Diretto da Sabina Pariante, Il Costo di un Miracolo nasce dall’osservazione della vita reale e dalla volontà di raccontare storie con il cuore. Il corto esplora la forza dei silenzi: pochissime battute, gesti misurati e sguardi intensi sostituiscono le parole, perché a volte parlare può essere fraintendibile, mentre il silenzio diventa rivoluzionario, capace di trasmettere emozioni universali.
Il costo di un miracolo: trama e gesti che diventano miracoli quotidiani
Ogni mattina, Roberto accompagna suo figlio Gabriele a scuola, lasciandogli qualche monetina per la merenda. Ma Gabriele, in un gesto di straordinaria delicatezza, sceglie di rinunciare al panino e di donare quei pochi spiccioli a Giobbe, un senzatetto che siede su una panchina davanti alla scuola. È così che, giorno dopo giorno, nasce un legame silenzioso tra due vite ai margini: attese puntuali, sguardi rubati e piccoli gesti di solidarietà che diventano miracoli quotidiani.
Stefano Fresi e il cuore delle piccole produzioni
Quell’uomo grande e gentile che abita su una panchina fuori scuola di Gabriele è Stefano Fresi, che affronta una trasformazione radicale in un senzatetto grazie al lavoro del make-up artist Aldo Signoretti e della costumista Eva Coen ASC.
Durante la serata dedicata alla proiezione, Fresi racconta il valore umano delle produzioni più piccole e come la partecipazione di ciascuno sia più intensa e sentita: “nei cortometraggi c’è più cuore. Ognuno si mette a disposizione del progetto per amore della storia. Con Sabina ci conosciamo da anni e lavorare insieme è sempre un piacere”.
La colonna sonora di Cristiana Polegri: dare voce ai silenzi
A inzuppare la narrazione nelle emozioni fino al collo, la colonna sonora originale di Cristiana Polegri trasforma i silenzi in voce: il sassofono diventa lo strumento che parla per chi non può farlo, amplificando la solitudine dei personaggi e rendendo ogni momento sospeso un’esperienza emotiva unica.
Questo uso dei silenzi e della musica evidenzia come la comunicazione umana vada ben oltre le parole. I silenzi possono trasmettere empatia, vulnerabilità e connessione emotiva, creando uno spazio in cui lo spettatore può riflettere sui propri sentimenti e sulla propria capacità di comprensione. La musica diventa un ponte tra le emozioni dei personaggi e il pubblico, rendendo tangibile ciò che spesso rimane non detto nella vita reale: il bisogno di essere visti, ascoltati e riconosciuti anche senza parlare. In questo senso, Il costo di un miracolo non presenta una storia, ma un invito a esercitare una forma di attenzione empatica, facendo un focus sul potere dei gesti silenziosi e, come sottolinea anche il piccolo protagonista Gabriele (Francesco Ferrazza) dei piccoli miracoli quotidiani.
Il costo di un miracolo: come un piccolo gesto può cambiare i destini
Prodotto da Sergio Romoli per ZTV Production, il corto è già un successo e ha ottenuto diversi premi, tra cui il Premio Giorgio Capitani alla regia e il riconoscimento a Fresi come miglior attore al Festival di Vitorchiano, oltre al Premio Atena Nike 2025 e al Premio Cinema Indipendente Sergio Pastore.
Come racconta la regista: “ho voluto una storia semplice, dove la forza del messaggio è nei dettagli. Un gesto di amore può cambiare il mondo, abbattere barriere e superare confini”.
Il costo di un miracolo dimostra che il cinema indipendente parla davvero al cuore delle persone: senza effetti speciali, senza dialoghi ridondanti, ma con umanità, poesia e gesti che diventano universali. In pochi secondi, una moneta in un piatto può riscrivere destini e ricordare che la vera magia è la capacità di fare del bene.
Fonte immagini: foto scattate in occasione della proiezione