Ceci n’est pas un blasphème: al PAN dal 17 al 30 settembre

Ceci n’est pas un blasphème: al PAN dal 17 al 30 settembre

Ceci n’est pas un blasphème è autofinanziato tramite donazioni e crowfunding; l’importante progetto si terrà al PAN di Napoli dal 17 al 30 settembre.

Una iniziativa di notevole spessore culturale, durante la quale sarà possibile interrogarsi e quindi dibattere (in maniera pacifica ovviamente) su quella serie di domande esistenziali, religiose, sociali, artistiche e culturali che attanagliano l’esistenza, spesso senza una risposta vera e propria.

Oltre, alla mostra d’arte allestita presso il Palazzo delle Arti Napoli in via dei Mille, saranno moltissimi gli spunti di riflessione che prenderanno vita attraverso: talk, concerti, performance, stand-up comedy show e tanto altro, in diversi luoghi della città.

Il Festival, diretto da Emanuela Marmo, evolve dalla campagna Dioscotto, con cui l’Associazione Ciurma Pastafariana chiede l’abolizione dei reati di blasfemia. Molte organizzazioni supportano l’iniziativa. L’Assessorato all’Istruzione, Cultura e Turismo di Napoli, come co-promotore dell’iniziativa, ha concesso i locali del primo piano del Pan all’evento patrocinato dal Comune di Napoli: “Questo festival dovrebbe essere presente in maniera permanente, è importante che soprattutto le nuove generazioni capiscano la differenza esistente tra morale e moralismo – ha dichiarato l’assessora Annamaria Palmieri nel corso della conferenza stampa di presentazione tenutasi al Pan – Il pensiero laico che caratterizza la nostra amministrazione difende la libertà d’espressione facendone un principio morale fondamentale per la civiltà e per tutte le nostre scelte. Non c’è niente di più sbagliato del ritenere laicità e libertà d’espressione artistica come materie sanzionabili in modo moralistico. Più si è laici e più si ha rispetto per la dignità morale. L’arte sempre libera è per Napoli punto di partenza e di arrivo, e la nostra amministrazione è orgogliosa della creatività d’espressione e della capacità di comprensione e di apertura all’altro dei nostri artisti e della nostra cultura. Da qui, l’incontro tra assessorato e questo festival”.

Ceci n’est pas un blasphème: obiettivi e fulcro dell’iniziativa

Lo scopo primario è quello di abolire le tante leggi antiblasfemia, non opporsi alla religione vera e propria, ma perché intese come bavaglio a quanti si oppongono, in maniera proficua, documentando ed intervenendo, criticando con cognizione di causa, proprio a quei principi dettati dalla religione stessa. Ognuno ha il proprio credo ed è libero di professarlo, ma le numerose leggi esistenti attualmente in Italia, spesso fanno in modo da evitare qualsivoglia questione legata alla chiesa, come se fosse un tabù del quale non bisogna parlare.

Ovviamente ciò non riguarda esclusivamente l’Italia, dove, si riescono ad organizzare eventi o talk show incentrati sulle questioni e/o diatribe a sfondo religioso. A tal proposito ricordiamo che in alcuni paesi, le sanzioni per chi infrange tali norme prevedono addirittura tortura e pena di morte, come bene evidenziato dall’appello  #EndBlasphemyLaws a cui Ceci n’est pas un blasphème si unisce.

Esprimere la propria opinione oppure prendere le distanze da una certa visione (in questo caso riguardante la religione) non deve essere motivo di violenza; chi sceglie di non uniformarsi, di non credere a determinati dogmi, deve sentirsi libero di farlo, senza rischiare la vita, come accade purtroppo in molti paesi.

Ecco dunque che il Festival Ceci n’est pas un blasphème si configura come un inno di lunga vita alla satira, alla libertà di espressione, replica o critica che sia, al fine di preservare e tutelare il diritto di espressione di pensare con la propria testa.

