Girl in the basement: il film basato su una storia vera

Girl in the basement: il film basato su una storia vera

Girl in the basement è un film thriller del 2021 ed è stato diretto da Elisabeth Röhm. La storia vede come protagonista Sara, una ragazza che sogna di poter andare via da casa un volta compiuti 18 anni a causa del padre, che le vieta di fare qualsiasi cosa, ma sarà il padre stesso ad impedire alla figlia di realizzare il suo obiettivo. Un giorno con una scusa la attira nel loro scantinato e la chiuderà a chiave.

Il seminterrato ben sigillato, senza finestre e con due porte che si aprono solo con un codice, ma che viene cambiato ogni giorno per impedire la fuga alla ragazza. Il tutto nascosto da una libreria. Sara ha cercato in tutti i modi di poter fuggire, ma questo non è servito a nulla. La prigionia della ragazza durerà 20 anni insieme agli abusi sessuali subiti al padre che porteranno a 4 figli, ma non tutti resteranno nello scantinato: i primi due figli resteranno giù, mentre invece uno morirà poco dopo il parto e l’altro verrà portato al piano di sopra, crescendo con la madre di Sara, la quale era all’oscuro delle azioni svolte dal padre.

Girl in the basement è un film molto crudo, e la sua creazione è stata ispirata da un storia vera, un caso di cronaca che ha fatto il giro del mondo: il caso Fritzl.

Girl in the basement e Il caso Fritzl

Girl in the basement è stato ispirato proprio da questo caso di cronaca. Questo caso si riferisce al sequestro di Elisabeth Fritzl, una donna austriaca che è stata tenuta prigioniera per 24 anni, dal 1984 al 2008, dal padre, Josef Fritzl, nella cantina della casa di famiglia ad Amstetten. Proprio come in The girl in the basement, la prigionia di Elisabeth inziò non appena lei ha compiuto 18 anni e durante tutto il periodo il padre compì molte violenze e abusi sessuali nei confronti della figlia, dai quali nacquero sette figli.

Il padre della ragazza aveva già studiato il piano e lo stava preparando da molto tempo, infatti fin dal 1981 si era messo segretamente a lavoro per poter modificare lo scantinato per poter creare un vero e proprio bunker,  diviso in stanze senza finestre e l’unico accesso era una porta blindata. Il tutto nascosto da un armadio. Josef attirò Elisabeth all’interno del bunker per poi stordirla e ammanettarla ad un paletto. La obbligò poi a scrivere una lettera (che poi lui stesso spedì a casa sua) nella quale la ragazza affermava di esser scappata con un’amica e chiedeva ai genitori di non cercarla; e tutto questo venne fatto per creare una falsa pista.

Nel 2008 Kerstin, una dei figli di Elisabeth ebbe un forte malore, e Josef per non rischiare di dover occultare un altro cadavere decise di portare Kerstin in ospedale per aiutarla insieme ad Elisabeth, ma le condizioni pietose delle due fecero allarmare i medici, che decisero di chiamare gli agenti di poizia per un loro intervento. Dopo vari interrogatori, Elisabeth e i figli vennero portato in cliniche specializzate dove fecero il test del DNA, confermando Josef come colpevole. Venne arrestato e nel 2008 si tenne il processo, che decise il carcere a vita come pena.

Immagine in evidenza: primevideo.com

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