Da cosa nasce cosa di Gino Rivieccio | Recensione

da cosa nasce cosa

Il 10 settembre alle 20:00 il Cine Teatro Acacia ha spento le sue luci per svelare l’anteprima del film di Gino Rivieccio “Da cosa nasce cosa”, una commedia che segna il debutto di Gino Rivieccio, noto comico napoletano. Per la prima volta, Gino Rivieccio si è cimentato non solo nel ruolo di attore, ma anche in quelli di regista e autore, scrivendo la sceneggiatura in collaborazione con Gustavo Verde e Alessandra D’Antonio. Il film ha già riscosso grande successo, concorrendo all’ultimo Festival del Cinema di Pompei come unico film italiano, dimostrando che la risata può essere un veicolo per un’indagine più profonda. Nel cast, oltre a Gino Rivieccio, sono presenti: Susy del Giudice, grande attrice di teatro e recentemente candidata a i David come migliore attrice per la sua interpretazione del film I Fratelli de Filippo, Maurizio Mattioli, noto comico romano, Maria Sole Pollio, Mary Esposito, figura emergente nel panorama social italiano, Anna Gaia Sole, Salvatore Lioniello, Antonella Morea, Gianni Ferreri, Tiziana Carotenuto, Lello Pirone, Giuseppe Sannino, Alessandra Ierse, Tilde de Spirito, Gianni Ferreri, Pauli Nauli.

La famiglia come nucleo portante del film 

La trama di “Da cosa nasce cosa”, si dipana come una tela intessuta di legami familiari, al cui centro si trova Antonio Schiattaro, un imprenditore caseario che incarna l’essenza del padre geloso e possessivo. La sua vita è un castello di affetti costruito attorno alle sue due figlie, Bianca (la primogenita) e Gina. Una sorta di nido che cerca costantemente di difendere e tenere al suo fianco, tuttavia un evento improvviso sconvolge l’equilibrio familiare. Gina, studentessa brillante, ha la possibilità di intraprendere una gita a Merano, in Alto Adige con i suoi docenti e amici. Tutto ciò, si configura come una sorta di dramma familiare che riesce a risolvere Conci, la madre di Gina, con la sua infallibile mossa la “Schiattaro by night”.  Dopo numerosi ripensamenti, Antonio concede alla figlia questa gita a Merano a patto che si faccia in nome della cultura e che il telefono sia sempre acceso per chiamarla 96 volte al giorno. Una clausola che non viene rispettata dalla figlia che non appena arriva a Merano si sente finalmente libera. L’aria delle montagne, la nuova architettura e la gente diversa rappresentano un mondo sconosciuto, eccitante e pieno di possibilità, lontano dai pregiudizi e dalle paure che ha sempre respirato a Napoli. Libera di esplorare la propria identità senza l’ombra costante del padre, si relaziona con Albert, un ragazzo di un’altra cultura e di un’altra parte di Italia. Tale relazione diventa la prova che Gina può prendere le sue decisioni, fare le sue esperienze e costruire il suo futuro, un passo alla volta, fuori dalle mura del “castello di affetti” che l’ha protetta fino a quel momento.  Ritornata a Napoli, Gina continua la sua relazione a distanza con Albert e soprattutto all’oscuro del padre. Tuttavia, durante la sua settimana in Erasmus a Berlino, nonna Ada svela ad Antonio il nascente amore e da lì lo spettatore sarà avvolto da scene esilaranti, malintesi e situazioni comiche. Nonostante ciò, i pregiudizi di Antonio, alimentati dalla paura di perdere il controllo sulle figlie e dal timore verso chi viene da un contesto diverso, si dissolvono in un finale che celebra l’unione e la vita. 

Tra risate e riflessioni: un’analisi a tutto tondo di Da cosa nasce cosa 

Il film trova la sua forza motrice nella straordinaria interpretazione di Gino Rivieccio. Il suo Antonio, il padre iperprotettivo e schiavo dei suoi pregiudizi, è un personaggio in cui lo spettatore si ritrova facilmente, perché incarna le paure e le insicurezze di ogni genitore. Rivieccio riesce a essere irresistibilmente comico, trasformando ogni sguardo, ogni espressione in un piccolo capolavoro di tempismo. La sua performance è il vero motore della pellicola, supportata dalla chimica perfetta con Susy del Giudice, una spalla comica solida e credibile. Tuttavia, la vera bellezza di “Da cosa nasce cosa” si nasconde proprio nella sua morale. Il film, sotto la superficie della commedia, ci parla di accettazione e amore incondizionato. Il viaggio di Antonio non è solo un percorso per accettare il fidanzato della figlia, ma è un viaggio interiore per superare i suoi stessi limiti. Il matrimonio tra Gina e Albert non è solo l’unione di due persone, ma è una metafora dell’unione tra Nord e Sud, tra tradizione e innovazione, tra pregiudizio e apertura mentale. La gravidanza di Gina, che inizialmente spaventa Antonio, diventa il simbolo della vita, un nuovo inizio che cancella ogni timore e pregiudizio. Il film ci insegna che l’amore, in tutte le sue forme, ha il potere di abbattere ogni barriera e di far nascere qualcosa di nuovo e di straordinario. “Da cosa nasce cosa”, pur non essendo un capolavoro cinematografico, è un film che fa riflettere sull’importanza di lasciar andare, di credere nel futuro e di trovare la forza di guardare oltre le apparenze. 

In un’epoca di muri e divisioni, questo film ci ricorda che la vera vittoria non è nel difendere ciò che si ha, ma nel trovare il coraggio di costruire ponti.

Di seguito il trailer.

Fonte immagine in evidenza: ufficio stampa

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