Diretto dalla regista Matsumoto Kana, Mother Water (モザーウォーター, Mazā Wōtā) è un film slice of life caratterizzato da un ritmo lento e scandito dai pittoreschi scorci di Kyoto. Il film vede la partecipazione di numerosi volti noti ai fan del cinema giapponese (ed in particolare della filmografia di Ogigami Naoko) come Ichikawa Mikako (Blue, Rent-a-Cat, Megane), Kobayashi Satomi (Kamome Diner, After the Storm, Megane), Koizumi Kyōko (Tokyo Sonata, Survive Style 5+, Adrift in Tokyo) e Motai Masako (Gemini, Kamome Diner, Megane).
Mother Water – La trama
Lungo le sponde del fiume Kamo a Kyoto sorge un piccolo quartiere ricco di negozietti caratteristici, dove la vita scorre calma e pacifica. In particolare il film segue le vicende di tre negozianti locali: Setsuko, gestrice di un piccolo bar con servizio al banco dove vengono serviti solo cocktail a base di whiskey, Hatsumi, una venditrice di delizioso tofu artigianale, e Takako, proprietaria di un caffè alla moda. Le storie di questi tre personaggi si intrecciano pian piano con quella di altri abitanti del quartiere: Yamanoha, impiegato in un negozio di mobili, Otome e il giovane Jin, gestori di un bagno pubblico, Makoto, una eccentrica abitante del quartiere, e Poplar, un bambino di pochi mesi che finisce per diventare una sorta di mascotte per l’intero quartiere.
Un’atmosfera unica
Frenesia e senso di smarrimento sono probabilmente due delle sensazioni più diffuse nella società giapponese (e non solo) moderna, dove il tempo per fermarsi a pensare e da dedicare a sé stessi è sempre più raro. Mother Water fa parte di quel filone di film e prodotti mediatici (come quello degli anime iyashikei), particolarmente prolifico in Giappone, che decide di offrire allo spettatore la visione di uno stile di vita in completa antitesi con quello odierno, dove tranquillità, ritmi lenti e leggerezza la fanno da padrone. Nell’idilliaco quartiere di Kyoto sono infatti le piccole cose a donare la felicità più grande: buon cibo, buona compagnia e natura, tre degli elementi ricorrenti attorno ai quali ruotano le vicende del film. Attraverso dialoghi apparentemente blandi, che fanno uso di un linguaggio semplice e assolutamente quotidiano, Matsumoto Kana riflette su temi profondi con grande naturalezza. Come può essere definita la normalità? Come vivere il cambiamento? A cosa è importante dare priorità? Parola dopo parola, frase dopo frase, silenzio dopo silenzio, questi quesiti trovano lentamente risposta.
Le affascianti vie di Kyoto, il lento scorrere del fiume Kamo e i fiori di ciliegio che crescono nelle sue prossimità fanno da perfetto sfondo per le vicende narrate, catturando lo spettatore e facendogli provare il desiderio di provare a perdersi tra quelle strade e tra quei paesaggi suggestivi e di cercare di emulare almeno in parte il pacato stile di vita dei protagonisti.
Fonte immagine in evidenza: IMDb