Recensione di “Il futuro distopico in Ambrose” di Fabio Carta

Ambrose di Fabio Carta

Ambrose: siamo in un imprecisato futuro distopico, dove lo realtà virtuale impera, lo spazio è dominato dalle corporazioni del Libero Mercato Orbitale e la Terra è sconvolta dalla Terza Guerra Mondiale o Grande Jihad tra tra Patto Atlantico e Califfato. In questa guerra è coinvolto Kaarl, alias CA (Controllore Ausiliario), carne da cannone rinchiusa in un esoscheletro pilotato esternamente. Destinato alla morte per malattia spera di morire in guerra finché nella sua vita non entra Ambrose: a metà tra voce nella sua testa ed entità autonoma, Ambrose si presenta a CA come una rosa stillante ambra. Così CA e Combo, l’IA che lo supporta in battaglia, si troveranno coinvolti in una serie di eventi che li porteranno a mostrare una nuova utopia all’umanità.

Ambrose: terzo libro di Fabio Carta

Ambrose, edito da Scatole Parlanti, è il terzo libro di Fabio Carta, autore della serie Arma Infero (Il mastro di forgia e I cieli di Muareb) e del racconto lungo Megalomachia. Il libro presenta una serie di spunti interessanti sulla società contemporanea, ipotizzando l’esasperazione dei suoi problemi. I contrasti religiosi sfociano in una guerra mondiale mentre il capitalismo sfrenato finisce per creare, nello spazio, una società dove le persone coincidono con la loro vita economica. Tutto questo mentre ovunque la realtà virtuale finisce quasi per prendere il posto del mondo vero, persino al fronte, dove i combattenti sono pilotati da remoto come in una sorta di videogioco. E questa è solo una piccola parte dei problemi che affliggono l’universo di CA, coinvolto con Ambrose in una guerra lunga e sanguinaria. Pur essendo ambientato in una guerra in Ambrose non è l’azione ad avere la parte principale, quantomeno l’azione nel mondo reale.

In battaglia CA è letteralmente pilotato dall’esterno assieme alla sua tuta, quindi lo svolgimento principale è nel cyberspazio della realtà virtuale o nei dialoghi tra CA e Ambrose. Dialoghi che oscillano tra realtà e follia, avvolti dal dubbio sull’identità di Ambrose. Voce nella testa di CA dovuta alla malattia o entità autonoma nata per motivi sconosciuti? E perché Ambrose è in grado di influenzare la realtà?

Complici queste premesse, la trama coinvolge facilmente il lettore ed il libro si legge d’un fiato, pur di conoscerne gli sviluppi e scoprire il finale, tutt’altro che scontato. La lettura sarebbe però ancora più scorrevole se non vi fossero alcuni impedimenti. Quando CA, Combo ed Ambrose si trovano a discutere dei “massimi sistemi” dell’universo sono impiegati numerosi termini tecnici della filosofia: questo rende sì il discorso più preciso per i tecnici, ma il lettore si trova praticamente tagliato fuori da numerosi dialoghi che risultano incomprensibili senza una precedente conoscenza dei termini impiegati o l’uso di un buon vocabolario.

In altre parti del libro  di Fabio Carta capita di trovare termini desueti e/o di registro elevato, insieme a termini apparentemente d’ambito tecnologico/fisico che in realtà non hanno significato e servono a dare solo una patina futuristica. Infine il ritmo della narrazione è altalenante, tra le concitate fasi di combattimento ed il lento delle “visioni” di CA, quest’ultimo tale da dilungare troppo alcune parti della trama. Questo rende Ambrose un libro sì interessante, per lettori ben motivati a finirlo e pronti a trovare il significato dei dialoghi per loro incomprensibili: consigliabile per chi vuole immergersi in una realtà desueta, al di là di una lettura semplicemente di intrattenimento. 

Francesco Di Nucci

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