Euphoria: l’altra faccia della realtà adolescenziale

“Euphoria” è una serie tv statunitense che prende vita dalle idee e dalla penna dello scrittore Sam Levinson. La serie trae le sue origini dallo show israeliano (in ebraico “אופוריה‎”), ideato dal famoso Ron Leshem. Il prodotto, targato HBO e trasmesso il 16 giugno 2019, (in Italia disponibile successivamente su Sky e in streaming su Now) mette in scena molti temi ricorrenti nei teen drama, come l’amore, l’amicizia, i tradimenti e il conflitto interiore per trovare sé stessi.

I 18 episodi che compongono Euphoria (dalla durata di 48-65 minuti ciascuno), sono intrisi di emozioni che caratterizzano gli eventi della storia e sconvolgeranno la vita dei teenagers protagonisti. A loro volta gli episodi sono suddivisi in due archi narrativi grazie a due avvincenti stagioni. In seguito all’enorme successo riscosso nel pubblico, Euphoria è stata rinnovata per una terza stagione, dando così spazio alla curiosità e all’immaginazione sull’evolversi delle vicende e delle vite degli adolescenti.
Tra i maggiori attori, citiamo Zendaya (nei panni della protagonista e narratrice Rue), nota finora per aver preso parte a prodotti come show targati Disney fino a film molto noti come “Spider-Man–Homecoming” e un musical “The Greatest Showman”. Inoltre, ha interpretato un ruolo principale nel film “Malcom&Marie”, scritto e diretto, non a caso, dallo stesso Sam Levinson.

Sinossi
Euphoria comincia proprio con la sua storia: la giovane soffre di attacchi di panico sin da bambina e ha cominciato presto a fare uso di droghe. Tale situazione si è aggravata al punto da costringerla a trascorrere l’estate in un centro di disintossicazione dopo essere entrata in coma per un’overdose. Tuttavia, non è l’unica a vivere nel costante rischio: l’adolescenza è un periodo sfrenato, adrenalinico e inquieto anche per Nate (Jacob Elordi), Cassie (Sydney Sweeney), Maddy (Alexa Demie), Kat (Barbie Ferreira), Lexi (Maude Apatow) e la nuova arrivata Jules (Hunter Schafer), ecc..
Tutti alla continua ricerca di quella sensazione di “euforia” tanto difficile da provare a mente lucida. Accumulando segreti sempre più scabrosi, i ragazzi scoprono le conseguenze delle droghe, della violenza, affrontando problemi di autostima, traumi presenti e passati, abusi fisici e psicologici, accettazione della propria identità.

Cassie, Jules, Rue, Lexi. Nate in Euphoria.

Ma perché tanto successo?
Si tratta di temi alquanto ricorrenti e “scontati”, allora perché raggiungere 6 milioni e mezzo di spettatori?
Per non parlare del successo riscosso sulla pagina Instagram con ben 7,6 milioni di followers e 33 miliardi di visualizzazioni su TikTok.
Insomma, non si tratta di un semplice dramma adolescenziale ma va ben oltre: i temi citati vengono affrontati con una tale maturità ed emotività non appartenente a tutti i giovani di oggi.
Viene mostrata la realtà con tutte le sfaccettature che ne derivano, mostrando scene crude, dettate dall'”euphoria” del momento e poco indicate ai più deboli e moralisti. Dunque, si presta particolare attenzione a come viene analizzato questo capolavoro, più che il contenuto.
Questi temi non vanno assolutamente sottovalutati: si invitano gli spettatori a riflettere e nel caso, a rispondere consapevolmente a tali problematiche.
Viene dato particolare spazio all’adolescente “tormentato”, senza però perdere di vista la sua famiglia, la quale è sottoposta ad ulteriore sofferenza dovuta al carico emotivo che ne consegue (ad esempio lo stato della sorella e madre di Rue che, purtroppo, sono fortemente coinvolte nel percorso di disintossicazione dell’adolescente, assistendo quotidianamente ad avvenimenti di una certa gravità, combattendo insieme tra la vita e la morte).
Vengono annientati, d’un tratto, valori necessari nella nostra vita, senza riflettere sulle conseguenze, in maniera del tutto incosciente.

