Presso Palazzo Venezia di Napoli si è tenuta, martedì 27 maggio, la presentazione del libro Du Fu. Senza ali per tornare, curato da Luca Stirpe, docente di Lingua e Letteratura Cinese presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti – Pescara, ed edito da Libreria Editrice Orientalia.
Inquadramento storico
L’evento, organizzato dall’Istituto Confucio di Napoli, si è aperto con una introduzione affidata alla professoressa Donatella Guida, docente di Storia della Cina presso l’Università di Napoli “L’Orientale”, che ha delineato il contesto storico in cui visse Du Fu. Il poeta cinese ha vissuto durante la dinastia Tang (618–907 d.C.), un’epoca di grande splendore culturale e apertura nei confronti delle influenze straniere, ma anche attraversata da profonde tensioni e conflitti interni.
Come spiegato dalla docente, la grande dinastia aveva saputo accogliere aspetti istituzionali più funzionali della tradizione cinese mescolandoli con le tradizioni dei popoli che provenivano dall’Asia centrale e dalla parte più nordorientale; ma che fosse, però, una dinastia molto belligerante e che, l’estensione del territorio comportava difficoltà gestionali.
Du Fu è figlio di questo contesto storico e fu un testimone diretto alla sanguinosa Rivolta di An Lushan che, come ricorda Stirpe nella sua prefazione “devastò la Cina dal 755 al 763 e oltre, lasciando dietro sé milioni di morti e la lenta rovina di una delle sue più gloriose dinastie”.
Le poesie di Du Fu tra ieri e oggi
La parola passa dunque a Luca Stirpe che ci spiega di aver scelto 34 poesie, tradotte con passione e dedizione, in cui viene trattato il tema della guerra non da una prospettiva individualistica, ma attraverso uno sguardo empatico e universale, rivolto all’altro, alle sofferenze collettive, alle rovine lasciate dai conflitti. L’autore cinese va oltre sé stesso. Il professore Luca Stirpe ha inoltre sottolineato come, pur essendo poesie radicate in un contesto storico ben preciso, molte di queste risultino straordinariamente attuali, tanto che, rimuovendo alcuni riferimenti culturali più specifici, potrebbero essere state scritte oggi, in qualunque luogo del mondo lacerato dalla guerra.
Du Fu emerge dunque come un autore estremamente attento al sociale e ai problemi del popolo. E così, le poesie selezionate e tradotte dal professor Luca Stirpe, raccontano il trauma guerra che cancella tutto, che costringe i giovani ad abbandonare le proprie case e i propri affetti per andare in guerra e probabilmente non fare ritorno, che lascia le donne sole a piangere mentre vedono andare i mariti e i figli verso una morte annunciata.
Ciò che colpisce della traduzione di Stirpe è la capacità di far emergere, con parole limpide e intense, tutto il dolore, la bellezza e l’umanità delle poesie di Du Fu. Alcune delle quali, durante la presentazione del libro, sono state recitate dall’attore e regista Fabio Cocifoglia che, con una interpretazione intensa, coinvolgente e carica di emozione, è riuscito ad emozionare tutti i presenti. Ci sembra lecito, dunque, condividere con voi la recitazione di alcuni versi di due poesie che sembrano scritte oggi, e che ancora oggi sanno far piangere.
Fonte immagine: Libreria Editrice Orientalia