A Torella dei Lombardi, nel cuore dell’Alta Irpinia, tra il 27 e il 29 Giugno si è tenuto il festival Sapori Antichi, che celebra Sergio Leone e il Wild West, riportando in vita l’atmosfera unica del mito western.
Noi di Eroica Fenice siamo stati presenti alla giornata di chiusura della manifestazione, e ne abbiamo catturato appieno l’essenza, seguendo da vicino i vari appuntamenti che hanno scandito il gran finale del festival e che ci hanno, di fatto, mostrato l’anima autentica del paese.
Il borgo irpino si trasforma: tre giorni tra western e tradizione
L’evento, promosso dal Comune di Torella dei Lombardi e dalla Pro Loco Candriano, è un appuntamento fisso nel calendario estivo torellese. Si svolge nell’ampia piazza del borgo, dominata dall’imponente Castello Candriano, una fortezza in pietra che getta l’intero villaggio in un’atmosfera dai tratti medievali.
Ed è proprio questo incontro di mondi apparentemente distanti, ma che si intrecciano per l’occasione, a rendere il tutto davvero speciale: la cultura popolare e quella di frontiera si fondono in un’esplosione magica di sapori, sonorità e costumi.
Sergio Leone: l’Irpinia celebra il prodigio del cinema e il suo legame con la terra
Non tutti sanno, in effetti, che Torella dei Lombardi è legata a un importante nome cinematografico, quello di Sergio Leone, maestro dello spaghetti western, anche conosciuto come western all’italiana.
Il padre del regista, Vincenzo Leone — noto con lo pseudonimo di Roberto Roberti e pioniere del cinema muto — era proprio originario di Torella.
Forte di questa eredità, Sergio Leone ha saputo, nel corso della sua vita, coniugare conoscenza e talento con la consapevolezza delle proprie radici, dando luce a veri e propri capolavori del cinema che lo hanno reso un’icona indimenticabile del grande schermo.
È un legame profondo, che spiega perché oggi l’Irpinia celebra Sergio Leone con un festival così sentito: una mostra all’interno del castello dedicata al regista, insieme a diversi eventi culturali incentrati sia sulla sua figura che sul territorio e le tradizioni locali, accompagna il percorso enogastronomico che da anni, in questo periodo, si dispiega per le strade del paese.
L’ultimo atto di Sapori Antichi 2025: una giornata nel segno di Sergio Leone
Oltre alle attività di animazione per bambini, segno che l’organizzazione si è preoccupata di rendere l’evento accessibile a tutte le età, e alle esibizioni di vari gruppi blues e di musica popolare, succedutisi su un palchetto posto davanti a un locale adibito sapientemente a saloon, abbiamo assistito a un interessante approfondimento sulla figura di Sergio Leone, nell’atrio del Castello. Un incontro impreziosito soprattutto dalla presenza di Fabio Santini, giornalista, conduttore radiofonico e cultore del cinema di Leone, che ha reso più volte omaggio al grande regista attraverso diverse produzioni artistiche.
Il cinema di Sergio Leone e le suggestioni dell’Irpinia
Santini ha raccontato numerosi aneddoti, sia cinematografici che personali, su Sergio Leone, che hanno contribuito a evidenziare il profondo legame del regista con il territorio che ha dato i natali a suo padre. Un legame che Leone custodiva gelosamente nel cuore e che cercava di far emergere nei suoi film attraverso piccoli dettagli, capaci di donare alle sue opere una ricchezza unica e profonda.
Nel suo intervento, il giornalista, infatti, ha messo in luce come diversi elementi ricorrenti nella cinematografia di Leone richiamino alla memoria proprio le peculiarità irpine: il vento, ad esempio, ricreato a Cinecittà con un semplice ventilatore a manovella, evoca fedelmente il rigido clima montano; allo stesso modo, i colori intensi e gli sfondi naturali tipici dei film di Leone riflettono i tratti caratteristici del paesaggio irpino, integrando così le sue radici nella dimensione visiva del suo cinema.
I due geni del cinema: omaggio a Leone e Morricone
In serata, poi, si è tenuto lo spettacolo I due geni del cinema, durante il quale Fabio Santini, ancora una volta voce narrante, ha ripercorso le tappe principali della collaborazione tra Sergio Leone e l’illustre compositore, proprio sulle note dell’epica musica di Morricone. Un sodalizio artistico e umano che ha dato vita a leggendarie produzioni capaci di cambiare per sempre il volto del cinema: da compagni di scuola a colleghi sul set, Santini ci ha raccontato le difficoltà che due menti geniali come le loro hanno dovuto affrontare per far convivere le rispettive visioni artistiche senza entrare in conflitto.
