Il gioco del Poker: dalle 5 carte al Texas Hold’em

Il gioco del poker

Il gioco del Poker, dalle sue origini nei primi decenni dell’Ottocento negli Stati Uniti, è stato percepito da molti come causa della rovina di numerosi giocatori. Eppure, questo gioco ha avuto una diffusione rapida e capillare, conquistando ogni strato della popolazione e radicandosi nella cultura americana. Il poker è entrato nell’immaginario collettivo anche grazie a fumetti e romanzi che ne narrano le partite leggendarie. Una delle più celebri è legata alla figura di Wild Bill Hickok, famoso pistolero del vecchio West, assassinato alle spalle il 2 agosto 1876 da Jack McCall durante una partita a Deadwood, South Dakota. In quel momento, Wild Bill teneva in mano due assi neri e due otto: una combinazione passata alla storia come “la mano del morto”.

Il poker a 5 carte nel XX secolo: i primi strateghi

Con il crescere della popolarità del poker a 5 carte nel Novecento, emersero i primi testi dedicati alla strategia. Alcuni professionisti cominciarono a sostenere che, oltre alla fortuna, fosse l’abilità del giocatore a fare la differenza. Tra i primi autori troviamo Herbert O. Yardley, che nel 1957 pubblicò The Education of a Poker Player. Ma fu con Doyle Brunson e il suo leggendario Super System (1978) che il poker iniziò a essere trattato come una disciplina capace di premiare studio e logica. Importante anche The Theory of Poker di David Sklansky, pubblicato nel 1987. Ciononostante, tutto stava per essere rivoluzionato da una variante destinata a dominare la scena: il Texas Hold’em.

Il boom del texas hold’em e l’effetto moneymaker

Il Texas Hold’em nasce nei primi anni del Novecento, ma la sua diffusione iniziò realmente negli anni ’50 e ’60. Il vero salto di qualità avvenne nei primi anni ’70, quando fu introdotto come evento principale delle World Series of Poker (WSOP) a Las Vegas, il campionato del mondo non ufficiale del gioco. L’esplosione globale arrivò nel 2003 con l’impresa di Chris Moneymaker: un contabile dilettante che, partendo da un torneo online di appena 86 dollari, vinse il Main Event delle WSOP, battendo 838 avversari e portandosi a casa un premio da 2,5 milioni di dollari. Questo evento fu la miccia del cosiddetto poker boom. Per dare un’idea dell’evoluzione, i partecipanti al Main Event erano 839 nel 2003, mentre nel 2023 si è raggiunto il record, come riportato dal sito ufficiale WSOP, di 10.043 iscritti, con un primo premio di oltre 12 milioni di dollari.

Le regole base del texas hold’em: come funziona il gioco

A differenza del poker a 5 carte, il Texas Hold’em si basa su una combinazione di carte private e comuni. Ogni giocatore riceve solo due carte coperte (hole cards). Il gioco si sviluppa poi attraverso quattro fasi di puntate (street), intervallate dalla scopertura di cinque carte comuni al centro del tavolo:

  • Flop: le prime tre carte comuni vengono scoperte.
  • Turn: viene scoperta la quarta carta comune.
  • River: viene scoperta la quinta e ultima carta comune.

L’obiettivo è creare la migliore mano possibile di cinque carte, utilizzando una qualsiasi combinazione delle proprie due carte private e delle cinque carte comuni. Questa struttura aumenta la complessità strategica e le informazioni disponibili.

Differenze principali tra poker classico e texas hold’em

Sebbene appartengano alla stessa famiglia, il poker a 5 carte (Five Card Draw) e il Texas Hold’em presentano differenze sostanziali che ne definiscono la natura e la strategia.

Poker a 5 carte vs texas hold’em: le differenze chiave  
Carte per giocatore Poker a 5 carte: 5 carte private.
Texas hold’em: 2 carte private.
Carte comuni Poker a 5 carte: nessuna.
Texas hold’em: 5 carte comuni (flop, turn, river).
Struttura del gioco Poker a 5 carte: un solo cambio di carte (draw) e due giri di puntate.
Texas hold’em: quattro giri di puntate, nessuna possibilità di cambiare carte.
Rilevanza abilità Poker a 5 carte: la fortuna ha un ruolo più marcato, le informazioni sono limitate.
Texas hold’em: l’abilità è preponderante, basata su calcolo delle probabilità e psicologia.

Il gioco del poker: abilità o fortuna?

A differenza dei giochi puramente d’azzardo, il Texas Hold’em richiede una combinazione di abilità matematiche, gestione del capitale (bankroll), resistenza psicologica e intelligenza emotiva. Non è un caso che il suo status di “gioco di abilità” sia stato riconosciuto in diverse sedi, anche legali. I giocatori più forti sono eccellenti psicologi, capaci di leggere i segnali degli avversari e di prendere decisioni complesse sotto pressione. Oggi il Texas Hold’em è ampiamente riconosciuto come un skill game, anche se la componente aleatoria nel breve termine non può essere esclusa.

Conclusione: una scienza del rischio calcolato

Oggi, grazie a piattaforme online, tutorial e software di analisi, le tecniche del Texas Hold’em sono accessibili a chiunque voglia studiare. Il poker non è più un gioco basato solo sul caso, ma una vera scienza del rischio calcolato, dove preparazione e pazienza possono fare la differenza. Sebbene il fattore fortuna non possa essere eliminato, il Texas Hold’em premia in modo evidente la strategia e la costanza. Proprio per questo, da semplice passatempo dei saloon, si è trasformato in una disciplina riconosciuta a livello mondiale e, per molti, rimane un sogno possibile: diventare il prossimo campione del mondo a Las Vegas.

Fonte immagine: Pixabay, fotografo xeno_mas

Articolo aggiornato il: 15/09/2025

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