Il 16 dicembre 1775 nasceva una delle scrittrici più significative, emblematiche ed eloquenti del panorama letterario mondiale: Jane Austen. Non tutti sanno che quando pubblicò i propri romanzi, riscontrò molto successo, ma quasi nessuno era a conoscenza della sua identità: ella si firmava infatti “A lady”.
Jane Austen nacque il 16 dicembre 1775 in una famiglia agiata della borghesia di campagna inglese. Crebbe quindi in una località bucolica e, grazie all’ambiente culturalmente molto stimolante formatosi attorno a lei, avrà modo sin da subito di dedicarsi ed appassionarsi alla letteratura.
I suoi primi affacci alla scrittura sono raccolti nei Juvenilia: emulazioni della letteratura dell’epoca in forma di racconti o poesie per divertire i conoscenti. Alcuni di queste sono accenni ai romanzi che elaborerà più ampiamente in seguito come Amore e amicizia che diventerà Ragione e Sentimento.
Il suo successo, infatti, si deve molto anche alla sua capacità ironica ed arguta di rifarsi a testi famosi dell’epoca, ristrutturandoli in una chiave del tutto personale come per L’abbazia di Northanger, parodia del romanzo gotico, molto in voga all’epoca.
La scrittrice Jane Austen, nata il 16 dicembre 1775, ha uno stile di impronta neoclassica, nonostante in Inghilterra si intravedessero già i primi sentori del romanticismo: ella visse infatti nel periodo delle guerre napoleoniche.
Ma come possiamo ben intuire, il fulcro fondamentale di ogni romanzo non è di certo qualcosa in riferimento ad avvenimenti bellici, bensì è la donna. Parliamo infatti di una scrittrice che si dedicherà interamente ed esclusivamente, nel corso della sua vita, all’analisi dell’universo femminile. Tuttavia lo stile sferzante che la caratterizza non risparmia nemmeno le sue eroine: implacabilmente descritte con poche battute (che permettono al lettore di inquadrare perfettamente il personaggio) e categoricamente inserite nella propria quotidianità.
Scopriamo come le tematiche di Jane Austen, nata il 16 dicembre 1775, siano così importanti da riecheggiare ancora nella società di odierna.
Ciò che accomuna e caratterizza le protagoniste dei romanzi di Jane Austen, nata il 16 dicembre 1775, quasi 250 anni fa, e che le rende inesorabilmente attuali è la dipendenza da un uomo. Infatti, nel periodo in cui è vissuta la scrittrice britannica vigeva la legge che sanciva l’impossibilità da parte delle figlie femmine di ereditare i beni della famiglia a meno che non fossero maritate. Oltretutto, questo problema è stato vissuto da lei stessa alla morte improvvisa del padre nel 1805 ed affrontato grazie all’aiuto di conoscenti e parenti. Lo scopo finale di ogni donna presente nei romanzi è quello di trovare l’amore, nel tentativo (quasi) di percepirsi più libere e inserite in una comunità che altrimenti le rifiuterebbe. Questo il destino di Emma, Elizabeth, Fanny ed Anne, intrecciate in un sistema che non le dà giustizia e le costringe a una serie di sotterfugi (che sono rappresentati principalmente da una profonda istruzione, come unica chiave per rendersi appetibili) per essere accettate. Quanto queste situazioni sono tristemente rappresentative di una società che stenta a dare il giusto spazio a tutti ma che in un modo o nell’altro si riserva il diritto di emarginare qualcuno?
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