Pose 2 – dalle ballroom a New York | Recensione

Pose 2

Pose 2 (seconda stagione) – il nostro parere

Blanca (Mj Rodriguez), Angel (Indya Moore), Pray Tell (Billy Porter), Elektra (Dominique Jackson) e tutti i protagonisti della prima stagione di Pose ritornano più agguerriti che mai nel secondo round dell’incontro, per continuare la lotta contro quel mostro che negli anni ’80/’90 decimò la comunita LGBT.
La serie tv FX – ora su Netfilx – rappresenta la parola battaglia sia in scena che fuori: lo dimostra la determinazione di Steven Canals che, per mettere al mondo la rappresentazione, non si fermò dinanzi ai primi 150 no, raggiungendo quell’unico si di Rayan Murphy e Brad Falchuk. La stessa lotta è stata affrontata dal cast, poichè il raduno del più grande gruppo transgender su un set ha fatto storia.

La comunità LGBT continua a farsi sentire

La prima stagione, che fece il suo debutto nel luglio 2018 su FX negli Stati Uniti, accompagna lo spettatore all’interno delle ballroom  ,mostrandogli anche la cultura del vogueing degli anni ’80. Si tratta di luoghi improvvisati in cui si organizzavano gare di danza e moda. Qui gli emarginati, i relegati ai margini socioeconomici della società e gli omosessuali – soprattutto omosessuali di colore – trovavano uno spirito di comunità non riscontrato nella società dell’epoca. Per loro la moda e la danza risultavano essere canali espressivi per una forma di comunicazione strozzata da una società razzista e omofobica.
La serie intende trasmettere al pubblico che non basta solo accettare la presenza di questa comunità, ma osservarne le gioie e soprattutto i dolori per comprenderne la profondità umana. Perché è di esseri umani che si sta parlando: erano persone quelle che negli anni ’80, come nel periodo precedente, venivano demonizzate poiché troppo innaturali per appartenere a questo mondo. Ma se la natura fosse anche questo? I “non emarginati” definivano quel mostro che fu l’AIDS una benedizione, poiché avrebbe ripulito il mondo dall’abominio, ma se fossero essi stessi un abominio nell’attribuire una giustificazione ad una malattia allora mortale?
La seconda stagione, Pose 2, passa dalla comunità ristretta delle ballroom al mondo al di là dei suoi confini, nel periodo in cui l’AIDS aveva già ucciso migliaia di esseri umani. L’attenzione sull’argomento colse anche personalità di spicco come Madonna, che con la sua canzone Vogue accese un faro sulle ballroom.

Una piccola grande fetta di mondo

Pose 2 alza il sipario su una triste realtà degli anni ’90: la visita di Pray Tell e Blanca al cimitero improvvisato di Hart Island fa capire che una piccola grande fetta di mondo era stata decimata nell’indifferenza generale. Tutti quei corpi erano stati abbandonati in vita come nella morte, non accettati dai cimiteri statali o privati per ignoranza. La tristezza di questo momento bilancia i toni vivaci delle performance canore e danzanti nelle ballroom proprio per dare un messaggio di mancata resa da parte della comunità LGBT nonostante i tempi difficili. I personaggi si reinventano giorno dopo giorno, trovando nuove scintille di espressione creativa nelle dive del passato, nei personaggi cinematografici e teatrali, e come nelle ballroom la comunità cerca di esprimersi anche al di fuori: la protagonista Blanca Evangelista tenta di sfondare nel mondo dell’estetica, mentre Angel, sua figlia acquisita, viene da lei spronata a diventare modella. Il pericolo, tuttavia, continua ad aleggiare su di loro sotto forma di imprenditori dalle tendenze mafiose, estranei bigotti e sospetti, comuni cittadini affascinati dalla facciata del voguing ma inorriditi dalla sostanza di chi vi dà corpo.

Dalla morte alla speranza

A causa del morbo insistente, è presente nella serie un oscillazione tra la spensieratezza delle ballroom e la vita reale, nella quale la comunità LGBT stava morendo. Nonostante i numerosi sguardi di rimpianto per chiunque meritasse un destino diverso, Pose osserva sempre il futuro con speranza. Ogni episodio presenta più funerali e più crescite personali nelle quali i protagonisti nonostante tutto riescono a vincere le proprie battaglie, perseguendo i propri obbiettivi.
Nonostante i chiari rimandi agli episodi passati, Pose 2 sfoggia una palese autonomia. Il finale, in particolare, regala a ciascun personaggio un barlume di speranza, la possibilità di continuare a lottare con una forza rinnovata e nutrita da una comunione d’anime. I ragazzi crescono e spiccano il volo e le figure genitoriali della serie – Blanca e Pray Tell – si rialzano dopo l’ennesima, rovinosa caduta, pronte ad accogliere e cullare una nuova generazione di giovani dai cuori spezzati. E cos’è questa se non la più onesta rappresentazione delle dinamiche familiari di ogni tempo? Si cresce, si conquista autonomia, si sgomita per trovare il proprio posto nel mondo. Chi resta tira il fiato per un secondo, assapora la nostalgia e l’orgoglio e torna a dedicarsi a ciò che è destinata a fare: offrire amore incondizionato, sempre. 

Un cast protagonista del successo della serie

Indya Moore (Angel) è inaspettatamente in ombra, mentre Billy Porter (Pray Tell) – già vincitore di un Emmy all’edizione 2019 dei premi della tv – si riprende la scena con una performance che racchiude una vita di sofferenza e alienazione. Mj Rodriguez (Blanca) giganteggia invece con una prova d’amore che è un testamento alla serie e al suo tema più potente: l’amore in tutta la sua forza rivoluzionaria ed eterna. La capacità di amare qualcuno per ciò che è, al di là della biologia, del sangue, della vicinanza fisica. La capacità di accettare la profondità di quei legami che spezzano e ricostruiscono e forse si allontanano, ma non senza aver lasciato nel cuore un segno indelebile del proprio passaggio.

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