Saranno tantissimi gli ospiti d’onore: Giuseppe Sciarra, regista del cortometraggio Venere; Antonio Mocciola, scrittore e autore teatrale che porterà un lavoro espositivo e performativo, la dea cyborg Helena Velena; Amleto De Silva, Raffaele Minieri, Adele Orioli, Cinzia Sciuto, Maryam Namazie, Rana Ahmed… tante personalità diverse, che daranno il proprio contributo per combattere qualsiasi forma di censura o discriminazione, ma anche violenza e creare dibattiti pacifici che permettano di capire tante cose.

La manifestazione non si oppone in alcun modo alla religione, né alla chiesa, e neppure a chi professa liberamente il proprio Credo, come si è detto in precedenza, ognuno deve essere libero di pensare e scegliere. Proprio a tal proposito, il Festival si propone di formulare un dibattito costruttivo e costituito da elementi diversi, separando la spiritualità dalla realtà.

La religione fa parte della vita di quanti desiderano credere in qualcuno o qualcosa, ma come si suol dire: “Il mondo è bello perché è vario”,e quindi, in tal senso, nessuno può zittire chi la pensa in maniera differente, coloro che si scostano da pensieri predefiniti e standardizzati, che siano giornalisti, performer, politici o artisti.

Mostre e spazi espositivi di notevole importanza

L’evento, è importante sottolinearlo, non beneficia di contributi finanziari, pertanto è avviata una raccolta di fondi che sosterrà le spese di allestimento, produzione e ospitalità. I ricavi derivanti dalla vendita dei biglietti, saranno devoluti per sostenere le spese legali di coloro che sono stati accusati di blasfemia

Le mostre e gli allestimenti sono curati dagli architetti architetti Agostino Granato e Anna Sirica – sono ordinate secondo un percorso visivo che abbraccia diversi generi: subvertising, fumetto, fotografia, scultura, performance.

I visitatori sono introdotti alle sale da una sezione documentaria e divulgativa, nella quale trovano posto anche omaggi di sostegno al Festival da parte di artisti fuori programma. Un percorso storico, a cura di Tullio Monti, ripropone una selezione di tavole tratte dalla mostra intitolata Asini, muli, corvi e maiali: la satira in Italia tra stato e religioni, esposta a Torino nel 2010 presso il Museo regionale di Scienze Naturali.

Un’intera sala è dedicata alla straordinaria avventura di Don Zauker, paradossale, grottesco esorcista di Daniele Caluri ed Emiliano Pagani, che unisce la tradizione satirica toscana alle tematiche di attualità. Il Festival sarà anche un’importante occasione per dire addio a questo straordinario personaggio: gli autori hanno infatti deciso che la sua storia è conclusa e non ci saranno altre pubblicazioni. Antonio Mocciola e Carlo Porrini, attraverso circa quaranta scatti fotografici, condurranno in un viaggio che assegna volti viventi a “vittime di Dio”.

Nello spazio di un millennio, dal 1088 al 2021, con contributi di Gian Paolo Bocchetti ed Emanuela Pone, gli autori fotografano un sinistro teatrino di delitti e di vittime uccise con la scusa di Dio. Il vignettista Franzaroli e il fumettista Pierz saranno presenti con una selezione di tavole che delineano i confini dell’anticlericalismo in una visione satirica. Ridere è un gesto artistico, culturale, comunicativo, liberatorio ed innocuo soprattutto e quindi perché criminalizzare la risata umoristica e non la reazione, incontrollata e violenta, di chi – in nome del sentimento di offesa – pone tra gli uomini un tipo di giustizia che travalica il diritto e la reciproca tolleranza?.

Una delle stanze del PAN, sarà dedicata ad Abel Azcona. Vari video ma anche la presenza di oggetti, scandiranno i dettagli della persecuzione giudiziaria subita dall’artista a causa dell’opera intitolata Amen. Un’opera di denuncia, oltre al fattore biografico che verrà fuori vivendo attraverso quegli oggetti.