Come apprezzare Euphoria?
Il punto però è familiarizzare ed empatizzare col singolo personaggio al fine di, se non comprendere, almeno approfondire le ragioni che hanno spinto i giovani ad assumere determinati atteggiamenti sregolati.
Verremo ripagati con straordinarie (in positivo) evoluzioni dei personaggi, volte ad attirare sempre più la nostra attenzione.
Il tutto è reso più realistico (oltre alle ottime inquadrature e la coerenza della trama e dei personaggi) grazie alla recitazione dei grandi attori, soprattutto Zendaya (Rue) che ha vinto l’Emmy nel 2020 alla candidatura come miglior serie internazionale ai BAFTAs (British Academy Television Awards).
L’ambientazione di Euphoria, come luna park e il make-up glitterato, richiama una forte componente visiva e una certa influenza sul giovane pubblico, senza trascurare la musica psichedelica ricca di pathos.
La riuscita di Euphoria però, è proprio l’alternanza di questi momenti “colorati e fantastici” dettati dal divertimento tra amici, feste, spensieratezza, innamoramenti a momenti “cupi e tristi” quali i conflitti familiari, le incomprensioni, la droga; infatti, è stato girato un episodio pilota “Trouble don’t last Always” a fine stagione, uno dei momenti più toccanti della storia del cinema –allerta spoiler- completamente privo di particolare scenografia e sfarzi, girato in un unico luogo, statico, ovvero al tavolo di una caffetteria. 
Qui, abbiamo il piacere di ascoltare un’interessante e profonda conversazione tra Rue e il suo sponsor Ali, anch’egli vittima di stupefacenti ma in fase di guarigione (uomo di mezza età, “spirito guida”). La ragazza coglie l’occasione per lasciarsi andare ad una profonda riflessione sulla vita e sul mondo in generale, manifestando atteggiamenti del tutto pessimistici; e il tutto in ben 57 minuti, la totale durata della puntata.
Qualcuno potrebbe annoiarsi, qualcun altro invece, potrebbe apprendere importanti lezioni di vita.

Ne deriva un messaggio importante: imparare ad ascoltare senza giudicare. 
L’attore coinvolto, Colman Domingo (Ali), afferma:
“Non c’è stato il solito circo, sul set, e ad essere onesto in questo modo è stato più piacevole fare un tipo di lavoro che richiede un tale senso di pace. Limitarsi ad ascoltare e rispondere.
Imparare ad ascoltare e rispondere.
Fare l’unica cosa che a chiunque nel mondo chiediamo di fare, ossia sedersi uno di fronte all’altro e intavolare una discussione significativa, affrontare argomenti profondi. Senza aver paura, certo, ma mettendoci anima e corpo, perché il punto è riuscire a sentirsi più vicini a quella persona.”

Una serie tv che, grida aiuto, merita ascolti (non è stata affatto delusa), in grado di alternare in pochi episodi leggerezza e drammaticità in una stesura fluida con ritmo stimolante, che catapulta lo spettatore, giovane e non, in un’esperienza sensoriale  unica; un’esperienza d’euphoria, appunto.
Certamente, alcune immagini possono risultare troppo esplicite, superficiali, banali, soprattutto nei confronti di molti adolescenti non ancora pronti ad accoglierle e a capirne il senso, col rischio di trasmettere un brutto esempio.
Però, ciò, non dovrebbe preoccuparci: viene sempre mostrata l’altra faccia della medaglia.
C’è sempre una conseguenza ad ogni cattiva azione e, questa conseguenza, viene mostrata senza paura e filtri.
Dunque, è un contenuto cinematografico altamente educativo e, naturalmente, delicato.

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A proposito di Francesca Lerro

Iscritta all'Università degli studi di Napoli "L'Orientale", facoltà di Lingue e Culture Comparate. Passione per la cultura francese (cinema, moda, letteratura) e per i romanzi dei più celebri autori russi. Non a caso, studio Francese e Russo. Adoro particolarmente le serie americane anni '90, i FunkoPop e la musica indie/rock/pop. Scrivere dà voce ai miei pensieri.

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One Comment on “Euphoria: l’altra faccia della realtà adolescenziale”

  1. Ottima recensione, descrive a tutto tondo la serie, ed è efficacie e funzionale sia per il lettore che non l’ha mai vista, dandogli giusti stimoli e motivazione per iniziarla ed apprezzarla, sia per chi l’ha vista, mi trovo d’accordo con quasi la totalità dell’articolo. Molto apprezzato l’ultimo trafiletto su come apprezzare la serie, che può essere molti utile ad utenti che vogliono avvicinarsi al genere ma che non sposano pienamente i temi, dandogli delle sfaccettature per apprezzarla.

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