The Club (Külüp) | Recensione

The Club | Recensione della serie Netflix

 

La Turchia è entrata nel mirino della televisione e delle piattaforme grazie alla trasmissione delle loro serie TV, più comunemente conosciute come dizi (abbreviazione di televizyon dizileri).
The Club (titolo turco Külüp) è una serie uscita su Netflix nel 2021, immersa nella cultura e nella storia di un popolo tanto controverso quanto affascinante quale è la Turchia. A seguire, la recensione della serie, che la presenta a chi ancora non ha avuto modo di recuperarla.

Sinossi

The Club è una serie trasmessa su Netflix del 2021, composta da due stagioni, conclusa nel 2023.
Narra la storia di Matilda, una donna ebrea uscita dal carcere in seguito ad un’amnistia. Ha una figlia, Raşel, che è stata costretta ad abbandonare mentre era ancora in fasce.
Disposta a tutto pur di riallacciare i rapporti con lei, Matilda va a cercarla nel quartiere cosmopolita di Pera, ad Istanbul, e trova lavoro presso il Külüp (che è anche il titolo turco della serie). Da lì la sua vita cambierà nel giro di poco, seguendo attraverso gli occhi patinati del palcoscenico del Club anche i cambiamenti storici che Istanbul affronterà nel corso della serie.

Uno sguardo sulla Istanbul degli anni ‘50

Ambientata nel 1955, all’alba del pogrom del 6 settembre, The Club è una serie che presenta una versione inedita e molto cruda della Istanbul del secondo dopoguerra: i disordini politici, le origini ebraiche e greche che confluiscono in quella turca generando un unicum compatto e allo stesso tempo diversificato, e la Storia stessa del Paese che prende vita attraverso le scelte e le azioni dei protagonisti. Ognuno di essi, infatti, porta su di sé il peso di un racconto, di un passato personale che va ad unirsi al passato collettivo della ricostruzione della memoria, passando dalla minoranza ebraica, che viene mostrata come una famiglia solida e sul quale poter fare affidamento, e quella greca, in fuga e con la paura perenne di essere scoperta nel momento meno opportuno.

Una realtà mostrata fuori e dentro il Külüp, dentro e fuori dal palcoscenico e le sue luci che promettono novità, gioia, divertimento, quando in realtà occultano situazioni ben più complesse e difficili, situazioni quotidiane che contribuiscono ad arricchire il quadro completo della vicenda.

La Istanbul presentata nella serie Netflix è una città cosmopolita, ricca di bellezze ma anche di contrasti, differenze sociali e religiose, che si ripercuotono nelle scelte dei personaggi, che li animano, rendendoli portavoce di un determinato vessillo, di una lotta più o meno importante, come la libertà, l’emancipazione, la rivoluzione e la politica. Un miscuglio in disordine che poi porterà al terribile pogrom che pervaderà la città di Istanbul da cima a fondo, bruciando e distruggendo ogni cosa che capiterà sotto tiro.
In tutto ciò, il Külüp si mostrerà sempre un punto di ritrovo, un posto da cui fuggire, ma anche rifugiarsi. Due realtà opposte che si rincorrono, creando una sorta di Yin & Yang, di bene e male che confluiscono l’uno nell’altro.

Presenza sostanziale nella serie è anche la lingua, che, assieme a quella turca, presenta il ladino e il greco. La lingua diventa così veicolo di memoria, tradizioni, paure e speranze dei personaggi della dizi.

Temi trattati

Al di là dello sfondo storico in cui la serie Netflix naviga, The Club racconta anche del rapporto problematico che intercorre tra Matilda e Raşel, di due generazioni a confronto, di due donne, due madri che vivono la realtà degli anni ’50 in un Paese controverso come la Turchia.
Le storie che fanno da contorno non hanno un vero e proprio sviluppo autonomo, poiché tutto ruota attorno alla realtà del Club, oppure attorno a Matilda e sua figlia, come dei perni fondamentali sui quali poggiarsi.

La rappresentazione della donna non si sbilancia mai troppo in The Club, attenendosi alla realtà storica dei tempi.
Le donne della serie, nonostante la loro apparente sottomissione, dimostreranno col passare degli episodi di avere la forza necessaria per superare momenti non troppo favorevoli, arrivando addirittura a mettere in atto scelte drastiche, scelte che, pur apportando cambiamenti, devono passare attraverso ostacoli dolorosi.

Il senso di “famiglia” che pervade le mura del Club è palese in ogni discorso che, soprattutto nella seconda stagione, diventa il leitmotiv che accompagna le vicende che ruotano attorno a tutti i personaggi, rendendoli tutti componenti di una famiglia nata all’interno del Külüp.

Perché consigliarla

Per chi vorrebbe avere una visione più realistica e incentrata sulla Storia turca, The Club è una serie da consigliare caldamente. Per alcuni aspetti, possiede i soliti cliché di trama, per altri dimostra invece di scostarsi dal classico taglio da telenovela che parecchie dizi turche assumono.
Una storia avvincente che può appassionare senza alcun dubbio anche i non amanti del genere, apprezzandola nella sua interezza.

 

Fonte Immagine: Copertina ufficiale di Netflix

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