L’arte dello “sugar dating”, un fenomeno spesso percepito come figlio dei nostri tempi iperconnessi, affonda in realtà le sue radici in un passato lontano. Vediamo insieme la storia di queste relazioni, spesso meno conosciuta di quanto si pensi.
Lo sugar dating, infatti, non è un’invenzione dell’altro ieri. Se l’equazione “uomo maturo e facoltoso + giovane avvenente” sembra una novità, occorre ricredersi. Questa relazione sugar daddy-sugarbabe è sempre esistita e, in alcune epoche, è stata persino socialmente accettata, un quadro che può sorprendere. Un fenomeno talmente radicato che oggi si è evoluto anche online, con piattaforme dedicate che fungono da punti di incontro per chi cerca questo specifico tipo di accordo, mettendo in contatto domanda e offerta in un mercato relazionale ben definito. Le dinamiche sottostanti, però, vanno oltre la semplice transazione.
Le origini nobili (e una lettura biologica)
Sugar daddy e sugar baby,. concettualmente, esistono da tempo immemore. Si citano spesso presunte “ragioni evolutive”: una lettura semplificata suggerisce che gli uomini sarebbero attratti da donne giovani per motivi legati alla fertilità, mentre le donne preferirebbero uomini più anziani e di successo per la loro capacità di offrire sicurezza e risorse. Già nel 1901, un certo Max O’Rell nel suo libro “Her Royal Highness Woman” formalizzava una regola popolare per la sposa ideale: “metà della tua età, più sette”. Al di là delle spiegazioni biologiche, entrano in gioco complesse dinamiche di status, potere e sicurezza emotiva ed economica.
I primi esempi storici vengono spesso identificati nelle amanti reali. Figure che, ricevendo sostegno finanziario dai sovrani, dimostravano notevole acume. Utilizzavano le risorse e le conoscenze acquisite a corte non solo per il presente, ma per costruire un futuro più stabile, mostrando una chiara strategia di sopravvivenza e affermazione sociale in contesti dove le loro opzioni erano limitate.
Pensiamo a Diane de Poitiers, amante di Enrico II nel ‘500, figura influente alla corte francese. O a Nell Gwyn nel ‘600, attrice di umili origini mantenuta da Carlo II d’Inghilterra, la cui ascesa rappresenta una notevole mobilità sociale. E Madame de Pompadour nel ‘700, amante ufficiale di Luigi XV, che seppe costruirsi un ruolo potente a corte, assicurando titoli e vantaggi per sé e la sua famiglia.
Il secolo breve: l’ascesa del termine (e della cultura pop)
Ill termine “sugar daddy” nasce ufficialmente solo all’inizio del ‘900. Lo si attribuisce ad Adolph Spreckels, erede di una fortuna nello zucchero, chiamato così dalla moglie Alma, di 24 anni più giovane.
Nel 1926, “sugar daddy” era diventato linguaggio comune per indicare un uomo che supporta economicamente una partner più giovane. Il fenomeno trovò terreno fertile nella cultura delle “flapper girls” dei ruggenti anni Venti, spesso viste come simbolo di una nuova, seppur controversa, indipendenza femminile.
Un aneddoto curioso riguarda il mondo dolciario: nel 1925, Robert Welch creò un lecca-lecca chiamato “papa sucker”. Nel 1932, il nome fu cambiato in “sugar daddy”, forse per capitalizzare sulla popolarità del termine o per abbandonare un nome poco felice. Nel 1935 seguì la caramella “sugar baby”, a completare il quadro.
Gli anni ’50 videro Hollywood interessarsi al tema. Film come “Gli uomini preferiscono le bionde” e “Come sposare un milionario” (entrambi del 1953 con Marilyn Monroe) misero in scena giovani donne alla ricerca di partner facoltosi. “Colazione da Tiffany” (1961) presentò l’iconica Holly Golightly, figura ambigua che lo stesso Truman Capote descrisse più come una “mantenuta”. Il film accennava anche alla figura della “Sugar Mama”, mostrando come la dinamica potesse avere declinazioni diverse.
L’era digitale: lo sugar dating 2.0 e le sue sfumature psicologiche
Dai fasti delle corti reali e dai riflettori di Hollywood, arriviamo ai giorni nostri. L’antica dinamica si è aggiornata con l’avvento di Internet e delle piattaforme specializzate. Ma cosa spinge oggi individui a cercare o accettare questo tipo di relazione?
Le motivazioni possono essere complesse e stratificate. Per l’uomo più maturo (sugar daddy), può esserci il desiderio di compagnia con una persona giovane e vitale, la ricerca di una relazione con meno implicazioni emotive tradizionali, il piacere di offrire supporto (mentorship o economico) come forma di affermazione del proprio status o potere, o ancora un bisogno di sentirsi apprezzato e influente nella vita di qualcuno.
Per la donna più giovane (sugar haby), le ragioni spaziano dalla necessità economica concreta (pagare studi, affitti, debiti) al desiderio di accedere a uno stile di vita altrimenti irraggiungibile, dalla ricerca di una guida o di un mentore per la propria carriera alla volontà di vivere esperienze particolari. A volte, può rappresentare una scelta pragmatica in un contesto percepito come difficile, o una modalità relazionale vista come più trasparente nelle sue aspettative reciproche, sebbene spesso sbilanciata in termini di potere.
Ma attenzione: la sugar baby moderna, ci assicurano, spesso si differenzia da certi stereotipi. Prende forse ispirazione più dall’intraprendenza delle figure storiche che dalla passività di certi personaggi cinematografici. Si parla di approccio “imprenditoriale”, ricerca di mentorship, aiuti mirati per obiettivi specifici come tasse universitarie o avvio di attività. L’accento si sposta, almeno nelle narrazioni più recenti, da regali voluttuari a un supporto più finalizzato alla crescita personale o professionale. Resta il fatto che i tempi cambiano, e con essi le forme e le giustificazioni attribuite a queste dinamiche relazionali.