Ed Edd e Eddy e la rivoluzione dei cartoni

Ed Edd e Eddy sono tre ragazzi di un quartiere di periferia pronti a truffare i loro vicini per racimolare 25 centesimi e comprare caramelle in un negozio.

Ed edd e eddy, una rivoluzione nella tv degli anni novanta

Chi ha detto che a scherzare col fuoco si rischia di bruciarsi? Probabilmente non i produttori di Ed, Edd (doppia D) ed Eddy, l’iconica serie della Cartoon Network degli anni novanta.

La rivoluzione dei cartoni

In un mondo nuovo, all’inizio del nuovo decennio, insieme alle mode e alle abitudini iniziarono a cambiare anche i programmi dedicati ai bambini e ai ragazzi dell’epoca. E in questo mondo bisognoso di una ‘’boccata di aria fresca’’, il nuovo canale regnò sovrano. La Cartoon Network si presentava con le sue idee innovative, i suoi argomenti freschi e ricchi di battute mirate a far ridere solo i giovani, l’unico pubblico a cui erano mirati i loro cartoni. In un’ambiente ancora influenzato dal decennio passato a osservare anime in televisione, ricchi di storie difficili e lunghe, con morali spesso troppo distanti dal pensiero moderno, la Cartoon Network si presentò in scena liberando un esplosione di creatività, giocando col fuoco, rischiando tutto in trame semplici, disegni alcune volte banali, disegnatori inesperti, ma giovani e creativi e in una serie di battute al limite di ciò che veniva definito ‘’politicamente corretto’’. Il mondo di Ed, Doppia D e ed Eddy è completamente ambientato in un luogo senza adulti, dove tutto è permesso e nessuno può intervenire nella vita dei ragazzi. Il cartone, completamente realizzato in boiling line, una tecnica che nasconde l’assenza di frame dando l’impressione di un contorno sempre in movimento, seguiva i tre protagonisti nelle loro truffe in giro per il quartiere.

Tre truffatori pronti a dare il cattivo esempio

E’ in questo ambiente ancora puritano che Ed, Edd ed Eddy sbarca con i suoi 65 episodi in televisione rimanendo per undici anni nella programmazione della Cartoon Network, guadagnandosi il posto di serie più longeva mai creata dalla compagnia. La trama era semplice se paragonata alle serie giapponesi a cui i figli degli anni 70 e 80 erano stati abituati. Non c’erano più orde di macchine pronte per distruggere la terra, né tantomeno supereroi geniali alle prese con altrettanto geniali antagonisti. Solo tre ragazzi di un quartiere di periferia pronti a truffare i loro vicini per racimolare 25 centesimi e comprare caramelle in un negozio. Dal titolo, i nostri Ed, Edd ed Eddy.
I ragazzi ognuno con le sue caratteristiche e personalità peculiari, si presentano come la caricatura di alcuni stereotipi incontrabili nella vita di tutti i giorni. L’avido, l’intelligente e il forte. I loro divertentissimi piani però, scontrandosi con la realtà finiranno spesso in un clamoroso fallimento, rendendo la serie animata non stereotipata e lasciando agli spettatori sempre un pizzico di entusiasmo per il finale dell’episodio.

In un mondo come quello degli anni novanta, dove il perbenismo radicato nei vecchi cartoni che i genitori avrebbero voluto far vedere ai loro figli era stato distrutto da una società entusiasta di quegli eccessi che iniziava a mostrare nel modo di vestire e nella musica che ascoltava, bastava poco per far divampare l’incendio. Così, un cartone che non vuole insegnare qualcosa ai ragazzi, che non ha alcun fine educativo al di fuori dell’intrattenimento, divenne uno dei simboli di questa rivoluzione.

Ancora adesso, dopo decine di cartoni innovativi di successo, la Cartoon Network continua la sua scalata nel mondo televisivo infiammando tutto ciò che è sempre stato reputato corretto e mostrando tutto ciò che è proibito. Alcune volte distruggendo i suoi stessi schemi e reinterpretandoli a suo piacimento. Ed, Edd e Eddy fu solo l’inizio del lungo percorso di successo del network dei cartoni.

 

Fonte Immagine: Wikipedia.

 

A proposito di Giulia Salzano

Hi there! Sono Giulia Salzano e ho diciannove anni. Mi avrete visto quasi sicuramente seduta sul treno in direzione tra Napoli e Bologna a scarabocchiare sui quaderni. Non che ci abbia mai scritto nulla di ché.

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