The Umbrella Academy è giunta al capolinea e i fratelli Hargreves sono tornati per un’ultima avventura. La serie, tratta dal fumetto scritto da Gerard Way e disegnato da Gabriel Ba, pubblicato in Italia da Bao Publishing in una recente edizione in tre volumi, si è conclusa con un’ultima stagione di 6 episodi a conclusione del progetto nato nel 2010, quando nacque l’idea di farne un film. Nel 2015 l’idea mutò in una serie televisiva, grazie a Netflix, con Jeremy Slater alla sceneggiatura dell’episodio pilota e Steve Blackman come showrunner. La prima stagione è stata distribuita nel 2019 e da allora ha avuto tre rinnovi. Lo show ha ottenuto un discreto successo, in particolare tra gli amanti del fumetto e delle storie sui viaggi nel tempo. Abbiamo visto l’intera ultima stagione per voi.
Dalla terza stagione le “licenze poetiche” prese rispetto al fumetto sono aumentate e la sceneggiatura si è discostata in modo significativo dalla struttura originale della storia. In questa nuova linea temporale, scaturita dall’ultimo reset della linea temporale, ritroviamo i protagonisti sei anni dopo, senza i loro poteri e alle prese con una vita normale e più o meno soddisfacente. Luther (Tom Hopper) è uno spogliarellista in tuta da astronauta in uno show pomeridiano, un terribile spreco per il suo corpo perfetto e non più scimmiesco. Ben (Justin H. Min) è appena uscito di prigione dopo aver preso parte ad una frode che ha mandato in bancarotta migliaia di persone. Allison (Emmy Raver-Lapman, da poco diventata mamma) è di nuovo attrice ma in piccoli spot televisivi e vive con sua figlia Claire e con Klaus (Robert Sheehan) che è sobrio e pulito da tre anni ma proprio a causa della perduta immortalità è diventato ipocondiriaco e germofobico. Diego e Lila (David Castañeda e Ritu Arya) hanno messo su famiglia e vivono una vita ordinaria e casalinga in compagnia dei genitori di lei che in questa linea temporale non sono mai stati uccisi da Cinque (Aidan Gallagher) che nel frattempo è cresciuto – nel corpo, sappiamo che la sua mente quella di un uomo di 63 anni – ed è diventato un agente della CIA e infine ritroviamo Viktor (Elliot Page) che ha aperto un bar in Canada.
L’inizio è un po’ lento. Per buona parte del primo episodio assistiamo ad una sorta di family drama. Poi finalmente, iniziano i riferimenti alle varie linee temporali, eroiche imprese e apocalissi scampate dai protagonisti e la storia inizia piano piano a decollare. I dottori Gene e Jean Thibaudeau (Megan Mullally e suo marito, sul set e nella vita Nick Offerman, entrambi volti noti della sit com Will&Grace) una coppia tanto stramba quanto pericolosa che riesce ad entrare in possesso di alcuni reperti significativi dalle varie linee temporali. Questo, insieme al rapimento di Viktor ad opera di un uomo inesperto (interpretato da David Cross) porterà alla luce la pericolosità di un gruppo segreto chiamata I Custodi. L’organizzazione è in qualche modo a conoscenza dell’esistenza di diverse linee temporali ed è convinta che quella attuale non sia del tutto reale ed è comandata proprio da “Gene e Jean”.
