Quali sono i migliori Exchange per comprare criptovalute in Italia?

Acquistare criptovalute è diventato il desiderio di tantissime persone. Molti utenti alle prime armi abbandonano però l’idea prima ancora di iniziare perché non sanno quale piattaforme utilizzare. Il dubbio principale è, a buon ragione, generalmente relativo alla sicurezza della piattaforma. Purtroppo, le piattaforme per negoziare criptovalute, note come “exchange”, non sono tutte affidabili. Per questa ragione è necessario registrarsi alle piattaforme autorizzate che offrono elevati standard di sicurezza.

Migliori exchange di criptovalute: guida alla scelta e piattaforme consigliate

In questo articolo vedremo le caratteristiche che i migliori exchange dovrebbero avere e quali sono i migliori per comprare criptovalute in Italia – clicca qui se invece vuoi procedere direttamente alla registrazione gratuita presso Young Platform, un exchange italiano molto affidabile.

Caratteristiche di un exchange di criptovalute affidabile

I migliori exchange di criptovalute dovrebbero avere tutti le seguenti caratteristiche:

Sicurezza

A causa della mancanza di una regolamentazione governativa, le criptovalute possono sembrare una sorta di truffa per molti utenti. La maggior parte degli exchange più importanti, come ad esempio Young Platform, se ne rende conto e prende serie precauzioni per mantenere al sicuro le informazioni personali e finanziarie dei suoi utenti. Cercate sempre caratteristiche di sicurezza come l’autenticazione a due fattori (2FA), la crittografia end-to-end e il cold storage nella piattaforma che andrete a scegliere.

Offerta di criptovalute

Il numero di criptovalute che è possibile acquistare varia notevolmente da una piattaforma all’altra. Ad esempio, ci sono exchange che offrono solo una decina di crypto ed altri che ne offrono centinaia. Se siete utenti alle prime armi, probabilmente state solo cercando di comprare Bitcoin e qualche altra crypto famosa come Ethereum, di conseguenza un’ampia selezione potrebbe complicarvi eccessivamente la piattaforma. Se invece siete più esperti e avete il tempo di fare ricerche approfondite, potreste desiderare un exchange con un’ampia selezione che includa anche crypto meno conosciute.

Commissioni

Gli utenti dovrebbero scegliere un exchange con commissioni di negoziazione basse o quantomeno nella norma. Spesso le piattaforme hanno una versione per principianti con commissioni nella media ed una versione per utenti avanzati con commissioni nulle o minime. In generale, è comunque possibile dire che, dal punto di vista delle commissioni, qualsiasi exchange affidabile andrà bene per un utente che desidera solo acquistare qualche crypto.

I migliori exchange di criptovalute in Italia (2024)

Young Platform

Il primo della lista è Young Platform in quanto exchange 100% italiano e che sia appoggia a banche di custodia italiane. Per questo exchange la sicurezza degli utenti è al primo posto, ecco perché utilizza la procedura di Verifica dell’Identità (KYC) e l’Antiriciclaggio (AML). Il metodo Know Your Customer, o KYC in breve, è semplicemente il processo di identificazione utilizzato dagli intermediari finanziari come le banche e gli exchange di criptovalute per confermare che un cliente è una persona reale. Le misure preventive e la lotta al riciclaggio di denaro sono invece definite AML (Anti Money Laundering). A causa della loro portata globale, il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo sono fenomeni illegali che mettono in pericolo l’economia reale ed hanno un impatto significativo sul sistema bancario e finanziario. Sono entrambe due caratteristiche che ogni exchange affidabile dovrebbe garantire ai suoi utenti.

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Il dipartimento delle Finanze ha diffuso i dati sulla diffusione dei regimi agevolati scelti dalle persone fisiche nel corso del 2017, da cui si nota un forte incremento di aperture di regime forfettario al posto di quello ordinario. Il "popolo" delle partite Iva in Italia ha deciso: il regime forfettario è il sistema migliore per la gestione delle propria (piccola) attività. È questo il messaggio più chiaro che arriva dal puntuale aggiornamento realizzato dall’Osservatorio insediato presso il dipartimento delle Finanze, che ha diffuso un report con le informazioni definitive sulle decisioni assunte nel corso dello scorso anno. Le adesioni al regime forfettario I numeri parlano chiaro: più di 182 mila soggetti, su un totale di 512 mila nuove aperture in proprio sia a livello imprenditoriale che professionale registrate nel Paese, hanno optato per il sistema "forfettario", vale a dire più del 35 per cento del totale, a conferma di come il metodo abbia un appeal crescente. Per fare un paragone, nel 2016 questa tipologia rappresentava "solo" il 27 per cento delle nuove posizioni, con un dato quantitativo stimato in 165 mila soggetti. I requisiti L'analisi si sposta dal piano quantitativo a quello qualitativo quando prova a chiarire le motivazioni del successo di questo regime, individuate innanzitutto nelle imposte ridotte di cui beneficia chi è in possesso dei requisiti per beneficiare del sistema agevolato. Come spiega anche l'approfondimento del blog di Danea, tra i requisiti per il regime forfettario 2018, validi dunque anche per questo anno fiscale, c'è innanzitutto il vincolo dei ricavi e compensi, che a seconda della attività esercitata può andare da una soglia di 25 mila fino ai 50 mila euro. Vantaggi e semplificazione In termini pratici, poi, il grande vantaggio principale che funge da calamita per accedere al regime agevolato sono le imposte ridotte, ma non bisogna trascurare gli aspetti legati alla semplificazione degli adempimenti fiscali e burocratici: giusto come citazione veloce, si deve ricordare che i professionisti rientranti in minimi e forfettari non devono compilare gli studi di settore né inviare lo spesometro, né tanto meno sono soggetti allo split payment. Niente obbligo di fatturazione elettronica Proprio nelle ultime settimane, inoltre, durante l'evento Telefisco (organizzato dal Gruppo 24 Ore) è stato possibile appurare che i sistemi agevolati saranno esclusi anche dall’obbligo di fatturazione elettronica tra privati che prende il via nel 2019, anche se invece sono sottoposti regolarmente alle norme che regolano l’e-fattura verso le Pa (e, allo stesso modo, sono obbligati a ricevere il documento digitale in scambi tra privati in qualità di fornitori). Una flat tax Insomma, il sistema si poggia su leve che attraggono i soggetti con Partita Iva, al punto che nei giorni scorsi Il Sole 24 Ore si è spinto a parlare di "flat tax sui redditi delle persone fisiche", descrivendo i risultati del regime forfettario e, soprattutto, mettendo in relazione il sistema con la sua caratteristica di base, ovvero la presenza di un’imposta sostitutiva del 15 per cento. Un appeal crescente Sempre nello stesso articolo, poi, si invita a non misurare l’appeal del regime forfettario soltanto con le nuove aperture, segnalando le distinzioni con il vecchio regime dei minimi (in quest'ultima tipologia la flat tax è ancora più bassa, fissata al 5 per cento, ma le adesioni sono terminate nel 2016): con il forfettario è infatti possibile anche il "cambio in corsa", ovvero il passaggio durante l'anno da un regime ordinario e semplificato, "in cui comunque si applica l’Irpef ad aliquota progressiva con tanto di addizionali locali, ma anche l’Irap (se c’è il requisito dell’autonoma organizzazione) e l’Iva".

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