La rivista erotica più conosciuta al mondo è la rivista Playboy, di origine statunitense. Un’icona culturale che ha definito un’epoca, la sua storia è un intreccio di liberazione sessuale, giornalismo d’avanguardia e aspre polemiche. Andiamo a conoscere la sua storia nel dettaglio.
Indice dei contenuti
- Playboy: fatti e cifre chiave
- La nascita di Playboy: da Esquire a icona culturale
- L’iconico logo del coniglietto: simbolo di uno stile di vita
- Oltre le copertine: playmate e contenuti d’autore
- Le controversie di Playboy: scandali, accuse e critiche
- Il declino e la fine dell’edizione cartacea
- Playboy: un’eredità complessa tra liberazione e oggettificazione
Playboy: fatti e cifre chiave
Prima di addentrarci nella storia, ecco una tabella con i dati fondamentali che definiscono la traiettoria della rivista Playboy.
Elemento | Dettaglio |
---|---|
Fondatore | Hugh Hefner |
Data di nascita | Dicembre 1953, Chicago (USA) |
Prima copertina | Marilyn Monroe |
Creatore del Logo | Art Paul (1953) |
Ultimo numero cartaceo | Primavera 2020 |
La nascita di Playboy: da Esquire a icona culturale
Il suo creatore è Hugh Hefner, che dà vita a questa rivista nel 1953 a Chicago. Hefner, che in precedenza lavorava per Esquire, fondò Playboy con un investimento iniziale di circa 7600 dollari, raccolti tra i suoi risparmi e prestiti. La rivista Playboy, simbolo di erotismo e sensualità, era caratterizzata da pagine con modelle giovani e affascinanti che indossavano o meno abiti succinti e trasparenti. La prima copertina, con Marilyn Monroe, fu un successo immediato, vendendo oltre 50.000 copie.
L’iconico logo del coniglietto: simbolo di uno stile di vita
Nessuna discussione su Playboy è completa senza menzionare il suo logo del coniglietto. Creato dal primo art director della rivista, Art Paul, nel 1953, il “Rabbit Head” divenne uno dei loghi più riconoscibili al mondo. Hefner scelse il coniglio per le sue “evidenti connotazioni sessuali” ma anche perché rappresentava un’immagine fresca, giocosa e sfacciata. Il papillon aggiungeva un tocco di raffinatezza e mondanità, incapsulando perfettamente la filosofia del brand: unire il piacere e l’erotismo a uno stile di vita sofisticato.
Oltre le copertine: playmate e contenuti d’autore
Oltre a foto erotiche, la rivista Playboy si distinse per i suoi contenuti di altissimo livello. Presentava anche fumetti a colori di autori famosi e racconti di romanzieri del calibro di Ian Fleming e Vladimir Nabokov. Inoltre non solo parlava di erotismo, ma anche di moda, sport e soprattutto ospitava interviste a personaggi importanti. Figure come Martin Luther King Jr., Fidel Castro e Jimmy Carter concessero a Playboy interviste approfondite che fecero storia. Con la rivista Playboy nasce anche il concetto di “playmate“, in italiano “compagna di giochi“, che sarebbe la modella protagonista del paginone centrale. La “ragazza di Playboy” per antonomasia non era solo una modella, ma veniva presentata con una biografia che ne raccontava gusti e aspirazioni, un tentativo di darle una personalità oltre l’immagine.
Le controversie di Playboy: scandali, accuse e critiche
Ovviamente oltre agli anni d’oro, la rivista Playboy ha affrontato un lungo periodo pieno di controversie, mettendo in gioco la reputazione della rivista stessa. Un esempio è la copertina del marzo 2006 con l’attrice Jessica Alba, che denunciò la rivista per aver utilizzato la sua immagine senza autorizzazione. Altri problemi sorsero per la pubblicazione di copertine con modelle di diverse etnie (la prima donna africana nel 1971, la prima donna indiana nel 2012), suscitando dibattiti sulla diversità.
Nel documentario “Secrets of Playboy” del 2022, sono stati rivelati al pubblico molti segreti riguardanti la rivista Playboy. Si è parlato di accuse riguardo abusi sessuali e psicologici avvenuti nella Playboy Mansion, situata a Los Angeles. Hugh Hefner e i suoi collaboratori vengono accusati di aver abusato di alcune donne. Si aggiungono anche le notizie riguardo a vari episodi di droga e violenza che macchiano sempre di più l’immagine della rivista.
Altra cosa da dire è che Playboy viene accusata e criticata per aver mostrato le donne al pubblico come oggetti sessuali, anche se l’obiettivo iniziale di Playboy è stato quello di aprire al mondo le porte verso la modernità. Altra controversia riguarda la foto di Lena Forsén, utilizzata per anni come immagine di test standard nell’elaborazione digitale delle immagini, sollevando critiche sull’utilizzo di foto erotiche per studi scientifici.
Il declino e la fine dell’edizione cartacea
Con l’avvento di internet e la facile accessibilità a contenuti per adulti, il modello di business di Playboy ha iniziato a vacillare. Le vendite, che negli anni ’70 superavano i 5 milioni di copie a numero, sono crollate drasticamente. Dopo vari tentativi di rilancio, inclusa una breve parentesi senza nudi nel 2016, la compagnia ha annunciato la decisione storica. L’ultimo numero cartaceo regolare della rivista Playboy negli Stati Uniti è stato quello della primavera 2020. La pandemia di COVID-19 è stata citata come il colpo di grazia che ha accelerato una decisione già inevitabile. Oggi il brand Playboy sopravvive principalmente attraverso contenuti digitali e accordi di licenza del marchio.
Playboy: un’eredità complessa tra liberazione e oggettificazione
La rivista Playboy ha rappresentato un fenomeno culturale complesso, che ha contribuito a cambiare la percezione della sessualità nella società, ma che è stato anche oggetto di numerose critiche e controversie. La sua eredità rimane ambivalente, simbolo di una rivoluzione sessuale per alcuni, esempio di oggettificazione femminile per altri.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 01/09/2025