Tra i cimeli delle linee temporali, recuperati dai Fratelli Hargreeves durante il salvataggio di Viktor, c’è anche la sostanza chiamata Marygold che è alla base della loro esistenza e che se fusa con la Durango, un’altra sostanza creata nello stesso istante avrà un effetto devastante, distruggendo l’intero universo ma soprattutto tutte le linee temporali – si parla continuamente di linee temporali, da un po’ – che creano uno squilibrio universale. Dopo aver recuperato i poteri per mezzo della Marygold – e per un inganno di Ben – i fratelli Hargreeves si ritrovano quasi involontariamente coinvolti in una nuova missione che sembra voler scongiurare l’ennesima Apocalisse, anche se in questo caso si parla di Catarsi: ma sarà davvero un bene fermarla? Tra riunioni fraterne, riscoperta del rapporto genitori e figli, separazioni e l’exploit romantico che non ti aspetti (ma che non vi diremo) i protagonisti affronteranno nuovi pericoli e rivelazioni del passato (perché Ben è morto nella prima linea temporale?) riscoprendosi più uniti che mai, fino alla gloriosa conclusione. Come sempre, a tirare le fila degli eventi c’è l’avventuriero, scienziato e ricchissimo alieno Sir Reginald Hargreeves (Colm Feore) e stavolta non è solo.
Ora che il viaggio di The Umbrella Academy è finito, ognuno degli interpreti ritornerà ai propri progetti. Le dichiarazioni rilascete durante le interviste degli ultimi giorni sono state nostalgiche e piene di commozione per gli anni passati insieme, ringraziando cast e crew. Nel corso degli anni, un numero incredibile di persone ha lavorato davanti e dietro le telecamere: dalle sceneggiature alle scenografie nelle location quasi tutte in Canada, dai costumi agli effetti speciali. Importanti anche le collaborazioni alla serie, come i camei importanti di attori e attrici famosissimi e collaborazioni con esperti di arti marziali per le scene d’azione, molte delle quali realizzate anche grazie al supporto di stuntmen validi come Benny Shilling, controfigura principale di Aidan Gallagher sin dall’inizio della produzione, data la giovane età in cui ha cominciato l’interprete di Cinque. Per quanto riguarda la distribuzione nel nostro Paese, è certo che l’Italia vanta grande industria basata sull’adattamento e il doppiaggio. Vi fanno parte i più talentuosi attori di ogni età che danno voce e carattere nella nostra lingua ai personaggi che amiamo, sempre attenti ai dettagli e ai cambiamenti. Nella serie The Umbrella Academy, infatti, il doppiaggio ha rispettato il percorso di transizione di Elliot Page, al secolo Ellen, doppiata dai bravissimi Alessia Amendola (Vania) e Francesco Ferri (Viktor). Una menzione speciale va a Massimo Triggiani che ha dato voce alle meravigliose e instabili follie di Klaus Hargreeves e a Lorenzo Crisci, il cui tono è “cresciuto” insieme a quello di Cinque in età e bravura.
Si potrebbe dire che The Umbrella Academy è una serie per estimatori del genere, spesso sottovalutata ma forse proprio per questo potrebbe diventare un cult che resterà nella memoria di molti, anche per le colonne sonore che hanno accompagnato tutte e quattro le stagioni e i trailer. Dai pezzi classici degli anni 60 della seconda stagione in Texas, al rock, dal pop alla disco music. Brani memorabili e di successo – inclusi quelli dello stesso creatore della serie Gerard Way frontman del gruppo My Chemical Romance – che hanno sottolineato i momenti salienti, le lotte e le scene più intense della serie, senza dimenticare le immancabili sequenze di ballo. Anche in questa stagione ce n’è una con Gene e Jean sulla canzone di Cher, Gipsy Tramps and Thieves che è divertente, certo, ma meno iconica e coinvolgente della coreografia sulle note di Footloose della terza stagione e che vi consigliamo di rivedere (link alla scena). La versione originale del 1967 di I think We’re Alone Now interpretata da Tommy James and the Shondells accompagna un finale pieno di sorprese dal passato e This must be the place dei Talking Heads sottolinea la nostalgica carrellata finale di foto dal set nei riconoscimenti finali, con tutti coloro che hanno preso parte al progetto The Umbrella Academy. Un piccolo consiglio: “siate marvelliani” e abbiate la pazienza di arrivare fino in fondo ai titoli di coda, per la breve e commovente scena finale.
Immagine in evidenza: foto promozionale – media articolo: screenshot scene della serie.