La storia della Principessa Splendente, Studio Ghibli | Recensione

La Storia della Principessa Splendente

La storia della Principessa Splendente (かぐや姫の物語, Kaguya-hime no monogatari in giapponese) è uno dei film d’animazione giapponesi più significativi degli ultimi tempi. Diretto da Isao Takahata e prodotto dallo Studio Ghibli, la data di rilascio della pellicola risale al 2013.

Il film si basa su un racconto intitolato Storia di un Tagliabambù (in giapponese Taketori Monogatari), considerato il primo romanzo della tradizione letteraria giapponese. Nonostante si tratti di una storia piuttosto datata, risalente al X secolo, Takahata è riuscito a donare alla pellicola una freschezza e una sensibilità estremamente contemporanee. La storia della Principessa Splendente è considerato come uno dei film più celebri dello Studio Ghibli. Quest’ultimo oltretutto è stato candidato ai Premi Oscar nel 2015 per il Miglior Film D’Animazione, consolidandosi come un capolavoro assoluto. 

Trama

Durante una tiepida giornata primaverile, un anziano tagliatore di bambù mentre passeggia nel bosco si imbatte in una strana pianta che emette una forte ed accecante luce. Al suo interno scopre una minuta creatura, così bella da sembrare di origine divina. Confrontandosi con la moglie, con cui non ha mai avuto figli, decidono di adottarla e di crescerla come propria. La bimba, ancora in fasce, si rivela straordinaria: non solo cresce repentinamente ma in poche settimane è capace di camminare, parlare e addirittura inizia a lavorare il bambù assieme all’anziano. La sua meravigliosa bellezza e il suo comportamento eccezionale convincono il tagliatore di bambù che la piccola abbia delle origini soprannaturali e pertanto cerca di riservarle tutte le cure necessarie per preservare quella preziosa regalità.

Un giorno, l’anziano signora trova in mezzo ad altre canne di bambù delle pepite d’oro e abiti sontuosi. Il vecchio interpreta questo evento come un segno del destino: la bambina, soprannominata Principessa Splendente, è destinata allo sfarzo e al lusso della capitale e non al semplice vita di campagna. Pertanto, con l’oro trovato, decide di acquistare una residenza sfarzosa in città così da riservare un futuro promettente e felice alla piccola adorata. Nella nuova vita, la Principessa è sottoposta a rigide regole comportamentali da parte di servitori ed ancelle su come comportarsi da vera dama. Tuttavia, nel cuore della piccola, è sempre più evidente il disagio nel trovarsi nello sfarzo di quella vita artificiosa. Rimpiange la semplicità e la libertà della vita di campagna, e soprattutto l’amicizia con Sutemaru che considerava come un fratello maggiore. Quando i ricordi della sua vera natura riaffiorano, la Principessa comprende di essere una creatura celeste abitante della Luna e che presto dovrà fare ritorno al suo mondo d’origine.

Tematiche e messaggi de “La storia della principessa splendente”

La storia della Principessa Splendente è un prodotto straordinario che, con grande delicatezza, racchiude tra le sue sfumature una vasta gamma di profonde tematiche. 

Lo Studio Ghibli con questo film celebra la semplicità e la bellezza della vita naturale, sottolineando il valore della genuinità e della quotidianità rispetto agli sfarzi del mondo artificioso dell’élite. Quello di Takahata è un vero e proprio invito ad onorare la semplicità delle cose che purtroppo, molto spesso, vengono trascurate da tutti noi. Il film esplora con grande sensibilità il rimpianto e la nostalgia per ciò che è andato perduto, incoraggiando chi guarda a godersi il presente e a provare gratitudine anche per i momenti più semplici della vita.  Un elemento centrale della storia è sicuramente il contrasto tra semplicità e sfarzosità. Questo tema, già presente nel romanzo Taketori Monogatari, riflette i dilemmi di un’epoca in cui le differenze tra la vita di corte e quella rurale erano particolarmente significative. Infine, l’amore incondizionato dei genitori per la principessa, pur non essendo loro figlia biologica, rappresenta uno dei momenti più commoventi del film.

Caratteristiche visive

Il film si distingue fortemente dallo stile colorato e definito tipico dello Studio Ghibli. Per questa particolare pellicola, lo stile grafico è ispirato alle antiche pitture a inchiostro giapponesi chiamate sumi-e. Le linee sono delicate, i colori pastello tenui e i contorni sfumati. Questa scelta stilistica regala un’atmosfera eterea al film, in perfetta armonia con la sua narrazione poetica e malinconica. Questa scelta stilistica non solo omaggia le radici storiche del Taketori Monogatari, ma conferisce al film una qualità artistica unica e senza tempo, capace di evocare emozioni profonde attraverso la semplicità visiva.

Conclusioni

La storia della Principessa Splendente è decisamente una delle opere più poetiche ed iconiche dello Studio Ghibli. Con la sua vastità di temi, il film offre una profonda riflessione sulla natura umana e sulla celebrazione delle piccole cose. La storia preserva la delicatezza di un racconto tradizionale ma aggiungendoci un’incredibile sensibilità contemporanea, rendendola senza tempo e accessibile a tutte le generazioni, indipendentemente dall’età o dal contesto culturale.

È molto più di un film: è un’intensa esperienza emotiva, un capolavoro che colpisce il cuore di chi guarda. Questo racconto non solo celebra la cultura e la tradizione giapponese, ma offre a ogni spettatore un invito a vivere con gratitudine e amore per la vita.Consigliamo altamente la sua visione con la famiglia e con i vostri cari!

Fonte immagine: Wikipedia.com

 

 

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