“Amarcord” è un film di Federico Fellini, scritto con Tonino Guerra, uscito nelle sale italiane il 13 dicembre del 1973. Vinse il premio Oscar come “miglior film straniero” nel 1975 ed è attualmente considerato una delle pellicole più importanti e rappresentative della storia del cinema italiano, un’opera in grado di emozionare chiunque, come poche altre. È un film che, secondo l’enciclopedia Treccani, ha segnato un’intera epoca.
Un film privo di trama che si immerge nella quotidianità
“Amarcord” non è un film convenzionale. Il lungometraggio racconta un anno di vita, da una primavera all’altra, in un antico borgo di Rimini. Non vi è una trama ben precisa; il film rappresenta un viaggio a contatto con la vita quotidiana degli abitanti del borgo, nel quale possiamo trovare momenti di ordinaria umanità rappresentati da tradizioni, festività e usanze tipiche del tempo. “Amarcord” di Fellini racconta la quotidianità di quegli anni attraverso gli occhi dell’innocenza e della spensieratezza adolescenziale, utilizzando il personaggio di Titta (uno dei tanti protagonisti del film) come proprio alter ego.
L’Italia fascista come sfondo
Il lungometraggio è ambientato negli anni ’30, di conseguenza non mancano scene che rievocano la routine dell’Italia fascista di quegli anni. Il racconto di “Amarcord” non riporta semplicemente scene come l’adorazione della figura del Duce o la celebrazione del Sabato fascista, ma l’intento di Fellini sembra essere piuttosto quello di invitare lo spettatore a soffermarsi su quelle che erano le emozioni più intime di coloro che vivevano a contatto con questa realtà, considerando tanto chi aderiva all’ideologia fascista quanto chi prendeva le distanze da essa. Fellini riesce dunque nel suo intento di rappresentare la quotidianità e l’esperienza umana di quegli anni nella sua interezza.
Uno sguardo ai personaggi
La Gradisca, uno dei personaggi principali del film – Wikipedia (autore: sconosciuto)
In “Amarcord” di Fellini non vi è un vero e proprio protagonista; tutti i personaggi che appaiono nel lungometraggio hanno una propria storia da raccontare.
Alcuni personaggi riescono a catturare l’attenzione dello spettatore meglio di altri, come ad esempio la provocante e affascinante Gradisca o Volpina, che incarna il lato oscuro della tentazione e della passione umana.
Fondamentali in questo film sono anche gli adolescenti del borgo, tra i quali emerge sicuramente Titta, che oltre a incarnare l’alter ego di Fellini, rappresenta anche il passaggio dal mondo dell’infanzia a quello dell’età adulta.
Le vite e le esperienze personali degli abitanti del borgo si intersecano e si intrecciano tra loro in questo vortice caotico che caratterizza la routine quotidiana, creando un legame che unisce tutti i personaggi del racconto.
Amarcord: il significato del titolo
Scena del film Amarcord – Wikipedia (autore: DexMorgan)
Il titolo del film sembrerebbe essere un riferimento a un’espressione dialettale romagnola: la parola “amarcord”, infatti, significa “mi ricordo”. In realtà, il titolo non farebbe riferimento solo a questa espressione. Tonino Guerra (co-sceneggiatore), infatti, afferma che il titolo fa riferimento anche a un alcolico, l’amaro Cora, solitamente ordinato nei bar da coloro che godevano di una situazione economica più agiata. Pertanto, il termine “Amarcord” potrebbe avere anche questa origine.
Pur essendo una pellicola di due ore, la visione è molto piacevole e non risulta noiosa; il tempo scorre velocemente, coinvolgendo lo spettatore e tenendolo incollato allo schermo per tutta la durata del lungometraggio. È un film intramontabile che lascia un senso di tranquillità, dato proprio da questo scorrere degli eventi che offrono allo spettatore la possibilità di allontanarsi per un momento dalla frenesia della vita.
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