Phasmophobia: a caccia di fantasmi | Recensione

Phasmophobia: a caccia di fantasmi | Recensione

Tra gli horror indie in prima persona più famosi e influenti degli ultimi anni c’è sicuramente Phasmophobia, horror psicologico in cui, insieme ad altri 3 giocatori o in solitaria, si va a caccia di fantasmi in diverse location apparentemente infestate.

Il gioco, pubblicato da Kinetic games su Steam il 18 settembre 2020 e su Ps5 e Xbox Series X|S il 29 ottobre 2024 in accesso anticipato, è da allora uno dei titoli più famosi sulla piattaforma di streaming Twitch e su YouTube.

Un gameplay innovativo

Utilizzo della Spirit Box per parlare con il fantasma

L’assenza di trama è compensata da un gameplay ben raffinato e a tratti impegnativo: il giocatore, dalla lobby centrale, deve selezionare la mappa e  l’equipaggiamento da portare con sé per investigare e identificare, attraverso indizi, rumori ambientali, suoni paranormali e talvolta anche jumpscare, uno dei 24 fantasmi, annotando poi la propria selezione nel diario. In quest’ultimo sono presenti informazioni, consigli utili e descrizioni volutamente non accurate di tutte le presenze. Il gioco quindi invita, soprattutto a difficoltà elevate come professionale e incubo, a farsi coraggio e ragionare all’interno del luogo infestato, mentre il fantasma cerca in tutti i modi di metterci fuori gioco attraverso le cacce: raggiunta una certa sanità (di solito sotto il 50%), il fantasma si manifesta e inizia a vagare per la mappa alla ricerca del giocatore. Bisogna quindi nascondersi e aspettare che l’evento finisca. Se il fantasma annotato nel diario è corretto, il giocatore sarà ricompensato con una somma di denaro che varia in base alle prove raccolte e alla difficoltà scelta.

Equipaggiamento e mappe

Equipaggiamento nella lobby centrale

L’equipaggiamento, che include rilevatori EMF, bastoni di incenso, candele, telecamere, fotocamere, torce, pillole per alzare la sanità e tanto altro, può essere acquistato nella lobby prima di selezionare mappa e contratto. Gli strumenti selezionati sono essenziali per la sopravvivenza e per raccogliere indizi utili a identificare il fantasma corretto.
Anche le mappe giocano un ruolo fondamentale: alcune sono oggettivamente più semplici di altre, come piccole case; altre richiedono una squadra di quattro giocatori vista la loro grandezza, come l’ospedale psichiatrico abbandonato. Il fantasma interagisce con vari oggetti, porte e luci fornendo prove efficaci. 

Parte centrale del gioco: i fantasmi

La caccia ai fantasmi di Phasmophobia è resa molto interessante dalla varietà di presenze, spettri, demoni, ombre e molti altri, che presentano abilità e interazioni uniche sia con il giocatore che con l’ambiente circostante. Proprio qui entra in gioco la conoscenza da parte del giocatore di tutte le differenze, anche minime, per riuscire a selezionare il nemico corretto prima di scappare dal luogo infestato.

Il gioco è perfetto?

Anche Phasmophobia, nonostante il suo successo, presenta errori e bug grafici, tecnici e di intelligenza artificiale: i modelli di tutti i personaggi non poche volte si compenetrano nelle mappe, qualche volta le interazioni dei fantasmi sono completamente silenziose e l’ottimizzazione generale del gioco non sembra essere delle migliori. Un peccato, considerando che il titolo è realizzato con il motore grafico Unity, teoricamente semplice da rendere fluido sulla maggior parte delle configurazioni PC. I giocatori più esperti possono trovare ripetitivi e noiosi i contratti a lungo termine, a causa dei comportamenti prevedibili, anche a difficoltà elevate, dei fantasmi. 

In conclusione

Phasmophobia resta comunque un grande esempio e fonte di ispirazione per altri indie horror e, ancora oggi, è tra i primi in classifica tra i giochi in compagnia e tra i più seguiti sulle piattaforme di streaming.

Fonte immagini: pagina Steam del gioco

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