Stranger Things 3: i bambini sono cresciuti

Stranger Things 3

Stranger Things 3 è l’ultimo capitolo di una serie che ha tutte le carte in regola per diventare un cult. Il 4 luglio Netflix ha rilasciato tutte le puntate dell’ultima stagione.

Stranger Things è senza dubbio una delle serie più apprezzate del decennio e la popolarità riscontrata dopo l’uscita di quest’ultima stagione ne è la conferma. La prima stagione aveva suscitato molto clamore grazie alla ricostruzione delle atmosfere anni ’80 ma anche per le innumerevoli citazioni, per una storia molto intrigante e per l’amicizia.

Per la precisione, l’amicizia viscerale e totale di gruppo di bambini che con le loro comunicazioni radio provano ad abbattere qualsiasi tipo di distanza temporale e fisica per stare costantemente insieme. E se con la seconda stagione molti di quei temi erano stati riproposti con l’aggiunta di alcuni personaggi, il tutto non era bastato per rendere i nuovi episodi appetibili come i primi. La seconda stagione è stata comunque sempre molto godibile ma si trattava della riproposizione di uno schema già visto e per questo meno entusiasmante della prima novità. Ma con questa terza stagione Stranger Things ci dimostra di essere cresciuto.

Preparatevi a salutare i bambini che avete imparato a conoscere perché nelle nuove puntate troverete degli adolescenti. Non sono cambiati solo i loro interessi ma anche i loro modi di relazionarsi. I ragazzi dovranno confrontarsi con nuovi sentimenti e con la necessità di saperli comunicare. Ma a sorprendere saranno anche le dinamiche interpersonali con la nascita di nuove amicizie al femminile, di nuove conoscenze e del consolidamento di alcuni rapporti.

Crescere può significare anche dover cambiare e Stranger Things l’ha capito e saputo fare. A crescere, infatti, non sono solo i protagonisti ma anche le minacce da affrontare. Dimenticate il Demogorgone sconfitto da Undi e anche il governo degli Stati Uniti che prova a nascondere la verità perché ci sono nuovi nemici da combattere.

In Stranger Things 3 troviamo una minaccia diversa, proveniente sì dal sottosopra ma più evoluta ed intelligente. A ciò si aggiunge la presenza di un nemico straniero, la Russia, che fin dai primissimi minuti si presenta come spietato e determinato a raggiungere l’obiettivo.

Solo evocato nelle precedenti stagioni, il concretizzarsi della minaccia russa è un cambiamento che trascina ancora di più la serie nel contesto degli anni ’80 precedenti la caduta del muro di Berlino. Un tassello ulteriore che arricchisce una serie di elementi che caratterizzano perfettamente un’atmosfera già ben definita da acconciature, abbigliamenti, colonne sonore e ambientazioni.

Stranger Things continua a saper rielaborare con cura infinite citazioni senza mai sfociare nella banale copia. Per chi conosce i riferimenti è chiaro che i Duffer Brothers hanno attinto senza risparmio da altri cult e continuano a farlo. Fin quando i risultati saranno come questa terza stagione possono però continuare a farlo.

In Stranger Things 3, oltre ai personaggi che abbiamo imparato a conoscere nelle precedenti stagioni, troveremo nuovi amici. Insieme alla valorizzazione di alcuni personaggi già noti (Erica, sorellina di Lucas, Murray Bauman, giornalista un po’ stravagante e Billy, fratello di Max) c’è anche l’aggiunta di una nuova protagonista femminile, Robin, interpretata da una bravissima Maya Hawke.

Una serie cresciuta, dicevamo. Cresciuta non solo grazie ai personaggi ma anche grazie alla capacità di fondere momenti che sfiorano la commedia con altri che rievocano atmosfere da horror. In questa nuova stagione, infatti, pur essendoci più scene “splatter” legate all’evoluzione del nemico principale, ci sono anche tanti momenti in cui si ride e nuove storie da seguire.

La carta vincente è forse stata la capacità di sviluppare contemporaneamente quattro filoni narrativi paralleli ognuno dei quali con le sue micro dinamiche riuscendo, tra l’altro, come in passato, a far incontrare con naturalezza tutti i personaggi nel finale. Tutto ciò rende Stranger Things 3 una stagione ricca di puntate che, pur durando dai 50 minuti all’ora e diciassette, si prestano ad una visione senza discontinuità o comunque in poche giornate.

Altro elemento vincente è stata sicuramente la scelta di ambientare le nuove avventura in estate permettendo così di abbandonare le luci natalizie in favore di bordi piscina e costumi che hanno portato un tocco di freschezza ad un prodotto che correva nuovamente il rischio di presentarsi troppo uguale a se stesso. La scelta dell’estate per raccontare l’adolescenza, del resto, non deve essere stata casuale. L’estate è per definizione il periodo in cui più si cresce velocemente e in cui si vivono nuove esperienze.

Volendo però trovare un difetto a questa nuova stagione, non si può tralasciare la trama che ripropone schemi già visti. Certo, i Duffer Brothers riescono a rendere tutto interessante nonostante le ripetizioni ma a lungo termine la mancanza dello sviluppo di una trama più complessa potrebbe danneggiare la serie e sarebbe un vero peccato.

Questa terza stagione sarebbe potuta essere la conclusione perfetta per una serie che è già cult. Se ci dovessero essere nuove stagioni, cosa molto probabile, sarà interessante capire in che direzione si svilupperà la trama e se saranno sfruttati alcuni elementi disseminati lungo il percorso. Rivedremo Kali, la sorella di Undici vista in uno degli episodi meno apprezzati della serie? E il dottore che Undici chiamava “Papà” è ancora vivo?

Non ci resta che aspettare una probabile quarta stagione di Stranger Things per scoprirlo. Nell’attesa, se colti da un improvviso attacco di nostalgia, potremo sempre correre ad ascoltare The Neverending Story.

 

Fonte immagine: https://www.facebook.com/netflixitalia/photos/p.2500464436665513/2500464436665513/?type=1&theater

A proposito di Salvatore Tramontano

Studia Mass Media e Politica presso l'Università di Bologna. Scrive per capire cosa pensa.

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