L’autore denunciò diversi casi di pedofilia, avvenuti in ambiente religioso, ha per questo subito vari processi, tutti conclusisi bene. Ma proprio coloro che lo accusarono, diverse organizzazioni cattoliche, ne avviarono altri, accusando l’artista di disobbedienza civile; attualmente Abel Azcona si trova a Lisbona, dove si è spontaneamente recato in esilio. Azcona, secondo il giudice, ha invitato le persone a prendere coscienza o a prendere posizione sul “flagello della pedofilia”. L’artista ha giudicato il festival un evento talmente importante da venire in Italia a proprie spese. Intende dare luogo a una performance, concepita e studiata per l’occasione, che sarà ripetuta, secondo un calendario orario reso pubblico più avanti, nel primo weekend di esposizione.

Ricordiamo che le mostre saranno visitabili, secondo quanto stabilito dalle norme anti-Covid in vigore, solo a chi è in possesso di Green Pass. Alla generosità di Abel Azcona e degli artisti in mostra, si aggiunge quella dei protagonisti degli eventi live, che hanno rinunciato al loro cachet, e delle location che li ospitano, concedendo gratuitamente l’utilizzo dei loro spazi.

Il primo fine settimana di Festival è l’ex Asilo Filangieri che ospiterà gli eventi dal vivo.

Il 17 settembre alle ore 21.00 Luca Iavarone presenta un talk show, moderando l’intervento di moltissimi ospiti. Sono previste performance teatrali e letture a cura di Alessandro Gioia, Simona Forte, Gaspare Di Stefano e Amleto De Silva, nonché interviste a esponenti del mondo laico e ad alcuni degli artisti del Festival.

Il 18 settembre alle 21:00 sarà presentato ufficialmente il cortometraggio di Hogre, intitolato Bestemmie dal mondo. La proiezione sarà seguita dal concerto di Helena Velena e i Tenerissimo Bagno di Sangue, e condividerà il palco con loro, per un gran finale di serata, il gruppo tutto campano dei Capocchiodonti.

Il 19 settembre, a partire dalle 18.30, Dea Squillante, direttrice del Sarno Film Festival, il regista Giuseppe Sciarra e la giornalista Rosaria Carifano saranno gli ospiti di un talk show condotto da Emanuela Marmo. Oltre ai protagonisti citati, sarà possibile visionare dei brevi video e delle gallerie fotografiche che ricostruiranno un vero e proprio viaggio tematico nel rapporto tra cinema e blasfemia. e

La serata si conclude con la proiezione di un cortometraggio animato di Arafat Mazhar: Swipe è un cortometraggio animato dipinto a mano, realizzato da un team di 20 animatori, musicisti, narratori e attori pakistani. Scritto, disegnato, animato, composto, recitato presso i Puffball Studios, Swipe è il tentativo con cui un gruppo di artisti pakistani prova ad affrontare la crisi crescente derivante dal nesso tra tecnologia, estremismo e fascismo religioso.

Il fine-settimana successivo di Ceci n’est pas un blasphème si svolgerà al Lanificio25.

Il 24 settembre alle 21.00, Daniele Fabbri in collaborazione con Davide DDL conduce una serata dedicata alla stand-up comedy e ai comici selezionati tramite call: Lucia Arrigoni, Alberto Grezzani, Mario Raz, Emanuele Tumolo, Lorenzo Vecchi.

Il 25 settembre, sempre alle 21.00, gran finale degli eventi live con il concerto di Porfirio Rubirosa and his band.

Un ringraziamento speciale va a Dirama snc che, dal 24 al 26 settembre, produrrà pro bono le dirette streaming condotte da WannaBeBuddha e Padre Kayn, permettendo così a chi non potrà essere presente di assistere agli appuntamenti anche da casa.

Il Festival non ha finalità di lucro e ha due obiettivi interdipendenti: promuovere l’arte anticlericale dando ad essa committenza e spazi di espressione; raccogliere fondi da devolvere in favore di organizzazioni che offrono protezione e assistenza legale a persone perseguitate perché atee, apostate o blasfeme.

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