The Good Place di Michael Schur | Recensione

The Good Place di Michael Schur | Recensione

The Good Place è il titolo della serie tv televisiva diretta da Michael Schur e appartenente al genere fantasy. La serie, trasmessa dal 19 settembre 2016 al 30 gennaio 2020 su NBC, ha come attori protagonisti Kristen Bell e Ted Danson. Attualmente, inoltre, è disponibile sulla piattaforma Netflix

The Good Place: la trama

Eleanor (Kristen Bell) è una donna del New Jersey che, dopo essere stata investita da un camion che trasportava prodotti per la disfunzione erettile, si sveglia e scopre di aver raggiunto l’aldilà. Il suo mentore, Michael (Ted Danson) la informa che ora si trova nel posto giusto, «the good place», per il suo comportamento corretto nella sua vita precedente. Ma quando si accorge che è stata scambiata per qualcun altro, inizia a cercare di passare inosservata in modo che nessuno si accorga dell’errore. Eleanor si rende conto che non è stata una brava persona, così decide di iniziare una nuova vita cercando di imparare cosa sia veramente «buono» o «cattivo», e cercare di compensare il suo comportamento passato. Appena lo spettatore comincia a conoscerla meglio si rende conto (e lei è la prima consapevole di questo) che ha condotto una vita miserabile, facendo soffrire in modo gloriosamente grottesco chi faceva parte della sua vita. Di conseguenza, l’ultimo posto in cui non merita di andare è la «parte buona». Ma naturalmente, cercherà di non far notare a nessuno e userà la sua conoscenza dell’etica e della filosofia, che in teoria è la sua anima gemella, Chidi (William Jackson Harper), per imparare ad essere una brava persona.

Recensione della serie tv

The Good Place è una di quelle serie che ti riconcilia con l’universo e ti fa credere un po’ nella bontà e negli atti di buona fede. Michael Schur ha creato una serie tv che parla di filosofia morale, usando tutti gli elementi che conosciamo delle classiche sitcom e rappresentandole da nuova prospettiva per creare personaggi completamente innovativi. The Good Place ha riscosso un discreto successo, ottenendo 6 nomination agli Emmy e facendo crescere la fama di grandi talenti come Jameela Jamil, D’Arcy Carden e Willam Jackson Harper, tre attori che erano già da tempo nel mondo dello spettacolo, ma non erano così conosciuti. Tutti gli episodi sollevano dilemmi filosofici e metafisici, a volte in modo letterale, poiché Chidi mette in moto espressamente le sue conoscenze sulla teoria e sulla storia della filosofia e spiega i dilemmi che si presentano al gruppo di amici. Ciò che rende The Good Place così speciale e incomparabile sono i concetti quasi astratti, di teoria politica o filosofica che trovano applicazioni pratiche in una schiera di personaggi che spesso hanno gravi carenze affettive, ma che risultano strabilianti quando si scontrano e si confrontano tra loro. La sua idea è rivoluzionaria perché non cerca di giustificare i suoi protagonisti: Eleanor, Chidi, Tahani e Jason sono personaggi con un sacco di difetti che, in qualsiasi altra serie, probabilmente verrebbero «graziati», ma Michael Schur li rende antieroi e ci fa capire che, nonostante le loro buone intenzioni, hanno ferito molte persone, hanno sbagliato e tutto questo ha avuto delle conseguenze precise.

Fonte dell’immagine in evidenza: foto promozionale Netflix

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