Durante una passeggiata, a tutti sarà capitato di notare sulle cortecce degli alberi, su rocce o muri, organismi simili al muschio. Si tratta dei licheni, forme di vita complesse in grado di fornirci preziose informazioni sulla qualità dell’aria.
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Cosa sono i licheni e come si formano
I licheni vennero descritti per la prima volta dal filosofo greco Teofrasto, ma fu il botanico svizzero Simon Schwendener nel 1867 a compiere la scoperta fondamentale: i licheni non sono un singolo organismo, ma il risultato della simbiosi tra due organismi diversi. Si tratta dell’unione tra un fungo, che fornisce struttura, protezione e assorbe acqua e sali minerali, e un’alga (o un cianobatterio) che, attraverso la fotosintesi clorofilliana, produce zuccheri e sostanze organiche per entrambi. In questa stretta collaborazione, entrambi sopravvivono. Spesso confusi con il muschio, i licheni si distinguono per il loro aspetto, che può ricordare minuscole foglioline secche di colori differenti come il verde, il giallo, l’arancione o il grigio.
Diffusi in ogni parte del globo, esistono migliaia di specie di licheni (in Italia se ne contano circa 2700), ciascuna con una diversa tolleranza alle condizioni ambientali. Alcune tipologie possono colonizzare ambienti estremi, diventando l’unica forma di sostentamento per alcuni animali erbivori, come le renne. L’enciclopedia Treccani approfondisce in dettaglio la loro complessa biologia.
Licheni come bioindicatori dell’inquinamento atmosferico
I licheni rappresentano un ottimo indicatore biologico. La loro particolare morfologia, priva di radici e cuticola protettiva, li porta ad assorbire direttamente dall’atmosfera le sostanze inquinanti, come l’anidride solforosa (SO₂) e i metalli pesanti. Non avendo modo di espellere queste sostanze, le accumulano nel loro corpo (il tallo). Un’esposizione prolungata all’inquinamento ha conseguenze diverse a seconda della specie: le varietà più sensibili scompaiono, mentre quelle più resistenti sopravvivono, fornendo agli studiosi la possibilità di analizzarle. Questa tecnica, chiamata biomonitoraggio, è utilizzata da enti come l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per mappare la qualità dell’aria.
Tipologia di lichene (forma di crescita) | Sensibilità all’inquinamento |
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Fruticosi (a cespuglio, pendenti) | Molto sensibili: scompaiono in aree con aria inquinata. La loro presenza indica aria molto pulita. |
Fogliosi (a forma di foglia, appiattiti) | Sensibilità intermedia: tollerano un livello moderato di inquinamento. |
Crostosi (formano una crosta aderente) | Molto resistenti: possono sopravvivere anche in ambienti urbani e inquinati. |
Perché i licheni sono importanti per l’ecosistema
Oltre a essere sentinelle dell’inquinamento, i licheni svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema. Rappresentano una preziosa fonte di cibo e una risorsa per la costruzione di nidi per uccelli e altri animali. È quindi importante non sottovalutare il potenziale di questo minuscolo organismo che, pur passando spesso inosservato, ci ricorda le conseguenze delle attività umane sull’ambiente. La loro esistenza, basata sulla collaborazione, ci mostra una vera e propria forza della natura.
Fonte immagine: archivio personale
Articolo aggiornato il: 17/09/2025