Ribelle – The Brave: un potenziale sprecato?

Merida in Brave

Ribelle – The Brave, o semplicemente Brave, è un film d’animazione dello studio Pixar Animation Studios uscito nel 2012, come si può approfondire sulla pagina ufficiale del film.

Diretto da Mark Andrews, Brenda Chapman e Steve Purcell, si è guadagnato il premio Oscar nel 2013 come Miglior Film d’Animazione, battendo Frankenweenie di Tim Burton e Ralph Spaccatutto della Disney stessa.

La trama di Ribelle – The Brave

La storia è ambientata nella Scozia del X secolo, una Scozia remota e un po’ mistica che getta le basi per una vicenda familiare intensa e magica. La protagonista, Merida, è la figlia del sovrano di DunBroch, Fergus, e, in quanto primogenita, erede al trono. Fin da piccola la giovane Merida si dimostra un’abile arciera ed è per questo che al suo sesto compleanno il padre decide di regalarle un arco con tanto di frecce che, però, la piccola scocca troppo lontano. Seguendo la strada per recuperare il suo nuovo passatempo, Merida viene attirata dai fuochi fatui che catturano l’attenzione di un mostruoso orso, Mor’du, alto quasi quattro metri. Mor’du cerca di attaccare la piccola, che viene salvata da Fergus, ferendo l’orso.
Il tempo passa e Merida è ormai cresciuta, ha raggiunto l’età per maritarsi e fare di lei la perfetta donna è il compito che si addossa la madre Elinor, la quale rimprovera costantemente i comportamenti poco regali di Merida e disapprova la sua passione per l’arco. Il rapporto tra le due donne si fa ancora più teso quando giungono a corte tre pretendenti per la mano della ragazza. In seguito ad un incidente, madre e figlia litigano: Merida vorrebbe punire la madre ma finisce per trasformarla in un orso. Per quanto bizzarra la situazione, le due si ritrovano a unire le forze e a conoscersi meglio, finché tutto non tornerà alla normalità.

La produzione travagliata e il cambio di regia

Il successo e l’apprezzamento del film sono indiscutibili, tuttavia i dietro le quinte per la produzione del progetto rivelano che Brave si sarebbe potuto sviluppare diversamente, forse in maniera ancora più emotiva e profonda di quanto non lo sia già. Sebbene, infatti, Brenda Chapman sia accreditata come regista ufficiale al fianco di Andrews e Purcell, la sceneggiatrice lasciò la produzione a metà del lavoro per divergenze creative con John Lasseter (produttore esecutivo di film Disney-Pixar come Oceania, Ratatouille, Alla ricerca di Nemo).

Quindi, quando Andrews entrò nell’equipe, il film era già avviato per metà ma non abbastanza da poter fare affidamento solo sul lavoro della Chapman. Essendo, inoltre, una storia basata sul vero rapporto personale tra Chapman e sua figlia, Andrews dovette intraprendere un’altra strada, muovendosi più sulla direzione fantastica e avventurosa, tipica dei film Disney, a scapito dell’introspezione nei delicati rapporti tra madre e figlia. Ecco perché quando si guarda Brave si ha la sensazione di vedere due film differenti: da un lato la dualità di un rapporto familiare che si alterna tra amore e odio, dall’altro un viaggio fuori dal comune dove, uscendo dalla comfort zone, si riesce a capire l’un l’altro e a maturare.
Due tematiche molto delicate ma estremamente diverse tra loro che in un certo senso dividono il film in due parti, facendo prevalere la seconda sulla prima e lasciando l’intento originale della Chapman un po’ in sospeso. La riconciliazione finale, l’ammissione di colpe e il cambiamento delle co-protagoniste sembra, infatti, ricollegarsi alla seconda trama del film, piuttosto che chiudere il cerchio in una ring composition.

Purtroppo, siccome Ribelle – The Brave sarebbe dovuto diventare il primo film della Pixar ad entrare nel canone Disney, è probabile che ancora di più la multinazionale abbia spinto Andrews a orientare la storia verso le trame fiabesche disneyane.

Le tematiche inesplorate: il rapporto madre-figlia

L’idea originaria di Chapman era dunque trasporre, dietro figure animate, la tortuosità dell’esperienza femminile, la complessità dell’essere donna e l’unico vero antagonista sarebbe dovuto essere la società.

Ciò è evidente nel setup iniziale della storia dove vengono presentate da subito le due co-protagoniste e le loro personalità diametralmente opposte: Merida, l’adolescente ribelle che cerca di rimodellare i ruoli di genere prestabiliti, ed Elinor, la regina simbolo di grazia ed eleganza che incarna un modello ideale di perfezione, un modello esemplare di come una donna dovrebbe comportarsi secondo le convenzioni. Quindi, già nell’introduzione di questi personaggi è chiaro un conflitto ben preciso: la femminilità espressa secondo i canoni che si scontra con una femminilità libera. Merida è pienamente cosciente della propria identità di donna e l’abbraccia senza sentire le pressioni che sente invece Elinor.

Il presupposto per lo scontro generazionale è valido: troviamo due persone che si amano ma sono incapaci di comunicare; in particolare una madre che vorrebbe instaurare un rapporto con la propria figlia, ma che rimane vittima dei propri schemi mentali, che pretende di essere ascoltata per la posizione di potere da lei esercitata, senza ascoltare veramente quello che Merida cerca di comunicarle.

La tensione climatica sale fino alla decisione di Merida di mettersi in gioco e difendere i suoi ideali sfidando i suoi stessi pretendenti al tiro con l’arco, per dimostrare non di essere migliore degli uomini presenti, ma di essere capace di fare da sola le proprie scelte secondo quelli che sono i suoi valori, mettendo in discussione quindi sua madre, il potere istituzionale e, per estensione, la società. E quando la principessa sfigura l’arazzo di famiglia o la regina getta il simbolo della ribellione, l’arco, nel fuoco, seguita da immediato rimpianto, è chiara la direzione che Chapman avrebbe voluto dare alla narrativa: il rapporto si può risanare non attraverso la comprensione reciproca, ma attraverso l’accettazione delle differenze tra le due. Elinor non riesce a capire Merida fino in fondo, e forse mai lo farà, ma l’amore che prova per la figlia va oltre la capacità di comprendere; ciò che conta davvero è accettare e approvare chi è Merida, anche se questo si scontra con la sua visione di chi è sua figlia o di chi vorrebbe che lei fosse.

Ad oggi, Ribelle – The Brave rimane un film estremamente sottovalutato e, nel complesso, un film che accompagna lo spettatore in una dimensione fantastica, tipica dello stile Disney.

Fonte Immagine: Wikipedia (Eippol) – Licenza {Screenshot Copyrighted|Disney|film} |Detentore copyright

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