7 Consigli per migliorare le abilità comunicative

Consigli per migliorare le abilità comunicative

Comunicare è sempre stato alla base dell’attività degli esseri viventi: le piante comunicano attraverso impulsi elettromagnetici o messaggeri ormonali, gli animali attraverso segnali visivi, olfattivi, uditivi o tattili, oppure ancora attraverso vibrazioni ed elettricità, mentre gli esseri umani sono abituati fin da appena nati a comunicare attraverso l’utilizzo della parola. La comunicazione si presenta come un’azione innata che svolgiamo in maniera quasi inconscia, ma quante volte ci siamo trovati in situazioni in cui il nostro interlocutore proprio non capiva che messaggio avevamo intenzione di trasmettergli? Oppure in situazioni in cui il pubblico a cui stavamo parlando proprio non ne voleva sapere di ascoltarci? Per quanto si cerchi di dare la colpa all’altro, la verità è che spesso la colpa è nostra e di come impostiamo la nostra corrispondenza.
Per evitare che tutto ciò accada, vediamo dunque quali possono essere i consigli per migliorare le abilità comunicative e far sì che ogni messaggio raggiunga il proprio destinatario.

Cosa sono le abilità comunicative?

L’antropologo che si occupò di questo genere di studi, Dell Hymes, affermava che un soggetto aveva affinato a dovere le proprie capacità comunicative quando sapeva «quando parlare, quando tacere, e riguardo a che cosa parlare, a chi, quando, dove, in che modo». Riassumendo: le abilità comunicative corrispondono ai requisiti fondamentali per emettere messaggi facilmente comprensibili. Ovviamente sono diverse in base all’ambito che prendiamo in considerazione: sul lavoro avremo bisogno di sviluppare un tipo di abilità che in ambito personale, o ancora scolastico e universitario non andranno bene. Quindi a ogni contesto sociale appartiene una tecnica di comunicazione differente, anche se ci sono delle linee guida comuni che possono sicuramente aiutare nel processo.

Come migliorarle?

Innanzitutto, delineiamo gli elementi che compongono uno scambio comunicativo.

  • Emittente: il suo compito è quello di trasmettere un messaggio;
  • Destinatario: deve ricevere il messaggio, decodificarlo e dare un feedback in risposta. Il destinatario, ovviamente, può anche essere un’entità costituita da più persone;
  • Canale: il mezzo attraverso cui si comunica. Ad esempio la voce, i messaggi, oppure una telefonata;
  • Codice: cioè il linguaggio utilizzato, che deve essere condiviso da emittente e destinatario (ad esempio, due interlocutori che parlano lingue diverse non condivideranno lo stesso codice, lo scambio è quindi reso più difficile o, in alcuni casi, anche impossibile);
  • Contesto: l’ambiente in cui avviene la conversazione, che non comprende solo il luogo fisico ma anche altri fattori come la relazione che lega le due parti, il livello culturale, ecc…

Comprese le componenti principali di cui tenere conto quando attuiamo una conversazione con qualcuno, scendiamo un po’ più nello specifico per capire quali sono gli aspetti da migliorare per ottenere attenzione ed essere compresi.

Comunicazione non verbale

È fondamentale nell’ambito comunicativo. È stato infatti dimostrato che il 90% delle nostre interazioni quotidiane avvengono tramite comunicazione non verbale, mentre la percentuale di questo elemento durante uno scambio comunicativo che comprende l’utilizzo della parola si aggira intorno al 93%. Si concentra prevalentemente sull’analisi del linguaggio del corpo e delle espressioni facciali (cinesica) e in parte anche sul tono di voce, sul ritmo e sul volume della parlata, ma anche sulle pause e sulle modalità d’utilizzo del dialetto (aspetti paralinguistici).
Per migliorare dunque le nostre capacità comunicative dobbiamo partire dall’osservazione del nostro interlocutore: è importante anzitutto imparare a decodificare la mimica facciale e saper riconoscere un’espressione annoiata o stufa da una entusiasta o interessata, ma ancora più fondamentale è imparare a distinguere le informazioni dateci dal linguaggio non verbale. Ad esempio, le braccia conserte o le spalle curve sono la manifestazione fisica di uno scarso interesse nei confronti della conversazione che si sta affrontando, mentre braccia lungo i fianchi e spalle e postura rilassate, sono indicatori di una predisposizione all’argomento, e quindi di interesse. Un consiglio per invogliare alla comunicazione è quindi quello di mostrarsi all’altro fisicamente predisposti e soprattutto di evitare di forzare uno scambio con chi, all’apparenza, si mostra ostile o poco interessato. 

