Leslie Cheung, ricordando un’icona

Leslie Cheung

Nato nel 1956, Leslie Cheung è stata una delle star più famose di Hong Kong durante l’era d’oro del Cantopop negli anni ’80. Negli anni ’90, Leslie Cheung diventa una delle stelle più splendente del panorama cinematografico di Hong Kong. Cheung era straordinariamente affascinante, con un grande talento sia nel canto che nella recitazione. Dalla Cina alla Corea del Sud, dal Giappone alla Malesia, aveva catturato il cuore di milioni di fan in maniera paragonabile, se non superiore, agli K-pop idol di oggi, ma la cosa più importante è che Cheung era anche un’icona queer: dai suoi costumi di scena androgini, all’annuncio pubblico della sua relazione omosessuale e, naturalmente, dei suoi personaggi cinematografici LGBT, gran parte della sua identità si è andata a consolidare sfidando l’allora ancora conservatrice industria dell’intrattenimento di Hong Kong.

Leslie Cheung voleva essere sé stesso, e ha chiesto al mondo di accettarlo, e mentre i tabloid e i pettegolezzi dilagavano, le persone gli sono state accanto e, nel frattempo, hanno anche imparato a stare dalla parte dell’intera comunità LGBT. La sua carriera di attore è decollata grazie a film come Addio, mia concubina e Happy Together, e la sua eredità rimane immortale. Fino agli anni ’90, Leslie Cheung ha dimostrato di essere sia un successo al botteghino che un attore del cinema d’autore, quindi sarebbe lecito pensare che a partire dal 1990 abbia avuto una certa influenza sul tipo di ruoli che avrebbe interpretato, il che è sconcertante, perché il suo il primo ruolo LGBT è al quanto discutibile.

Nella commedia cinese del 1992 All’s Well, Ends Well, tre fratelli si trovano alle prese con la loro vita amorosa. Leslie Cheung interpreta il secondo fratello, che dovrebbe apparire come molto effeminato, anche se ci sono momenti in cui pensa di essere una donna: il messaggio di fondo è che è un uomo, ed è divertente perché pensa di essere una donna. La parte peggiore è la fine, quando incontra una donna molto mascolina e, non si capisce perché, decidono di prendere la scossa in modo da poter “liberarsi della loro omosessualità con l’elettroshock”. E funziona, infatti escono dalla stanza da coppia eterosessuale “perfetta”, con tanto di marito che abusa verbalmente della moglie. Questo era lo stato della rappresentazione LGBT nei primi anni ’90 a Hong Kong: nel migliore dei casi, una divertente malattia mentale, nel peggiore, una roba a luci rosse per degenerati. Un anno dopo, Leslie recita in The Eagle Shooting Heroes e le battute sul fatto che le persone omosessuali siano malate di mente non si sprecano.

Inutile dire che, come la maggior parte dei paesi negli anni ’90, Hong Kong non era esattamente gentile con le persone LGBT, quindi si può immaginare il tipo di effetto che ha avuto l’uscita di Addio, mia concubina. Basato su un libro della scrittrice di Hong Kong Lilian Lee, questo film ha portato Cheung all’attenzione internazionale con la sua interpretazione di Cheng Dieyi, un bambino abbandonato adottato da una compagnia d’opera cinese, addestrato fin dall’infanzia a interpretare ruoli femminili. A Dieyi viene insegnato a recitare la frase “Sono per natura una ragazza, non un ragazzo”, ma il ragazzino sbaglia ripetutamente questa battuta, non perché sia un ragazzo (nessuno degli altri ragazzi ha questo problema) ma perché ha paura: il mondo richiede la sua sessualità solo per poter mettere su un bello spettacolo. Per lui, c’è solo un posto dove la sua sessualità è al sicuro, ovvero il palcoscenico dell’opera. Dieyi così vive nelle opere, anche quando non è sul palco, e attraverso gli occhi di Leslie Cheung, possiamo vedere quanto desideri rimanere sul palco, per sempre. Il film lega abilmente l’omosessualità all’arte tradizionale cinese, rendendo un argomento, all’epoca sconosciuto, molto più accessibile a un pubblico cinese, permettendo agli spettatori di sentire la perdita, il dolore e la persecuzione che le persone LGBT stavano provando. Il suo contributo all’inclusività è molto più evidente con il casting di Leslie Cheung nel ruolo, perché non si ha la sensazione di star guardando un personaggio immaginario, perché stiamo assistendo alla vera lotta di Leslie Cheung. Attraversi film dal successo internazionale, Leslie Cheung è diventato una superstar, sempre più persone si sono innamorate di lui e il discorso sulle persone LGBT e la comunità ha cominciato a cambiare.

