Issei Sagawa: il cannibale giapponese

Issei Sagawa: il cannibale giapponese

Il Giappone è una terra capace di affascinare tutto il mondo, sia per la sua storia millenaria sia per la bellezza dei paesaggi che ha da offrire. Tuttavia dietro l’immagine idealizzata del Sol Levante, si cela un lato oscuro pieno di storie e racconti raccapriccianti. Tra i casi più noti di cronaca nera abbiamo il caso della povera Junko Furuta o la storia di Tsutomu Miyazaki, l’assassino otaku che terrorizzò il Giappone. Tra questi racconti macabri, non può mancare il caso di Issei Sagawa, il cannibale giapponese.

Chi è davvero Issei Sagawa? Qual è la sua storia?

Issei Sagawa nasce a Kōbe il 26 aprile 1949, Issei sin da piccolo aveva mostrato uno spiccato interesse e un’estrema curiosità per la carne umana. Capitava spesso infatti che in tenera età rivolgesse ai suoi maestri domande molto macabre che riguardavano la possibilità di consumare carne umana. Il cannibale di Kōbe racconta nelle sue memorie di aver sempre fantasticato sulla possibilità di assaporare questa carne e, una volta iniziate le medie, la sua ossessione peggiorò drasticamente. Era un grande appassionato di storie di cannibalismo, tanto da arrivare a scrivere di proprio pugno racconti raccapriccianti e disturbanti che ruotavano attorno a questo tema. In questo periodo Issei conobbe la sua prima ragazza, tuttavia i due avevano un rapporto strano e abbastanza tossico. Sagawa visse un periodo molto complicato e si rese conto che c’era qualcosa che non andava con la sua salute mentale, tuttavia quando decise di mettersi in contatto con uno psicologo ritornò immediatamente sui suoi passi cambiando idea. Durante gli anni del liceo Issei conobbe un’altra ragazza, i due si innamorarono e decisero di trasferirsi nel Kansai per frequentare la stessa scuola. Presero un appartamento dove andarono a convivere, tuttavia il loro rapporto si tramutò in qualcosa di molto strano. Lei iniziò a portare a casa altri ragazzi  e senza alcun motivo apparente iniziò a maltrattare e insultare ripetutamente Issei Sagawa. I due vissero per un periodo di tempo divisi e il ragazzo era convinto che il loro rapporto potesse essere recuperato in qualche modo, ma purtroppo così non fu. Dopo essersi laureato tornò a vivere a Kōbe con i suoi genitori e continuò ad ignorare il suo declino psicologico, il desiderio di consumare carne umana si stava trasformando in una vera e propria necessità e Issei non sapeva come appagare questo suo bisogno. Una notte,  quando i pensieri ormai non facevano che tormentarlo, Issei uscì di casa e si infiltrò nell’appartamento di una ragazza con l’intento di ucciderla nel sonno, tuttavia la ragazza riuscì a svegliarsi in tempo, a quel punto Issei Sagawa scappò dall’appartamento. Non riuscì però a fuggire per molto, quella sera stessa venne arrestato per violazione di domicilio e tentata violenza sessuale, tuttavia grazie ai finanziamenti del padre trascorse una sola settimana in carcere. Con il passare del tempo la salute mentale di Issei Sagawa lo trasformò  in un soggetto irrecuperabile e questa sua condizione psicologica era aggravata dall’incapacità di trovare una donna capace di amarlo, aspetto che lo portò a sviluppare un profondo senso di rabbia e disagio ogni volta che vedeva una figura femminile.