Ascolto attivo

Consiste nella capacità di ascoltare l’altro senza l’influenza dei propri giudizi e cercando di acquisire il suo punto di vista per poter comprendere appieno il contenuto del messaggio che sta comunicando. Per far ciò bisogna mettere da parte le proprie modalità di pensiero per immedesimarsi completamente nell’altro. Non a caso questo sfocia spesso nell’empatia.

Questa modalità di comunicazione aiuta l’interlocutore a sentirsi a proprio agio durante una conversazione e gli dà anche la possibilità di sentirsi compreso e rispettato nei propri bisogni. Uno tra i consigli per migliorare le abilità comunicative in questo caso potrebbe essere rielaborare il concetto in modo tale da chiedere conferma all’altro dell’accurata comprensione, così come per dimostrargli di aver realmente afferrato il messaggio. Frasi del tipo “ti senti…”, oppure “mi pare di capire che…” servono esattamente a questo scopo e rendono più semplice il processo di comprensione. Inoltre bisogna saper tacere quando serve ed evitare del tutto di influenzare il soggetto consigliandogli qualcosa che avremmo potuto fare noi se ci fossimo trovati nella sua situazione. Questo può infatti spingere l’altro a riporre poca fiducia nel proprio metodo di reazione e quindi ad agire in un modo non conforme a quello che sente più adatto alla sua persona.

Ulteriori consigli utili per migliorare le abilità comunicative

  • Concentrarsi sulla qualità piuttosto che sulla quantità, eliminando intercalari comuni come “beh”, “cioè”, “diciamo”, che non aiutano a mantenere l’attenzione sul concetto che si sta esprimendo. È meglio una frase più breve ma piena di contenuto che una lunga ma insignificante.
  • Sviluppare le affermazioni in modo tale da fornire diversi spunti di conversazione. Frasi brevi e vuote non danno modo all’altro di intavolare una conversazione che possa risultare interessante, quindi in alcuni casi è meglio fornire brevi informazioni in più così da poter permettere all’altro di agganciarsi a più argomenti.
  • Non fare troppe domande unidirezionali. La comunicazione non è un’intervista, dunque va sviluppata in modo tale da condividere bene o male la stessa quantità di informazioni. Fare troppe domande può mettere in soggezione l’interlocutore e spingerlo a chiudersi dietro frasi brevi e scontate.
  • Guardare sempre l’interlocutore negli occhi. Serve a manifestare sicurezza nei riguardi di ciò che stiamo comunicando e a manifestare interesse circa l’altro.
  • Evitare la comunicazione aggressiva. Sicuramente permette di ottenere i propri obbiettivi, ma va a ledere in maniera non indifferente tutti i rapporti sociali. Limita lo spazio altrui e in alcuni casi può sminuire e mortificare l’altro tagliando di netto ogni possibilità di comunicazione costruttiva. 

In conclusione, per quanto comunicare possa sembrarci semplice e scontato ci sono centinaia di regole non scritte che vanno rispettate se l’obbiettivo è quello di portare avanti conversazioni reciproche e rispettose. Non sempre è facile comprendere l’altro e mettersi nei suoi panni, così come non è facile eliminare abitudini sbagliate e limitanti, per questo sono stati fatti numerosi studi sulle modalità e sulle impostazioni di una corretta comunicazione. Divertitevi a sperimentare!

Fonte immagine: Freepik

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