Italia può essere scoperta

Molti facinorosi possono obiettare che la mobilità interna è data dalle circostanze e non hanno sempre esiti felici e anzi sono sintomi di una spaccatura settentrione-meridione che è ancora tanto aperta.
Il fenomeno andrebbe indagato: la frattura nord-sud in termini economici e di condizioni di vita non è stata mai risanata, di natura endemica continua a ripiegare sulle periferie del meridione, costringendo molte menti a prendere il largo.

Oltre questo movimento verticale, però, i giovani viaggiano anche in orizzontale, in obliquo e in tutti modi possibili.
Si trascinano le loro lauree (o diplomi) sotto braccio e vagano, come gli antichi trovatori, perché trovino, loro, un posto dove iniziare.
Le ragioni di un trasferimento risiedono in motivi ancestrali, gli stessi che spingevano gli antichi Romani a conquistare lande dell’est Europa o quel caro Cristoforo Colombo in America.
Il sale della vita è la scoperta di sé che passa attraverso lo sdoppiamento. Sembra paradossale ma per conoscersi e scoprirsi individui a volte bisogna sdoppiarsi e barcamenarsi tra due vite parallele: quella di origine e quella di arrivo. 

Immagine in evidenza: pexel.com

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A proposito di Rita Salomone

Scrivo cose e parlo tanto. Mi piace Forrest Gump (anche se sono nata quattro anni dopo il film) e nel tempo libero studio filologia a Napoli. Bella storia la vita come scatola di cioccolatini.

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