Le piramidi in Italia: le ipotesi sulla loro costruzione

Le piramidi in Italia: le ipotesi sulla loro costruzione

Le piramidi sono costruzioni architettoniche che accompagnano il percorso dell’uomo da sempre. Ogni terra, ogni epoca è rimasta affascinata da questo solido dalla forma ascendente, tanto da declinarlo in diversi modi e per le diverse occasioni. Nonostante le piramidi siano il simbolo egiziano per eccellenza, diverse popolazioni antiche e antichissime hanno lasciato queste costruzioni in tutto il mondo: dalla Cina all’America, dall’Antartide all’Italia.

Ebbene sì, esistono delle piramidi in Italia che, declinate in altre forme, dimensioni e tecniche di produzione, costituiscono una parte di storia forse ancora non ben indagata.

Le piramidi in Italia: da nord a sud dello stivale

Le piramidi esistono nel mondo sotto forme diverse: forma tipica, a gradoni, romboidali, forma allungata, a cono. Tutte hanno però la forma piramidale che tende verso l’alto con sezione sempre stingente. Esse sono sempre ricondotte a delle funzioni religiose o astronomiche. Il monte, del resto, è sempre stato simbolo di trascendenza per la sua tendenza all’alto, un elemento comune per ogni popolo e cultura. Molte piramidi hanno anche tanti aspetti in comune: sono orientate come i punti cardinali o ad esempio seguono la posizione delle costellazioni più importanti a seconda delle divinità venerate dalle popolazioni che le hanno costruite.

Ci sono diversi siti in cui sorgono delle vere e proprie piramidi in Italia, da nord a sud dello stivale.

In Lombardia sono state trovate le tre Piramidi di Montevecchia, all’interno del Parco del Curone a Rovagnate, in provincia di Lecco. Nel 2001 tre colline piramidali sono state individuate nonostante per lungo tempo esse siano rimaste coperte dalla vegetazione. Le tre colline presentano caratteristiche alquanto bizzarre per essere opera della natura: hanno tutte misurazioni molto simili per la base, l’altezza e i gradi di pendenza. Le piramidi di Montevecchia sono della tipologia a gradoni e sembrano essere state modellate nella roccia. Anche il loro orientamento è stato paragonato alle piramidi d’Egitto, allineate con le tre stelle centrali della cintura di Orione.

Non mancano altri casi nel Settentrione. In Emilia Romagna – precisamente in provincia di Reggio Emilia – è stata individuata la Piramide di Vessallo, scoperta nel 2009. La sua base è quadrata e quasi regolare con i lati all’incirca di 100 metri e un’altezza di 40 metri.

Anche in Friuli sono state trovate tre colline piramidali che sembra abbiano lo stesso orientamento delle piramidi di Giza. Le piramidi di Cividale sorgono inoltre in una zona in cui sono presenti delle mura megalitiche e un ipogeo riconducibili alla popolazione celtica.

In molti casi le ricerche non sono state molto approfondite e nella ricostruzione della storia di queste architetture ci sono ancora molte lacune.

Il caso della piramide di Bomarzo a Viterbo

Un’altra piramide è presente proprio nella capitale d’Italia. Che ci fa una piramide a Roma? Si tratta della Piramide Cestia, che sembra essere l’ultima sopravvissuta di altre tre costruzioni. Questo monumento, dall’altezza e dimensioni più ridotte delle consuete piramidi, è un monumento funerario fatto costruire da Caio Cestio Opulone all’incirca un decennio prima dell’anno zero. Per la sua intera altezza (37 metri) è interamente rivestita di marmo bianco di Carrara. Al suo interno c’è una camera funeraria. La presenza di un monumento funebre a forma di piramide a Roma è forse spiegata con il fatto che l’Egitto era divenuto provincia romana alcuni anni prima o forse era una moda del tempo, giunta fino a Roma.

Molto più avvolta dal mistero è invece un’altra piramide nel Lazio: la piramide di Bomarzo (in foto). Scoperta solo di recente, essa è situata in provincia di Viterbo. È un monumento in pietra molto misterioso che ha una storia in cui ci sono ancora molti dubbi. Essa è stata considerata come una semplice roccia, il cosiddetto “sasso del predicatore”, fin quando, nel 2008, un abitante del posto ha deciso di ripulirla dalla vegetazione che la ricopriva.

Un percorso immerso nella vegetazione conduce a quest’opera architettonica quasi nascosta. Si pensi che la piramide risulta in realtà interrata e quindi non se ne conosce la vera grandezza. I gradoni in pietra sono facilmente percorribili perché ben conservati e in essi si possono leggere le tracce che la pietra ha lasciato. Non si tratta di manifatture uniformi, il che fa pensare che la piramide sia stata costruita in più momenti.

L’orientamento della Piramide di Bomarzo è impostato verso i punti cardinali intermedi, tipico dei popoli antecedenti all’antica Roma. Il luogo potrebbe essere stato in passato un monumento per il culto religioso, un punto di osservazione astronomica o anche un punto di osservazione dei territori circostanti, data l’altezza considerevole. Anche in questo caso i dubbi da risolvere sono molti.

Le piramidi nel Meridione: da Benevento a Catania

Anche il Meridione presenta molti esempi di piramidi.

Innanzitutto, di considerevole importanza sono le piramidi in Campania, precisamente nel Beneventano. Anche in questo caso le piramidi sembrano avere un legame con la costellazione di Orione e, quindi, con le famose tre piramidi di Giza. Si tratta di tre colline: una si trova a Sant’Agata dei Goti, un’altra a Moiano e un’altra ancora a Caiazzo – quest’ultima rientra nella provincia di Caserta. In effetti è risaputo che Benevento ha un legame con l’antico Egitto: basti pensare al tempio di Iside che sorgeva in quel luogo e a tutti i reperti egiziani oggi conservati al Museo del Sannio. Anche queste piramidi, come tutte le altre in Italia, sono ricoperte di vegetazione ma presentano questa particolare forma che è effettivamente strano riuscire ad ottenere dalla natura, data la sua perfezione.

Un fenomeno molto simile si trova anche in Sicilia: è il caso delle piramidi intorno all’Etna. Sono tante piccole piramidi costruite tutte nello stesso modo. Piramidi a gradoni alte fino a 40 metri, con base per lo più quadrata costruite in pietra lavica. Alcune di esse sono completamente intatte, altre no. Alcune si trovano anche in territori privati, ulteriore motivo per il quale le ricerche sono state ostacolate. Esse sono state realizzate con la tecnica della posa delle pietre a secco, usando blocchi di roccia vulcanica ordinatamente posizionate secondo uno schema preciso. Per lungo tempo tali piramidi sono sembrate ai locali delle semplici costruzioni con lo scopo di controllare il lavoro degli agricoltori nei campi. Inoltre, trovandosi alle pendici dell’Etna, si potrebbe pensare anche una costruzione dovuta a qualche culto legato al vulcano stesso.

Ad ogni modo le piramidi in Italia sono solo un esempio di questi fenomeni che in realtà sono individuabili in diverse zone sparse per il mondo. Sono per lo più teorie che aspettano di essere approfondite e che non siamo ancora in grado di prevedere a cosa porteranno.

 

 

Fonte articolo: https://www.flickr.com/photos/184435081@N08/49779401008/

A proposito di Federica Grimaldi

Ventenne appassionata di arte e letteratura. Entra a far parte del team di Eroica per dedicarsi alla stimolante attività della scrittura.

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