Proteggersi sui social: 7 strategie contro i rischi online

Proteggersi sui social: 7 strategie per contro i rischi online

Il processo di piattaformizzazione ha facilitato l’uso dei social e la fruizione di contenuti, ma è correlato a un abbassamento delle difese e della percezione del rischio. Emerge quindi l’urgenza della diffusione di strategie per proteggersi sui social ed aumentare la consapevolezza degli avventori della rete.

I tempi in cui si parlava di social network come realtà alternative a quella “reale” sembrano appartenere ad un passato remoto. Con l’arrivo delle piattaforme, la vita online ha guadagnato credibilità, entrando a pieno titolo tra le sfaccettature dell’esistenza umana.
Le persone usano i social non solo per essere, appunto, “social” e connettersi con altre persone, ma anche per intrattenersi ed informarsi. Le notizie tramite le piattaforme raggiungono i destinatari molto più velocemente di un quotidiano o di qualsiasi altro medium. Sulla timeline del proprio social preferito, infatti, è possibile imbattersi in aggiornamenti di ogni sorta: politica, cronaca, attualità…tutto a portata di refresh. Fenomeno in costante crescita è anche quello relativo alla ricerca del lavoro e l’occasione di contatto tra aziende e potenziali candidati. Questo, inevitabilmente, porta alla produzione di una grande quantità di dati, la cui circolazione potrebbe facilmente divenire incontrollata.
È fondamentale, quindi, adottare misure per proteggersi sui social da eventuali rischi e salvaguardare la propria sicurezza online.

Fiducia e percezione del rischio sui social

Dal momento che gran parte dell’esistenza umana si gioca sulle piattaforme e sono molte le attività che esse propongono, le persone nel tempo hanno sviluppato anche un certo attaccamento, affettivo e sociale, al mondo digitale.
Attualmente si assiste ad un singolare fenomeno secondo cui al crescere dei pericoli e dei rischi collegati alla rete, si registra anche un aumento della fiducia delle persone verso di essa che fa ipotizzare un drastico abbassamento delle difese. Dinamica bizzarra che non aiuta a proteggersi sui social, ma dotata di senso logico: un abbassamento delle difese si verifica in presenza dello stabilirsi di relazioni interpersonali e di una percezione del rischio molto ridotta. Ci si sente sicuri in un luogo in cui la sicurezza vacilla, insomma.

Non di minore importanza, inoltre, è il bisogno di auto-espressione che alimenta la tendenza a mettere in mostra sui social qualcosa di sé, della propria vita privata (spesso intima) al fine di ottenere consensi. Quando il bisogno è grande, l’inibizione viene meno ed è molto facile, quindi, perdere il controllo di ciò che si condivide online, esponendosi a rischi spesso di grande entità. Proteggersi sui social, in questo caso, non rappresenta più una priorità, ma un ostacolo alla narrazione che si vuole fare di sé.

  1. Filtri e privacy

La prima regola per proteggersi sui social media è controllare le impostazioni relative alla privacy del proprio account. Anche se, prima di ogni altra cosa, sarebbe preferibile non condividere informazioni sensibili sul proprio conto, è possibile che qualche dato possa trapelare, poiché le persone online non sono entità totalmente anonime. Molti utenti, infatti, sono presenti sulle piattaforme col proprio nome, la propria foto o, comunque, abitano i luoghi della rete mettendo in comune cose di sé con gli altri. Pertanto, è bene tenere il più possibile sotto controllo chi accede a tali informazioni.

  1. Proteggersi sui social: autenticazione a due fattori

L’autenticazione a due fattori è uno dei principali sistemi di sicurezza che l’utente può attivare per proteggersi sui social e rendere meno vulnerabili i propri account. Secondo questo sistema, per poter accedere al proprio profilo non basta più inserire una password ma bisogna fornire l’autorizzazione all’accesso tramite altra modalità, che solitamente consiste nel ricevere un SMS sul proprio numero di telefono.
Twitter ha abolito l’autenticazione a due fattori, rendendola disponibile solo agli utenti abbonati a “Twitter Blue” e ciò ha generato grandi polemiche, poiché considerata una scelta azzardata. Per altri social, però, questo continua ad essere il metodo di elezione per proteggere il proprio account. Quindi, accanto ad una password robusta (e diversa per ogni account e social!), è altamente suggerito tale metodo.

