Double Fine Productions è conosciuta per lo sviluppo di titoli molto particolari, tra avventure grafiche coinvolgenti e stilisticamente impeccabili come Broken Age e action game particolari come Brütal Legend. Nessun titolo, però, è iconico e stilisticamente unico come Psychonauts, un gioco che ha definito un’intera generazione di platform 3D creativi e che ha ricevuto un’accoglienza molto positiva dalla critica, come testimoniato da aggregatori di recensioni come Metacritic.
Da grande voglio fare lo psiconauta
Psychonauts è un platform game sviluppato da Double Fine Productions e pubblicato originariamente nel 2005. La storia segue Razputin Aquato, un giovane ragazzo dotato di poteri psichici che, fuggito di casa, si intrufola in un campo estivo per psiconauti per iniziare il suo addestramento. Tuttavia, qualcuno all’interno del campo inizia a rapire i ragazzi, rubando i loro cervelli, e spetterà a Raz scoprire chi stia tramando nell’ombra, viaggiando nella psiche di vari personaggi per svelare il mistero.
Un letterale viaggio nella psiche umana

Il gameplay di Psychonauts è quello di un platform 3D. Avremo un salto e un doppio salto, potremo aggrapparci a sporgenze e arrampicarci, oltre a poter utilizzare diversi poteri psichici, come la levitazione, la telecinesi, la pirocinesi e molte altre abilità da sbloccare. I primi livelli fungono da tutorial, introducendo meccaniche che ci saranno utili nel corso del gioco.
L’hub principale, il campo estivo, è enorme e ricco di aree esplorabili. Qui si incontra forse l’unico vero difetto del gioco: la valuta, le punte di freccia di psitanio, è inizialmente scarsa e necessaria per acquistare un oggetto fondamentale per raccoglierne di più, costringendo a una fase di raccolta un po’ lenta.
Il gioco offre una vasta gamma di collezionabili: i figmenti dell’immaginazione, spesso nascosti in punti difficili da vedere; i personal baggage, per i quali dovremo trovare l’etichetta corrispondente; e i memory vault che, una volta colpiti, riveleranno parte della storia del personaggio di cui abbiamo invaso la mente, il tutto sotto forma di fumetto.
Il level design cambia costantemente, passando da menti organizzate e ordinate a mondi più caotici e psichedelici. Insieme allo stile, varia anche la struttura del platforming e dei puzzle. Con uno stile estetico che ricorda cartoni animati come Ed, Edd & Eddy, Psychonauts è una fonte costante di sorprese visive. Ad esempio, esploreremo la mente di un complottista, dove dovremo camuffarci per evitare di essere scoperti, o diventeremo un kaiju gigante in un’altra.
Ogni zona è una sorpresa che fa dimenticare la frustrazione iniziale e la gestione non sempre intuitiva dei menu.
I personaggi, dall’arguto Raz allo strambo Ford Cruller, sono tutti unici, indimenticabili e divertenti, curati in ogni dettaglio, dal design alla personalità.
Psychonauts: in conclusione

Psychonauts è una fonte di costanti sorprese, con idee brillanti e un’interpretazione dei “mondi mentali” dei suoi personaggi che ha dell’incredibile. Ogni momento è una gioia per gli occhi. Eccetto per un paio di fasi leggermente frustranti, il gioco è quasi immacolato. Non sorprende che Double Fine sia tornata su questo universo con un sequel, perfezionandolo ulteriormente.
Fonte immagini di copertina e all’interno dell’articolo: Pagina Steam del gioco