Chi era Griselda Blanco, la storia vera della Regina della Coca

Chi era Griselda Blanco

12 anni fa, precisamente il 3 settembre 2012, all’età di 69 anni veniva uccisa Griselda Blanco, con due colpi di arma da fuoco alla testa. Un’esecuzione che ha calato il sipario sulla vita di quella che, nel mondo del narcotraffico sudamericano e non solo, è diventata poi nota come la Regina della Coca. Dal 25 gennaio sarà disponibile su Netflix la miniserie composta da sei episodi dal titolo Griselda, prodotta dagli stessi creatori e produttori di Narcos e Narcos: Messico, Eric Newman e Andrés Baiz, in cui a vestire i panni della Blanco è l’attrice Sofia Vergara. Griselda si apre con le parole di Pablo Escobar, suo amico d’infanzia:

«L’unico uomo di cui ero preoccupato era una donna chiamata Griselda Blanco».

Non è la prima volta, però, che la storia di Griselda Blanco viene raccontata sullo schermo. Nel 2017 infatti, Catherine Zeta-Jones aveva già interpretato la regina del narcotraffico nel film La signora della droga (titolo originale: Cocaine Godmother) diretto da Guillermo Navarro.
La storia della Blanco possiede sicuramente quel fascino criminale che tanto attrae lo spettatore: una sete di potere irrefrenabile, riscontrabile in tante altre storie legate al mondo della criminalità, accumunate tutte, però, da un unico prevedibile epilogo.

Griselda Blanco, chi era la Regina della Coca?

Griselda Blanco nasce nel ’43 a Cartagena. Non ha un’infanzia facile, il padre la abbandona e la madre è un’alcolizzata e una prostituta. All’età di undici anni si trasferisce a Medellin e ben presto seguirà le orme materne. Finisce per sposare il suo protettore, Carlos Trujillo, da cui ha tre figli: Dixon, Osvaldo e Uber. Quando la sua relazione con Trujillo si inasprisce, per motivi legati agli affari, non ci pensa due volte a far uccidere il padre dei suoi figli. 
Questo è solo il primo dei 200 omicidi che ha commissionato nel corso della sua vita ed è anche il primo a valergli l’appellativo di vedova nera; sì perché quando ci sono di mezzo gli affari Griselda Blanco non è il tipo di donna che si lascia intralciare dai sentimenti.

Il matrimonio successivo, con il trafficante Alberto Bravo, la porta alla fine degli anni ’60 nel Queens, a New York. Lì fondano il loro impero di contrabbando, mascherato da società di importazione di abbigliamento. Griselda Blanco apre una fabbrica di biancheria intima da donna in Colombia e aggiunge scomparti segreti agli indumenti, in modo che i muli possono contrabbandare cocaina negli Stati Uniti senza essere scoperti. Pensa che le donne suscitano meno sospetti e la sua è una giusta intuizione.

Negli anni ’70 il business della cocaina è in forte espansione e Griselda Blanco inizia ad affermarsi, ciò anche grazie all’appoggio del cartello di Medellin e dell’amico d’infanzia Pablo Escobar. Nel 1975 capisce che sta per venire incriminata come uno degli imputati nel primo e più grande caso federale di traffico di cocaina e riesce a fuggire in Colombia. Qui ha da regolare dei conti con il marito, accusato di aver sottratto milioni alla loro azienda: per lei, motivo più che sufficiente per ucciderlo. Da questo momento in poi prende il pieno controllo dell’impero e si impone nel traffico degli stupefacenti diventando nota come la regina della coca.

Gli anni più cruenti: il prezzo del potere

Nel 1978 Griselda Blanco sposa l’assassino Dario Sepulveda. Hanno un figlio e lo chiamano Michael Corleone Blanco, in onore de Il Padrino. Si trasferiscono negli Stati Uniti, a Miami, da qui la svolta per i suoi affari: la sua fortuna si stima si aggiri intorno all’1,5 miliardi di dollari. La Blanco è una signora della droga che ha certamente una cosa in comune con i suoi colleghi uomini: l’efferatezza. Lo testimonia poi a processo anche il suo sicario più fidato Jorge Ayala: la madrina della cocaina, infatti, uccide i suoi rivali in pieno giorno, senza risparmiare neanche i bambini. Al culmine della guerra a Miami, il 25% delle vittime all’obitorio riporta ferite da arma da fuoco. 

Anche il suo terzo matrimonio arriva agli sgoccioli e la vedova nera fa uccidere il marito di ritorno in Colombia mentre è seduto in macchina accanto a suo figlio. La fuga in California segna l’inizio della fine per Griselda Blanco: nel 1985 viene catturata dall’agente della DEA Bob Palumbo e condannata a 15 anni di reclusione. In seguito viene accusata dallo stato della Florida di tre omicidi, per cui si dichiara colpevole, ricevendo altri 20 anni di carcere. Mentre sconta la sua condanna, due dei suoi quattro figli vengono uccisi al loro rientro in Colombia. Viene rilasciata al termine della sua pena nel 2004 e torna in Colombia da donna libera. 

Una donna scaltra e senza scrupoli, che ha anteposto la sua sete di potere davanti ai suoi stessi figli. La sua ambizione le ha consentito di costruire un impero da fare invidia, ma è a causa della stessa che si è ritrovata con due pallottole in testa davanti ad una macelleria di Medellin.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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