Dopo il successo di Addio, mia concubina è emersa quasi immediatamente una nuova ondata di film LGBT indipendenti, e lo stesso Cheung ha recitato in alcuni di questi. In He’s a Woman, She’s a Man, Leslie Cheung interpreta un produttore musicale che gradualmente si innamora del giovane cantante che ha da poco firmato un contratto con la sua etichetta discografica, ma il giovane talento è in realtà una donna travestita da uomo. Questi film miravano a umanizzare i loro personaggi LGBT piuttosto che prenderli in giro, il che è un enorme passo avanti.

Naturalmente, se vogliamo parlare dei film LGBT di Hong Kong degli anni ’90, c’è un film che spicca su tutti gli altri ed è Happy Together. Il film è un dramma romantico su due amanti gay, con Tony Leung che interpreta l’uomo che non può fare a meno di amare, e Leslie Cheung il ragazzo che ha problemi a impegnarsi. I due si ritrovano persi in Argentina, impossibilitati a tornare a Hong Kong. I due diventano vagabondi mentre il loro amore va alla deriva e, diversamente dai soliti film sulle relazioni gay, questo film non si concentra sulla discriminazione, è semplicemente un normale dramma romantico e si dà il caso che i protagonisti siano due amanti gay. I film LGBT devono trattare i loro personaggi non come vittime, ma umani e umani sono i protagonisti di Happy Together: il personaggio di Leslie Cheung è complesso perché a volte può essere molto tossico, ma porta innegabilmente molta gioia a coloro che lo amano, e questa complessità né buona né cattiva rende il personaggio reale, qualcuno che non riesce a gestire una relazione.

Come Addio, mia concubina, Happy Together è diventato un successo di critica e rimane uno dei migliori film LGBT di tutti i tempi. Ci ha permesso di dare uno sguardo a un possibile futuro in cui la discriminazione non esiste più e le persone queer sono libere di esistere come tutti gli altri. Sfortunatamente, la realtà non era di questo avviso, come ricorda un articolo della BBC “Agli Hong Kong Film Awards del 1998 Happy Together fu deriso dai comici, che lo descrissero come un film che avrebbe fatto vomitare il pubblico”. Questo era in riferimento alla sua scena di sesso gay, che non è più esplicita di una qualsiasi scena di sesso tra un uomo e una donna.

Purtroppo, Happy Together sarebbe stata l’ultima grande interpretazione queer di Cheung in un film. Leslie Cheung è morto suicida il 1° aprile 2003, a seguito di una lunga battaglia con la depressione clinica. Il suo compagno Daffy Tong ha assunto il ruolo tradizionalmente riservato al coniuge sopravvissuto, un profondo riconoscimento pubblico della loro relazione. Mai sposato legalmente, Tong era il primo nome elencato nell’annuncio della famiglia della morte di Cheung, accreditato come “Love of His Life”. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso o le unioni civili non sono ancora legali a Hong Kong, ma nella memoria collettiva della città, Cheung e Tong sono ricordati con affetto come una coppia iconica e amorevole.

Decine di migliaia di fan hanno partecipato al suo servizio funebre e per mesi tutte i notiziari si sono concentrati sulla vita e sulla morte di Leslie. Anni, anche decenni dopo, le persone continuano a riunirsi per ricordare questa stella caduta. In un certo senso, la scomparsa di Leslie ha immortalato la sua immagine: un uomo affascinante e androgino, che canta e balla sul palco mentre indossa un paio di scarpe con il tacco rosse. Con la morte, arriva la reminiscenza e all’improvviso, ogni cosa che Leslie Cheung ha fatto sembra normale.

Oggi, le discussioni sugli argomenti LGBT a Hong Kong sono abbastanza normalizzate, come anche nella Cina continentale. Il discorso LGBT è più aperto di quanto ci si aspetterebbe ovviamente, in entrambe le regioni, le politiche sono in ritardo. La lotta per i diritti LGBT è tutt’altro che finita, e questo livello di accettazione è, in gran parte, grazie a Leslie Cheung. Cheung ha iniettato la sua personalità nei suoi personaggi, ci ha offerto uno sguardo sulla vita di un uomo bisessuale e ci ha aiutato a capire che non c’è differenza tra noi. Questo è il motivo per cui la rappresentazione è importante: una buona rappresentazione è anche per le persone al di fuori della comunità, può educare gli altri sulle opinioni altrui, aprire discussione e riunire le persone

A 20 anni dalla scomparsa di Leslie Cheung, il mondo ricorda un uomo che aveva compiuto l’atto più rivoluzionario di tutti: essere sé stesso. 

 

Immagine di copertina: Addio, mia concubina da BBC

A proposito di Valeria

Valeria Vacchiarino (1999), studia Lingue e Culture dell'Europa e delle Americhe a L'Orientale di Napoli, città che ormai considera la sua seconda casa. Amante dei libri, del cinema e del teatro, ha una grande passione per la musica jazz.

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