Il cinema espressivo: 13 sguardi indimenticabili nei film

Il cinema è espressione dell’anima e consente di  scorgere fugaci emozioni indipendentemente dal genere scelto. Vi proponiamo, quindi, 13 sguardi indimenticabili nei film.

13 sguardi indimenticabili nei film

Cesira in “La Ciociara”

Il cinema espressivo: 13 sguardi indimenticabili nei film
Fonte Immagine: Screenshot Youtube

Tra gli sguardi indimenticabili nei film può figurare indubbiamente quello di Sophia Loren ne La Ciociara. Il film è ambientato nell’Italia della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale i civili erano sottoposti a continui abusi, anche per mano degli stessi soldati alleati. Qui, Cesira e sua figlia subiscono una violenza sessuale, e la donna volge lo sguardo in camera, mentre subisce e assiste all’orrore, cercando una via di fuga dalla disillusione di un mondo che ora le appare un luogo maligno, in cui non c’è spazio né per lei, né per la sua giovanissima figlia.

Sebastian in “La La Land”

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In questo romantico film, le sorti di Sebastian e Mia si sono divise a causa degli eventi incontrollati della vita, che allo stesso modo li riporta sulla stessa strada, solo per un breve attimo: qui, i due si dedicano uno sguardo che pare alienarli dal resto, per onorare in silenzio l’amore che un tempo li ha uniti, ed incoraggiati a realizzare i reciproci sogni.

Apollonia ne “Il Padrino”

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Apollonia Vitelli-Corleone, interpretata dall’allora volto emergente Simonetta Stefanelli, incontra il giovane Micheal Corleone (Al Pacino) tra le montagne di Corleone. Qui, lo sguardo inconsapevole, ma anche profondo, della giovane donna, la quale incarna il concetto di bellezza mediterranea, spinge Michael all’insanabile innamoramento.

Cabeleira in “City of God”

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Cabeleira, uno dei banditi del Trio Tenerezza, fugge dalla polizia e cerca riparo da un’amica: quando questa apre la porta, compare sullo sfondo Berenice, con il volto illuminato soltanto dalla flebile luce di una candela, della cui bellezza resta irrimediabilmente folgorato, dimenticando per un istante di essere in fuga.

Benjamin ed Elain ne “Il Laureato”

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In questo meraviglioso cult che termina con la fuga amorosa di Benjamin ed Elain, l’espressione finale è caratterizzante uno degli elementi più celebri nella storia del cinema americano. Qui, lo sguardo dei due ragazzi subisce un cambiamento progressivo: inizialmente, i due mostrano sul volto una gioia quasi stolta, tipica di due ingenui innamorati; successivamente, l’approssimarsi dell’ignoto (destinato probabilmente a divenire spiacevole) ne spegne immediatamente l’entusiasmo.

Elio in “Call Me By Your Name”

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Il giovane Elio si siede dinnanzi al fuoco acceso di un camino, in attesa del pranzo, mentre con la memoria ripercorre tutti i momenti trascorsi con il suo Oliver. Lo sguardo del carismatico Chalamet richiama un sentimento più complesso della mera nostalgia dell’interruzione: egli riflette sull’impossibilità assoluta di poter rinnovare quei ricordi tanto cari, poiché il suo amato gli ha annunciato la notizia delle sue nozze con una donna.

Renton in “Trainspotting”

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Renton si trova in discoteca, intento a “procacciarsi” una preda con somma noncuranza, fino al momento in cui viene folgorato dalla visione di Diane. Lo sguardo penetrante di Renton viene descritto dalla bellissima Atomic degli Sleeper e dalla celebre frase: “E con questo, Mark Renton si era innamorato”.

Agatha in “Grand Budapest Hotel”

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Agatha legge una dedica d’amore da parte del suo amato “Zero”, di cui ricambia l’affetto in silenzio, donandogli uno sguardo di tenerezza incontaminata accompagnato dal suono di un carosello e da un primo piano mozzafiato della giovane donna, che presenta una peculiare voglia sulla guancia, a forma di Messico.

Thomas in “The Lighthouse”

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Il magistrale Willem Dafoe conferisce a questo thriller un’interpretazione unica del personaggio di Thomas, descrivendo uno degli stadi più estremi raggiungibili dalla persona, la follia, causata dall’isolamento longevo dalla società. Lo sguardo di Thomas suscita una sensazione mista tra il tenebroso e il perturbante, ossia una sorta di fascinazione per l’oscurità.

Florya in “Va’ e vedi”

Fonte Immagine: Copertina Prime Video

In questo film ambientato nel 1943, epoca dell’invasione tedesca in Bielorussia, gli occhi dell’adolescente Florya mostrano l’effetto graduale che gli orrori della guerra possono apportare al volto umano, distorcendone i connotati che quasi diventano mostruosi.

 Gatsby ne “Il grande Gatsby”

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Fonte Immagine: Screenshot Youtube, video di Movieclips

Daisy e Gatsby non si vedono da cinque anni, e il loro rinnovato incontro suggerisce che i due non hanno mai smesso di amarsi: i loro sguardi si intrecciano con malinconia e meraviglia, mostrando sul volto i rimasugli di una passione mai appassita.

Luca in “Sapore di mare”

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Anche i film poco impegnativi possono riservare delle perle occasionali, da saper cogliere con la dovuta profondità. Qui, Luca lascia una lettera a Marina, il suo primo amore, e infine le dedica uno sguardo estremamente espressivo, poi fissando il vuoto, in cui probabilmente rivanga il passato; la carica nostalgica di questa scena potrebbe valerne l’intero film.

Salvatore in “Nuovo Cinema Paradiso”

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Font Immagine: Screenshot Youtube

L’ultima proposta della nostra serie sguardi indimenticabili nei film è presente in un capolavoro che non necessiterebbe di alcuna introduzione: l’intramontabile Nuovo Cinema Paradiso. Salvatore, altrimenti detto Totò, ha regalato al grande schermo uno sguardo assolutamente indimenticabile: commosso per la visione delle pellicole conservate dall’eterno amico Alfredo, la sua espressione malinconica vuole ricordare la bellezza degli anni immacolati della gioventù, che seppur segnata dalla contraddizione, gli ha permesso di amare.

Fonte Foto in evidenza: copertina Prime Video

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