Cannes 2019, vince Parasite di Bong Joon-ho

Cannes 2019

Il festival di Cannes 2019 è giunto al termine e anche quest’anno è stata assegnata la palma d’oro al miglior film. Si tratta di Parasite, del regista coreano Bong Joon-ho  

Le luci dei riflettori sul festival di Cannes 2019 si sono spente. Un’edizione della kermesse cinematografica d’oltralpe che verrà ricordata per momenti diversi: la palma d’oro alla carriera consegnata ad Alain Delon nonostante le contestazioni per via delle sue dichiarazioni sulle donne e i gay, l’annuncio di Sylvester Stallone dell’arrivo di un quinto capitolo della saga di Rambo, la presentazione dell’attesissimo Once upon a Time in Hollywood di Quentin Tarantino e soprattutto Il traditore, l’unico film italiano in concorso diretto da Marco Bellocchio e interpretato da Pierfrancesco Favino.

La giuria di Cannes 2019, presieduta da Alejandro González Iñárritu ha conferito la palma d’oro a Parasite, film del regista coreano Bong Joon-ho incentrato su un complotto familiare per ragioni economiche. Il Grand Prix speciale della giuria è andato ad Atlantique di Mati Diop, prima regista di colore a far parte della selezione ufficiale di Cannes 2019. Film a metà strada tra documentario e fiction, che racconta le condizioni del Terzo mondo da un punto di vista femminile.

Cannes 2019, gli altri premi

Ad Antonio Banderas è andata la palma per il miglior attore per Dolor y Gloria di Pedro Almodòvar. Il film del regista spagnolo non ha vinto nessun altro premio nel corso della cerimonia, ma Banderas ha voluto lasciare una dichiarazione tombale: «Io voglio dare questo premio al mio personaggio. Che si chiama Salvador Mallo. E tutti noi sappiamo che Salvador Mallo è Pedro Almodovar». La palma per la miglior attrice è stata data ad Emily Beecham per il thriller Little Joe di Jessica Hausner, mentre il premio della giuria è andato a pari merito a Les Miserables di Ladj Ly e Bacurau di Fleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles. Il premio per la miglior regia è stato conferito ai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne per Le jeune Ahmedstoria di un adolescente arabo radicato in Belgio che pianifica un attentato terroristico dopo essersi convertito all’islamismo. Un’opera che non sembra sia stata accolta con molto entusiasmo.

Il premio per la migliore sceneggiatura è andato a Celine Sciamma per Portrait de la jeune fille en feu, film di costume ambientato nel XVIII secolo e che vede protagonista una giovane pittrice. Menzione speciale per la commedia It must be Heaven di Elia Suleiman e Premio Camera d’Oro al miglior primo film per Nuestras Madres di Cesar Diaz, regista guatemalteco che ha studiato cinema in Francia e in Belgio. I grandi esclusi della serata accanto ad Almodòvar sono stati Quentin Tarantino e Marco Bellocchio, che tornano Cannes 2019 a bocca asciutta senza nessun premio per i loro Once upon a time in Hollywood e Il traditore. Il primo è una storia ambientata nella Los Angeles del 1969 durante i delitti della setta di Charles Manson, mentre il secondo è un biopic sul mafioso e poi collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta.

 

Fonte immagine copertina: https://www.cinefilos.it/cinema-news/2019b/cannes-2019-previsioni-film-397455

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A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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