Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez è la seconda stagione della serie antologica true crime di Ryan Murphy e Ian Brennan, disponibile su Netflix dal 2024. Composta da 9 episodi, la serie ha rapidamente scalato la top 10 della piattaforma, riaccendendo il dibattito pubblico su uno dei casi di parricidio più discussi della storia americana, oggi tornato di stretta attualità per importanti sviluppi legali. La narrazione si concentra sui fratelli Menendez, condannati all’ergastolo, esplorando le complesse motivazioni dietro il loro gesto e la controversa tesi degli abusi subiti.
Indice dei contenuti
- La trama della serie: l’omicidio perfetto e i segreti di famiglia
- La vera storia dei fratelli Menendez
- Il processo e il dibattito: assassini avidi o vittime disperate?
- Nuovi sviluppi legali nel 2025: la richiesta di un nuovo processo
- L’impatto mediatico oggi: perché la serie ha diviso l’opinione pubblica
La trama della serie: l’omicidio perfetto e i segreti di famiglia
La serie Netflix è ispirata ai fatti realmente accaduti a partire dal 1989, anno in cui i due fratelli statunitensi Lyle ed Erik Menendez uccisero a colpi di fucile i genitori, José e Mary Louise (soprannominata Kitty). La narrazione mostra in modo realistico la vita apparentemente perfetta della famiglia Menendez a Beverly Hills, svelando i segreti che si celano dietro la facciata di ricchezza e successo. I due giovani sembrano architettare l’omicidio perfetto, ma il piano crolla quando Erik, tormentato dai sensi di colpa, confessa tutto al suo psicologo. Da quel momento, attraverso una serie di flashback, la serie svela i presunti motivi del parricidio: un’infanzia segnata da continui e terribili abusi sessuali perpetrati dal padre, José. La madre, Kitty, viene uccisa perché considerata dai figli complice e succube del marito violento.
La vera storia dei fratelli Menendez
La notte del 20 agosto 1989, José e Kitty Menendez furono brutalmente uccisi nella loro villa di Beverly Hills con fucili da caccia. Inizialmente, Lyle (21 anni) ed Erik (18 anni) non furono sospettati, e la polizia ipotizzò un omicidio legato alla mafia o a questioni di affari. Per mesi, i fratelli spesero ingenti somme di denaro dall’eredità dei genitori, alimentando i sospetti. La svolta arrivò quando Erik confessò gli omicidi al suo psicoterapeuta, L. Jerome Oziel. La compagna del medico registrò segretamente le sedute e in seguito divenne una testimone chiave per l’accusa. Lyle fu arrestato nel marzo 1990 ed Erik si costituì pochi giorni dopo. La loro storia è uno dei casi giudiziari più documentati, con un’ampia copertura mediatica sin dagli anni ’90, come riportato da archivi storici del Los Angeles Times.
Il processo e il dibattito: assassini avidi o vittime disperate?
Il caso Menendez è celebre per aver avuto due processi. Il primo, nel 1993, fu trasmesso in televisione e si concluse con due giurie bloccate, incapaci di raggiungere un verdetto unanime. Il secondo processo, nel 1995, con un giudice diverso e senza telecamere, portò a una condanna per omicidio di primo grado. Nel 1996, entrambi i fratelli furono condannati all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. Il fulcro del dibattito, sia allora che oggi, ruota attorno a due narrazioni contrapposte.
| La tesi dell’accusa | La tesi della difesa |
|---|---|
| I fratelli erano giovani viziati e sociopatici che hanno ucciso i genitori per avidità, con l’obiettivo di ereditare il patrimonio di 14 milioni di dollari. | Gli omicidi furono un atto di legittima difesa (sebbene imperfetta) dopo anni di abusi fisici, emotivi e sessuali da parte del padre, con la complicità passiva della madre. |
| Gli abusi erano un’invenzione creata a tavolino dagli avvocati per impietosire la giuria e giustificare un crimine premeditato. | I fratelli agirono per paura che il padre li avrebbe uccisi per impedirgli di rivelare i segreti di famiglia. |
Nuovi sviluppi legali nel 2025: la richiesta di un nuovo processo
Nel settembre 2025, il caso ha avuto una svolta inaspettata quando una corte di Los Angeles ha accettato di esaminare una petizione per una nuova udienza (istanza di habeas corpus). La richiesta si basa su una nuova prova: una lettera di Roy Rosselló, ex membro della boy band Menudo, che sostiene di essere stato molestato da José Menendez quando era adolescente. Come riportato da fonti autorevoli come la CNN, questa testimonianza mira a corroborare le accuse di abuso dei fratelli, che furono il fulcro della loro difesa ma che l’accusa aveva dipinto come un’invenzione. L’accettazione da parte della corte di valutare questa nuova prova rappresenta uno sviluppo significativo e potrebbe potenzialmente portare a un nuovo processo.
L’impatto mediatico oggi: perché la serie ha diviso l’opinione pubblica
La serie crime ha riaperto una ferita mai del tutto chiusa, facendo il giro delle televisioni internazionali e spopolando su piattaforme social come TikTok. Se negli anni ’90 l’opinione pubblica era in gran parte convinta della loro colpevolezza come mostri senza rimorso, oggi, con una maggiore sensibilità verso i temi dell’abuso e del trauma psicologico, molti spettatori vedono i fratelli come vittime. Questo rinnovato interesse coincide ora con reali sviluppi giudiziari, alimentando ulteriormente il dibattito pubblico. La stagione successiva della serie antologica si concentrerà invece sul killer Ed Gein.
Articolo aggiornato il: 05/10/2025

