Capri-Revolution, la ricerca della libertà attraverso la ribellione

Capri-Revolution, la ricerca della libertà attraverso la ribellione

Presentato mercoledì 19 al cinema Filangieri di Napoli in anteprima per la stampa, Capri-Revolution, nuovo film di Mario Martone, dal 20 dicembre è nelle sale cinematografiche e sembra proprio destinato a far parlare di sé

Basato su un dato storico reale, e cioè sull’esistenza di una comune fondata a Capri dal pittore tedesco Karl Diefenbach tra il 1900 e il 1913, Capri-Revolution chiude la trilogia di Mario Martone sulle grandi utopie del secolo scorso e parla di un passato più che mai attuale. La vicenda è però elaborata in maniera molto libera: viene spostata nel 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale, e la figura del pittore spiritualista Diefenbach si trasforma in un giovane artista performativo, animato da principi che costituiranno la materia prima dei concetti elaborati molti decenni più tardi da Joseph Beuys.

Capri-Revolution: la storia di una donna alla ricerca della libertà

Capri, 1914. Alle porte della prima guerra mondiale, Lucia, una giovane capraia senza istruzione e sottomessa ad una famiglia maschilista, avrà il coraggio di esplorare una nuova realtà avvicinandosi alla comune guidata da Seybu. Qui scoprirà sé stessa e il suo inarrestabile desiderio di libertà.

Nell’arte di Diefenbach, il rapporto con la natura è fondamentale. Oltre alla sua esperienza, si può citare quella di Monte Verità nei pressi di Ascona, in Svizzera, dove nacque la danza moderna. Tutte queste esperienze germoglieranno nel corso del Novecento per poi diventare una vera e propria rivoluzione negli anni ‘60 e ’70. In Capri-Revolution ciò che salta subito all’occhio è che i concetti, la filosofia, le convinzioni dei personaggi sono estremamente contemporanee: oggi più che mai, infatti, ci si chiede che senso dare al progresso e al rapporto dell’uomo con la natura.

Mario Martone: “Da tempo progettavo un film che avesse come protagonista una donna”

Nel corso della conferenza stampa il regista ha però precisato che quest’ultimo lavoro si differenzia per certi versi dalle due pellicole precedenti, “Noi credevamo” e “Il giovane favoloso”: “Nonostante Capri-Revolution vada a chiudere la trilogia, al tempo stesso è un film diverso dagli altri due, molto libero anche nei riferimenti storici. Intanto si è trattato di una scoperta, non tanto della pittura di Diefenbach, le cui tele si possono ammirare nella Certosa di Capri, ma quando ho visto il grande quadro in cui c’è Dio che ferma la mano dell’uomo che sta per uccidere un cervo, ho scoperto che era un quadro fondante del vegetarianesimo in senso culturale e ho capito che c’era un’idea di arte intesa in senso politico”, ha spiegato Martone.

“Con Ippolita Di Maio volevamo da tempo fare un film che avesse come protagonista una donna. La dinamica maschile-femminile è un tema che mi ha sempre interessato. I temi sono tutti lì: l’organizzazione sociale, il modo di vivere tra le persone, il rapporto con la natura, la reazione ad un progresso che, come aveva profetizzato Leopardi, non avrebbe portato solo felicità. E, non ultimo, il vegetarianesimo, che comunque lo si veda, rappresenta un frontiera politica del futuro perché legata non solo a questioni di carattere morale ma anche pratico”, ha concluso il cineasta.

“Siamo partiti concentrandoci su due temi: da una parte la scoperta, nuova per noi, di questa comunità di giovani artisti che si trasferiscono a Capri da tutta Europa e mettono in pratica una forma di arte performativa, dall’altra appunto il desiderio di raccontare una donna. Una donna che raggiunge la consapevolezza di sé attraverso la trasgressione: ribellandosi alla famiglia patriarcale in cui è vissuta, ma anche alla comunità che l’accoglie. Una ricerca di sé solitaria che potrà essere faticosa, il cui prezzo si paga sempre, ma che tuttavia è libertà ed è irrinunciabile”, racconta Ippolita Di Maio.

Distribuita nelle sale da 01  Distribution, la pellicola interpretata da Marianna Fontana, Reinout Sholten Van Ashat, Antonio Folletto, Gianluca Di Gennaro, Eduardo Scarpetta, tra gli altri, è stata presentata in anteprima alla 75esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il 6 settembre 2018.

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