Carmen Laforet: alla scoperta di Nada | Recensione

Nada, Carmen Laforet

Carmen Laforet è l’autrice di Nada, un romanzo del 1945, pubblicato in pieno Franchismo, precisamente a soli sei anni di distanza dal termine della guerra civile spagnola e fornisce un’attenta analisi del periodo storico-sociale della dittatura di estrema destra spagnola.

Nada parte da un momento preciso della vita della protagonista Andrea, prendendo in considerazione solo una breve parte della vita della protagonista e dando piccoli cenni di quella è stata la sua infanzia (grazie ad importanti flashback e riflessioni, che chiariscono le vicende e le relazioni umane e familiari qui trattate) e lasciando intendere tra le righe ciò che sarà del suo futuro, disseminando tra le parole di Andrea dubbi e ipotesi. Andrea è una giovane donna, anzi, un’adolescente proveniente da una famiglia piccolo-borghese di provincia, piena di sogni e speranze, che a tratti si tramutano in semplici illusioni, che si trasferisce per studiare a casa di alcuni familiari a Barcellona, luogo di punta, in cui negli anni ’50 si potevano covare desideri e sogni, in cui tutto sembrava possibile, accessibile ed aperto, costituendo il fulcro economico della Spagna degli anni ’50.

Tuttavia, la storia di Andrea non si svilupperà in modo molto positivo: Andrea qui dovrà affrontare una famiglia che quasi non riconosce più, cambiata dalla guerra, dalla fame, dall’arretratezza e dalla povertà, qui la giovane protagonista realizzerà che Barcellona non era proprio come immaginava, poiché incarna anche i pregiudizi, la superstizione, il divario sociale, l’arretratezza, l’ignoranza e l’immoralità. Barcellona era il luogo di lancio solo per pochi eletti, solo per coloro che già appartenevano, in qualche modo, all’élite. Dunque, in Nada, Andrea rappresenta allegoricamente l’abbandono dell’infanzia, ma anche dell’adolescenza, perché con lei la vita non è mai stata gentile e le è stato imposto di crescere in fretta: prima resta orfana e poi si affaccia al mondo degli adulti, in cui l’estrazione  e lo status sociale forniscono un’identità, un’identità privilegiata a cui lei, purtroppo, non ha accesso e quando  cercherà di interagire con quel mondo benestante, agiato e lussuoso, le verrà ricordato che lei, invece, proviene da un mondo umile e disagiato, motivo che le impedirà di conseguire i suoi obiettivi e che le sarà d’ostacolo anche nelle relazioni sociali.

Andrea, così, affronterà svariate vicende, vivrà a pieno quest’esperienza, che non sarà priva di eventi negativi e disgrazie, tutto ciò in compagnia anche ad altri personaggi, come Ena, Pedro Pons, la zia Angustia, la zia Gloria, lo zio Juan, lo zio Roman e molti altri ancora, e questi personaggi, esattamente come la protagonista, sono stati segnati dal tragico periodo storico che hanno vissuto.

Nada di Carmen Laforet è un romanzo estremamente innovativo, poiché in maniera velata e sottile costituisce una dura critica alla misera società franchista, un ambiente mediocre ed avverso allo sviluppo sociale e culturale di una personalità femminile, questo viene considerato come un luogo avvolto dalla violenza, dal degrado, dalla solitudine, disuguaglianza e dalla repressione, luogo ostile e infertile, in cui le delusioni e la crudeltà obbligano quasi automaticamente a convertirsi in esseri animaleschi e privi di umanità. 

Fonte immagine: Catedra Ediciones

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