  1. I link sospetti

La ricezione di link sospetti caratterizza la vita online già da prima dell’avvento dei social. Essi venivano spediti massivamente tramite mail accompagnati da un testo ingannevole che portava l’utente a cliccarvi su. Un gesto ingenuo dato dalla curiosità, dalla paura o dalla mancanza di percezione del rischio, poteva avere conseguenze spiacevoli.
Tale pratica non è mai stata debellata: anche sui social è molto frequente il fenomeno dei link sospetti. Su Instagram e Facebook, ad esempio, arrivano tramite messaggio privato da parte di sconosciuti o dei propri contatti, che a loro volta sono caduti vittima di un link malevolo ricevuto e si sono visti rubare l’account. Per proteggersi sui social non bisogna, quindi, cliccare su link ricevuti da altre persone, anche se si conosce il mittente, poiché il suo account potrebbe essere stato a sua volta rubato da qualche malintenzionato.

  1. Il falso amico su Instagram

Può capitare di ricevere un messaggio privato su Instagram da parte di una persona che si conosce e che chiede aiuto per risolvere un problema. Molto spesso questa persona dice di aver bisogno di una password per poter accedere al proprio account e chiede di cliccare su un link. Altre volte può chiedere di votare ad un sondaggio o ad un concorso, sempre cliccando su un link. Questi link potrebbero indirizzare a siti dannosi o cercare di rubare le informazioni personali quindi, per proteggersi sui social, è buona norma non cliccare mai, anche se il mittente afferma di essere in estrema difficoltà. È consigliabile verificare sempre l’autenticità delle fonti e cercare conferme prima di interagire con i link condivisi.

  1. Proteggersi sui social: foto di documenti

Chi è che pubblica online foto dei propri documenti? Certamente nessuno. Ma non è propriamente così. Sono molte, infatti, le persone che condividono con la rete immagini o frammenti dei propri documenti di identità. Perché lo fanno? Per mostrare a tutti la felicità di aver preso la patente, ad esempio, o di aver rinnovato il passaporto per viaggiare.
Il suggerimento è di non lasciarsi trasportare da facili entusiasmi: i documenti d’identità contengono informazioni sensibili, è meglio che restino chiusi nel portafoglio e mostrati solo quando necessario. La diffusione di informazioni di questa natura, oltre a prestare il fianco a truffe di qualsiasi natura, potrebbe incoraggiare abusi e atteggiamenti propri delle dinamiche del cyberbullismo.

  1. Applicazioni, giochi e widget

Online è molto frequente intrattenersi con giochi, quiz e widget di ogni tipo. Tali applicazioni, però, per poter funzionare richiedono spesso l’accesso ai propri dati o alle piattaforme frequentate. Se si fa un giro nelle impostazioni delle proprie pagine social, ad esempio, sarà possibile vedere i permessi forniti alle varie applicazioni esterne, alcune delle quali sono persino sconosciute o ormai obsolete. Per proteggersi sui social, il suggerimento è quello di limitare gli accessi di tali applicazioni e rimuovere quelle che non si conoscono o che non vengono più usate.

  1. Accesso da altri dispositivi

Può succedere di non disporre del proprio cellulare per qualunque motivo e di dover effettuare l’accesso alla propria mail o pagina social dal dispositivo di un’altra persona. Un amico, un parente o un collega presta il proprio telefono temporaneamente. Anche se si tratta di persone fidate, sarebbe bene evitare di accedere al proprio account dal dispositivo altrui ma, se è proprio necessario, assicurarsi poi di aver effettuato logout e che le password non siano state salvate su tale dispositivo.

Proteggersi sui social: conclusioni

Le piattaforme si configurano come uno spaccato della vita di ogni individuo. L’abbattimento della barriera di vetro che separa l’online dall’offline ha segnato per certi versi la fine del pregiudizio verso tutto ciò che un tempo era ritenuto “solo virtuale” ma, allo stesso tempo, ha abbassato le difese da parte di chi abita i luoghi della rete. Seguendo l’ondata della crescente fiducia delle persone nei sistemi di autenticazione online, proteggersi sui social è passato dall’essere una priorità ad una problematica di secondaria importanza. Si ritiene quindi necessario adottare delle strategie di ri-educazione alla percezione del rischio: come nella vita quotidiana, così in quella digitale. 

Immagine Copyright Free creata con Midjourney

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