Il gusto autentico dell’Irpinia si fonde con il fascino del western
Tra il buon cibo irpino e l’atmosfera western ricostruita con cura, il festival ha saputo coinvolgere i visitatori, molti dei quali hanno sfoggiato cappelli e stivali da cowboy, grazie a scenografie fedeli e ricche di elementi simbolo del Far West, come il saloon, la banca, l’ufficio dello sceriffo e la prigione.
Dietro le quinte di Sapori Antichi: intervista al direttore artistico Roberto D’Agnese
Abbiamo avuto infine modo di parlare con il direttore artistico del festival, Roberto D’Agnese, per scoprire la visione che si cela dietro questo progetto originale, che intreccia cultura popolare locale e universo cinematografico di Sergio Leone, e per conoscere le novità legate alle prossime edizioni.
Valorizzare il territorio: come il festival che celebra Sergio Leone promuove l’Irpinia
Di seguito l’intervista completa.
Sapori Antichi nasce come un percorso enogastronomico tradizionale, ma negli anni ha assunto anche una connotazione culturale. Com’è nata l’idea di legare la manifestazione al nome di Sergio Leone?
Quando mi contattarono i ragazzi della Pro Loco, organizzavano questa sagra che si chiamava “Sapori Antichi”. Mi chiesero un’idea per rinnovarla: era appena entrato in carica il nuovo direttivo, c’era voglia di cambiamento. Per me fu un’occasione perfetta: legare l’enogastronomia all’immaginario dei film di Sergio Leone era quasi naturale. Parliamo di una regia di altissimo livello, certo, ma che racconta anche uno spaccato territoriale. Le scene, i personaggi, i soggetti dei suoi film appartengono, in fondo, alla tradizione popolare. Da qui è nata l’idea di ricreare un villaggio western e unire le due componenti: quella del gusto e quella dell’immaginario.
Il Festival ha un impatto sulla comunità locale? E com’è stata accolta, poi, dalla gente questa nuova formula dell’evento, che integra le tradizioni locali con l’immaginario western?
Devo dire che i ragazzi della Pro Loco sono stati da subito entusiasti. Ho capito fin dalla prima edizione che avrebbe funzionato: in strada vedevo persone che giravano in tenuta western, in modo spontaneo. Allora mi sono detto: «Ok, questa è una cosa che può davvero crescere». Perché quando un territorio partecipa con questa naturalezza, vuol dire che l’idea è entrata nel cuore della comunità.
L’Irpinia è una terra ricca di storie e tradizioni, ma spesso rimane fuori dai circuiti turistici e culturali principali, ed eventi come questo possono rappresentare un’occasione concreta di valorizzazione del territorio. Quali aspetti di Torella dei Lombardi cercate di promuovere maggiormente attraverso Sapori Antichi?
Io credo che ogni evento sia una vetrina del territorio a 360 gradi. Chi partecipa può cogliere diversi aspetti: quello artistico, quello enogastronomico, quello popolare, e perfino quello logistico.
Un evento diventa produttivo quando riesce a raccogliere tanta gente e a farle percepire il valore del territorio. In questo senso, “Sapori Antichi” è anche un invito ad affacciarsi su una realtà che, magari, non si conosceva.
Quanto lavoro c’è dietro l’organizzazione artistica di un festival come questo? E c’è, secondo te, un appuntamento del programma che rappresenta al meglio lo spirito della manifestazione?
Ogni evento richiede uno studio attento. Per me, organizzarlo è come scrivere la sceneggiatura di un film: immagino già quello che accadrà, serata dopo serata. Ogni attività, che si tratti di musica, teatro o performance, non è messa lì a caso: fa parte di un racconto coerente. Quello che per qualcuno può sembrare una semplice accozzaglia di eventi, per me è una narrazione, un corpo unico che si sviluppa nel tempo.
E infine, ci sono novità o progetti futuri per Sapori Antichi? Quali sono le vostre speranze per le prossime edizioni?
L’idea è quella di ispirarsi sempre di più allo stile di Sergio Leone, seguendone l’esempio nella cura dei dettagli e nella capacità di evocare emozioni profonde con elementi essenziali.
Cerchiamo di trasmettere, attraverso il festival, quel tipo di intensità narrativa: fatta di atmosfere, ma anche di contatto vivo con il territorio e le sue tradizioni popolari.
Allo stesso tempo, vogliamo allargare l’orizzonte, anche musicalmente, esplorando generi come il blues, il rock, il rockabilly, che, pur non essendo strettamente western, raccontano un’identità popolare vicina alla nostra. In fondo, è così che l’Irpinia celebra Sergio Leone: non solo guardando al passato, ma innovando, restando fedeli alla nostra anima ma aprendoci a nuovi modi di raccontare il territorio»
Fonte immagine: archivio personale