Fleabag ovvero ognuno di noi

Fleabag ovvero ognuno di noi

Phoebe Waller-Bridge è stata definita una delle 100 persone più influenti al mondo dal Time, ed è autrice della sua piccola perla Fleabag, di cui è anche produttrice e protagonista, ma anche della serie thriller Killing Eve. Guardando la prima non si può davvero fare a meno di innamorarsi della naturalezza dell’attrice, del suo senso dell’umorismo unico e della sua infinita umanità: Fleabag entra nella nostra intimità e negli angoli più reconditi dei nostri pensieri scherzandoci su, senza farci sentire mai soli. Di contro però, anche noi spettatori allo stesso tempo non lasciamo mai sola la nostra anti-eroina: attraverso una rottura della quarta parete, Waller-Bridge parla con noi, dissociandosi dai fatti intorno a sé, per una comunicazione unica e complice.

“Noi”, da dietro lo schermo, diventiamo l’unica entità che ha costruito questo rapporto di complicità con lei, che conosce i suoi segreti e pensieri più spontanei e nascosti, che senza giudicare si rivede in lei; diventiamo una fuga momentanea da quello che è il micro-ecosistema di Fleabag, fatto di relazioni familiari disfunzionali e traumi passati. La protagonista arriverà ad ammettere che quella entità è la sua unica amica.

Questa serie viene definita “commedia drammatica”, “umorismo nero”, è spiritosa, irriverente, ma scende ancora più a fondo di così.

Fleabag: Le disfunzioni relazionali (Stagione 1)

La protagonista (di cui non sappiamo mai il nome, perché è un po’ tutti e nessuno, ma di sicuro è reale) ha subìto in un passato prossimo due tragici lutti: quello di sua madre, forse la persona più vicina alla sua natura della sua famiglia, e quello della sua migliore amica Boo, suicidatasi in un incidente.

L’animo della protagonista sembra irremovibile, il suo wit (spirito, arguzia all’inglese, umorismo intelligente) rimane invariato anche durante le peggiori tragedie. Ma entrando nella sua testa scopriamo numerosi flashback e voci che pesano sulla sua coscienza, e le difficoltà che derivano dal convivere con la sua dipendenza dal sesso.

Si capirà intuitivamente che, da un punto di vista psicanalitico, questa disfunzione relazionale è riflesso degli esempi all’interno della cerchia della propria famiglia: non sappiamo molto dei rapporti con la madre o della madre con il proprio marito, ma questi ci appare come un padre che non riesce a comunicare con le proprie figlie e che rare volte ha avuto una comunione emotiva con loro. Perfino fra le sorelle l’affetto è stentato, fra vicende d’amore ed odio. Fleabag è allo stesso modo incapace di comunicare realmente con qualunque personaggio che cerchi da lei un rapporto romantico, e sono poche le persone nella sua vita con le quali abbia trovato una connessione e un’amicizia vera.

La stessa sorella della protagonista (Claire) intrattiene un rapporto decisamente disfunzionale con il proprio marito dipendente dall’alcol, viscido e con una bassa autostima.

La dipendenza di Fleabag la allontana dal ricevere qualsiasi affetto reale e risulterà la causa del suo isolamento in tutto e per tutto.

Per noi che la guardiamo con occhi complici, sembrerà estremamente incompresa. Abbiamo un vantaggio rispetto ai personaggi della vicenda: sappiamo cosa scorre nella sua mente oltre l’umorismo e possiamo comprenderla nella sua autenticità. Quella autenticità fatica ad uscire, invece, dinanzi a tutti gli altri personaggi, fatto che di certo  non permette di gettare solide basi relazionali.

Fleabag: Amor profano e legami reali (Stagione 2)

Fortissimo e amarissimo dipinto dell’amore in senso profondo e reale, e non fiabesco.

La stagione si apre con una cena familiare e parecchie novità; un episodio estremamente teatrale che dalla freddezza da meeting d’azienda si sviluppa in una ritmata escalation.

In questo capitolo è centrale il rapporto con il personaggio del prete, conosciuto alla cena:  un uomo alla mano, che mantiene la propria fede e la riconoscenza verso Dio per ogni piacere della vita, ma che di sicuro come ogni uomo conserva le proprie debolezze. Il prete è una mano a cui Fleabag si aggrappa nella confusione delle proprie vicende familiari, una persona amica che la guarda e la ascolta senza doppi fini.

Il problema sorgerà quando il prete non rappresenterà più la grazia di Dio ma sé stesso in persona e il contatto diventerà reale: il prete sarà l’unico ad accorgersi dei “momenti di assenza” di Fleabag non appena parla a “noi”; in tal modo, si confonderà l’interno con l’esterno della testa della protagonista, fino alla dissolvenza finale. L’ottimismo e la calma del prete e la confusione della protagonista, ossia le caratteristiche iniziali dei due personaggi, si avvicenderanno e scambieranno durante il loro contatto.

Il risultato è un abbraccio caldo e un pugno allo stomaco. Con uno spirito in cui rivederci, la serie indaga tutti i tipi di relazione, quanto siamo bravi a farli fallire e quanto effettivamente non possiamo farci niente. Capiamo ridendo la dura realtà dei rapporti umani ma capiamo anche che le persone sono tutto ciò che abbiamo.  

Fonte immagine: Wikipedia

 

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