L’incontro con Renée Hartevelt

Nel 1981 Issei Sagawa iniziò a frequentare la facoltà di lettere presso l’università Sorbonne di Parigi. Era molto introverso passava molto tempo da solo senza interagire mai con i suoi compagni. Un giorno durante l’ora di letteratura francese ebbe la sua prima interazione con una compagna di corso, una ragazza olandese Renée Hartevelt. I due da quel momento ebbero piccole interazioni tra di loro tuttavia Issei iniziò a sviluppare una vera e propria ossessione per Renée Hartevelt. In una giornata tranquilla dopo le lezioni venne invitato da Renée e il suo gruppo di amici a bere un caffè in un bar, proposta che accettò solo ed esclusivamente per avere un contatto più  diretto con Renée. In questa occasione Renée Hartevelt e il gruppo di ragazzi parlarono del più e del meno affermando più volte di voler mangiare del vero cibo giapponese, informazione significativa per il corso della storia. Issei, dopo essersi scambiato l’indirizzo di casa con Renée Hartevelt, decise di invitarla a cena. La ragazza era convinta che anche gli altri compagni di corso sarebbero stati invitati alla cena a tema giapponese a casa di Issei, tuttavia una volta arrivata a casa sua, Renée scoprì di essere l’unica invitata. I due cenarono tranquillamente e il loro rapporto si consolidò sempre di più. Da questo momento in poi gli atteggiamenti di Issei Sagawa nei confronti di Renée iniziarono a diventare sempre più disturbanti, ad esempio ha riportato nelle sue memorie personali che mentre sistemava la casa dopo la cena prese le bacchette utilizzate dalla donna e le portò alla bocca facendo poi lo stesso con la tazzina che utilizzò Renée.

Il cannibale di Kōbe

Dopo quella cena Issei Sagawa trascorse molto tempo a pianificare il prossimo incontro con Renée, ma non perché fosse innamorato di lei, anzi. In realtà, come racconterà lui stesso in seguito, Issei aveva questo forte desiderio di trovare la donna ideale, tuttavia con questo lui non intendeva trovare una donna con cui avrebbe trascorso il resto della sua vita, ma piuttosto voleva trovare la donna perfetta da uccidere e mangiare. Una sera si incamminò verso la casa di Renée con l’intento di ucciderla, tuttavia una volta arrivato lì vide che la ragazza era in compagnia di un’amica e di conseguenza non poteva portare a termine il suo piano. L’amica di Renée, insospettita dall’atteggiamento di Issei, chiese al ragazzo quale fosse il motivo della sua visita. Il ragazzo rispose che un suo amico, un professore giapponese, aveva bisogno di alcune registrazioni di poemi in tedesco; essendo Renée l’unica persona che Issei conosceva capace di parlare quella lingua, voleva incontrarla per chiederle questo favore. Sventato ogni sospetto i 2 si diedero appuntamento per incontrarsi. Nelle sue memorie Sagawa racconta di aver avuto l’acquolina in bocca il giorno dell’incontro mentre osservava Renée registrare. A un tratto Issei prese il suo fucile e lo puntò alla testa della povera donna che, ignara del pericolo, continuava a recitare le sue poesie. Issei Sagawa sparò un colpo di pistola, realizzando così il suo sogno, quello di diventare un assassino. La sua sete di sangue era stata finalmente appagata, da quel momento l’uomo iniziò a fare a pezzi la donna per poi cibarsi di quello che era rimasto del corpo della povera Renée. 

Il processo e la sentenza finale

Si sbarazzò dei resti della donna, tuttavia non fu abbastanza meticoloso da smaltire correttamente quel che restava del corpo di Renée, pochi giorni dopo la polizia bussò alla sua porta. Sagawa confessò tutto quello che aveva fatto, con estrema naturalezza. Venne successivamente detenuto in un carcere francese per due anni in attesa del processo, tuttavia nel 1983 venne rimpatriato in Giappone in quanto gli venne riconosciuta l’infermità mentale. Tornato in Giappone, Issei sarebbe dovuto essere internato in un ospedale psichiatrico, tuttavia i medici smentirono la diagnosi di infermità mentale. I dottori vollero ricontrollare i documenti del processo, purtroppo però in Francia il caso era chiuso e i documenti erano stati sigillati e archiviati. Con l’assenza di documenti da esaminare, Issei Sagawa uscì dall’ospedale psichiatrico come uomo libero. La cosa più agghiacciante di questo caso è il fatto che quest’uomo abbia vissuto una vita da star sotto i riflettori partecipando a programmi tv e film, quasi come se tutti si fossero dimenticati che Issei Sagawa il cannibale di Kōbe, nel suo appartamento in Francia, qualche tempo prima aveva ucciso e divorato una povera ragazza innocente. 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia (autore: Maurice de Jong) 

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