Piccola Mia: intervista a Danilo Rovani | Nic

Piccola Mia è un corto di Danilo Rovani, presente nella rassegna “NiC – Napoli in Cinema” questo settembre. Il talentuoso attore e regista con un’ammirevole curriculum alle spalle, come attore di cinema teatro e regista agli esordi, racconta un film che sorprende e commuove, man mano che la storia va avanti. Sorprende per un inizio che sembra andare in tutt’altra direzione e poi ci spiazza con la scoperta della verità dietro tanta devozione. Il film, infatti, mette in luce la difficile realtà di chi vive, cura e soffre insieme ad un familiare affetto da Alzheimer. Con un semplice quanto complesso espediente narrativo, Danilo Rovani stupisce lo spettatore per la profondità dei sentimenti che prevalgono nel suo corto, in uno spaccato di vita vera, anzi più che vera!

“NiC – Napoli in Cinema” è una rassegna dedicata ai corti indipendenti organizzata dalla distribuzione cinematografica indipendente NiC del gruppo AVAMAT. L’obiettivo principale di Avamat è realizzare storie originali e con un’idea registica d’avanguardia e per questo dal 2022 è nata Avamat School’. I corsi, riservati agli under 25 che sognano di lavorare nel mondo del cinema, offrono – oltre alla formazione – l’opportunità agli aspiranti cineasti, di collaborare a produzioni importanti, sotto la supervisione di professionisti grazie alla possibilità di svolgere un tirocini e stage presso l’ABANA e UNISOB con cui la scuola ha avviato una onvenzione. Abbiamo intervistato Danilo Rovani che ci ha parlato del suo lavoro e in particolare di quanto il corto Piccola Mia sia caro al suo cuore. 

Piccola Mia di Danilo Rovani. Cosimo Alberti in una scena
Piccola Mia di Danilo Rovani. Cosimo Alberti in una scena

Danilo Rovani, il film Piccola mia, racconta un vissuto molto particolare:data la dedica finale, racconta una sua personale vicenda?

Sì, racconta una vicenda molto personale, poiché mia madre soffriva proprio di Alzheimer. Mio fratello ed io ci siamo trovati a dover trasformare il nostro ruolo di figli in quello di “genitori”. Abbiamo cercato, durante il decorso della malattia, di accudirla con tutto l’amore, la sensibilità e la disponibilità di cui eravamo capaci. Era, a tutti gli effetti, divenuta la nostra “piccola”. Il fatto curioso poi è che, l’attore protagonista, Cosimo Alberti, che è anche un mio caro amico, proprio nello stesso periodo ha vissuto la stessa esperienza con sua madre. Mi è sembrato catartico far sì che fosse proprio lui ad interpretare il ruolo di Maurizio.

Nel film Piccola Mia come nella vita di chi vive con un genitore che si trasforma in un figlio piccolo da accudire, c’è una realtà dura per chi soffre di questa patologia. Ma per chi gli sta accanto? 

È una realtà dura solo se ci si lascia sovrastare dalla negatività. Per noi, me e mio fratello non è mai stato un peso prenderci cura di nostra madre, anzi, molto spesso ci dividevamo i compiti per dare a entrambi la possibilità di gestire del tempo libero. Basta avere volontà e soprattutto amore e gratitudine verso un proprio genitore, per tutto ciò che in vita e in salute hanno fatto o continuano a fare per noi.

All’inizio del film Piccola Mia sembra quasi che il protagonista, Maurizio, tenga prigioniera una persona o sia ossessionato da un oggetto di forma umana, Una scelta voluta, come espediente narrativo?

Sì questa è stata una scelta mia di narrazione, sia in scrittura che in stesura. Mi piaceva l’idea di incuriosire, spiazzare e poi “colpire” lo spettatore con tanta tenerezza disarmante. Forse è proprio questo gioco di tensione che dona alla fine, tanta forza alla scoperta della verità.

Danilo Rovani, ha un curriculum eccezionale: dal cinema al teatro alla tv. Dopo l’esperienza della direzione di un film si sente proiettato verso un futuro come attore o  come regista?

Ho iniziato la mia carriera di attore nel 1995, siamo quasi al trentennio pieno. Dopo qualche anno, sia in teatro che al cinema ho sentito la necessità di raccontare anche da un altro punto di vista e non solo quello interpretativo. Resta per me un piacere immenso essere attore, soprattutto in teatro e, sudare sul palco l’interpretazione, mentre al cinema amo di più stare dietro la macchina da presa. In futuro, si, mi auguro tanti spettacoli, tanti cortometraggi come Piccola Mia ma soprattutto magari, l’opportunità di un’opera prima filmica.

Vuole dire qualcosa alle persone che stanno vivendo un momento difficile come il dramma che vive Maurizio, il suo protagonista di Piccola Mia?

L’unico consiglio che mi senti di dare è di non abbandonare mai il sorriso, la positività e la voglia di ridere insieme ai nostri cari. Le vicende sono sempre soggettive ma non bisogna avvilirsi né farsi fagocitare dalla negatività. C’è sempre una soluzione.

Foto in evidenza e foto articolo per gentile concessione di Danilo Rovani

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