Isao Takahata: biografia e film del maestro dimenticato dello Studio Ghibli
Isao Takahata: l’altro genio dello Studio Ghibli, oltre Miyazaki
Quando si parla di Studio Ghibli, il primo nome che viene in mente è quello del leggendario Miyazaki Hayao, vincitore di due Academy Award e maestro indiscusso del fantastico. Tuttavia, il successo dello studio non sarebbe stato possibile senza l’altra metà della sua anima creativa: Isao Takahata. Regista, produttore e cofondatore dello studio, Takahata è stato un autore profondamente diverso da Miyazaki: meno propenso alla fantasia e più incline a un realismo struggente, ha creato capolavori che hanno ridefinito le potenzialità del cinema d’animazione, esplorando la complessità dei sentimenti umani con una sensibilità unica.
La biografia di Isao Takahata: dalla letteratura all’animazione
Isao Takahata non nacque come uomo di cinema. Laureato in letteratura francese e grande ammiratore del poeta Jacques Prévert, scoprì la sua vocazione per l’animazione quasi per caso. Nel 1959 entrò alla Toei Doga (oggi Toei Animation), dove incontrò un giovane e talentuoso animatore di nome Hayao Miyazaki. Il loro sodalizio artistico, destinato a durare cinquant’anni, iniziò con il primo lungometraggio di Takahata, “La grande avventura del piccolo principe Valiant” (1968). Il film, troppo maturo e complesso per l’epoca, fu un insuccesso commerciale, ma segnò una rottura con i canoni influenzati dalla Disney. In seguito, per il progetto “World Masterpiece Theater”, Takahata diresse serie entrate nell’immaginario collettivo, come “Heidi”, “Anna dai capelli rossi” e “Marco”, dimostrando un talento straordinario nel raccontare la vita quotidiana e le emozioni dei giovani protagonisti.
I film di Isao Takahata: il realismo che commuove
Dopo aver prodotto “Nausicaa della valle del vento” di Miyazaki, i due fondarono lo Studio Ghibli nel 1985. Qui, Isao Takahata ha diretto i suoi film più personali e potenti, opere che si distinguono nettamente dalla produzione dello studio per la loro aderenza al reale e l’attenzione ai dettagli della vita.
Una tomba per le lucciole: il capolavoro neorealista di Isao Takahata
Considerato uno dei film di guerra più strazianti di sempre, “Hotaru no haka” (Una tomba per le lucciole, 1988) è il capolavoro più noto e doloroso di Isao Takahata. Ambientato durante le battute finali della Seconda Guerra Mondiale, il film segue la disperata lotta per la sopravvivenza di due fratelli, Seita e Setsuko. Con uno stile quasi neorealista, Takahata non mostra battaglie, ma la tragedia silenziosa e quotidiana della guerra vista attraverso gli occhi dei bambini. È un’opera di una potenza emotiva devastante, che evita ogni retorica per colpire dritto al cuore.
La poesia del quotidiano: Pioggia di ricordi e I miei vicini Yamada
Con film come “Omohide poro poro” (Pioggia di ricordi, 1991) e “I miei vicini Yamada” (1999), Isao Takahata eleva la vita quotidiana a forma d’arte. Il primo è una riflessione nostalgica e delicata sulla memoria e le scelte che definiscono la nostra identità, mentre il secondo è una serie di sketch comici e toccanti sulla vita di una tipica famiglia giapponese, realizzato con uno stile grafico essenziale che ricorda le strisce dei fumetti. Entrambi i film dimostrano la capacità del regista di trovare una bellezza profonda nella semplicità della vita di tutti i giorni.
Il fantastico con radici nel reale: Pom Poko e La storia della principessa splendente
Anche quando affronta il fantastico, Isao Takahata lo fa con un approccio unico. “Pom Poko” (1994) è una critica sofisticata all’urbanizzazione selvaggia del Giappone, raccontata attraverso la lotta dei tanuki (creature del folklore giapponese) per salvare la loro foresta. Il suo ultimo film, “La storia della principessa splendente” (2013), richiese quasi dieci anni di lavoro. Tratto dal più antico racconto giapponese, il “Taketori monogatari”, è un’opera visivamente sbalorditiva, disegnata come un ukiyo-e in movimento, che tratta i temi cari al regista: il rapporto con la natura e la complessità dei sentimenti umani.
Lo stile di Isao Takahata: un cinema d’autore in animazione
Il cinema di Isao Takahata è un cinema d’autore che usa l’animazione come mezzo espressivo. A differenza di Miyazaki, il cui stile è riconoscibile e coerente, Takahata amava la sperimentazione stilistica, adattando la tecnica di animazione al racconto. Non è mai sceso a compromessi, ha sempre mostrato un profondo rispetto per la sua arte, dedicando anni a ogni progetto. I suoi film potranno sembrare meno commerciali, ma hanno la capacità di parlare a tutti, rappresentando la realtà in modo preciso e trasfigurandola attraverso il filtro dell’animazione. È stato un visionario capace di regalarci scene meravigliose, come il volo delle lucciole nel suo film più famoso o la fuga disperata di Kaguya nel suo testamento artistico.
L’eredità di Isao Takahata: un cinema necessario
Scomparso nel 2018, Isao Takahata ha lasciato un’eredità immensa. È stato un regista di statura e spessore enormi, una coscienza critica dell’animazione che ha dimostrato come questo linguaggio possa affrontare temi complessi senza perdere la sua forza poetica. I suoi film toccano il cuore senza mai cercare la lacrima facile. Sono opere che ci invitano a riflettere, a guardare il mondo con occhi diversi e a trovare la bellezza anche dove non sembra esserci. La sua filmografia non smetterà mai di essere amata e studiata, testimonianza di un talento unico e di un cinema profondamente umano e necessario.
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Di Boungawa – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=33325933