Il faggio di Buchenwald, il nuovo libro di Michela Cavaliere | Recensione

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“Il faggio di Buchenwald”, l’amore ai tempi del nazismo, è il nuovo libro di Michela Cavaliere, edito da Astro edizioni e in distribuzione da settembre 2025.

La trama del libro “Il faggio di Buchenwald”

Immanuel e Adalbert. Uno ebreo, l’altro militare nazista. Si sono conosciuti in gioventù quando Immanuel, dopo mesi di violenze e abusi da parte dei suoi coetanei, ha deciso di suicidarsi. È stata la musica di Adalbert a fermarlo salvandogli la vita. Poi è arrivato il periodo più buio e Immanuel viene internato a Buchenwald. Potrà il loro amore salvarli attraversando la follia del dottor Vaernet e la crudeltà di Ilse Koch, la strega di Buchenwald?

L’amore non è sempre una cosa semplice, soprattutto se lo si vive ai tempi del nazismo. Immanuel ed Adalbert non potrebbero essere più diversi, eppure sarà proprio la loro diversità sostanziale a fonderli insieme, in un rapporto che splende sotto la luce di un amore profondo.

Il Faggio di Buchenwald
Il faggio di Buchenwald di Michela Cavaliere

I personaggi ben costruiti di Michela Cavaliere

Il romanzo di Michela Cavaliere, oltre alla profonda ricostruzione storica, regala ai suoi lettori personaggi ben costruiti e che ben si amalgamano alla veridicità della faccenda storica. Immanuel è uno Stein, da famiglia ebrea, vive la sua vita all’ombra dei soprusi e delle violenze da parte dei suoi coetanei. Raggiunge l’apice della sofferenza proprio quando a salvarlo da un atto estremo è la sua musica. Il suo è un mondo dominato da Chopin, Beethoven, Bach, fino a giungere alla “terza consolazione di Liszt”. Sarà proprio quest’ultima melodia a strapparlo da morte certa. La musica per Immanuel è fedele e sicura, un porto amico dove tornare sempre, un mestiere certo tramandato proprio da suo padre Yosseph Stein.

Adalbert è uno Schneider, corpo statuario, occhi azzurro ghiaccio, una chioma biondissima. Un perfetto ariano, che tuttavia non possiede la malvagità che contraddistingueva molti nazisti di quel momento storico. Adalbert a differenza della “tradizione di famiglia”, non intende togliere la vita ad altri uomini dedicandosi ad una professione militare, quanto piuttosto diventare un medico e salvarne tanti quanti avrebbe potuto ucciderne durante la sua carriera. Un animo nobile, quello di Adalbert, che ben si sposa con la ricerca di sicurezza e tranquillità di Immanuel.

Saranno proprio le loro diversità a intrecciare le loro vite, in quello che l’autrice presenta come un rapporto d’amore autentico e potente che sfida le sorti, che valica gli ostacoli, e che appiana le differenze. La musica, passione che accomuna entrambi, farà in qualche modo da collante tra due anime pure e genuine che stridono con la bruttezza di quei tempi.

Il periodo nazista e i campi di concentramento

L’autrice, attraverso il suo romanzo, mescola insieme realtà e finzione, regalando al suo pubblico un romanzo fortemente autentico. Diversi i capitoli dove i discorsi di Hitler animano le pagine di estremo orrore. La spaccatura sostanziale tra ariani ed ebrei si riversa in ogni capitolo, rimarcando pagina dopo pagina, la mostruosa differenza tra la parte ariana e quella che invece sviava da canoni estetici ed economici socialmente riconosciuti come superiori. Di grande impatto è il racconto su Ilse Koch, soprannominata anche “la cagna di Buchenwald”. Il suo è un personaggio storico che rasenta la mostruosità inumana. La Cavaliere racconta infatti, attraverso le sue parole, una delle donne più raccapriccianti dell’epoca. Una forte dose di sadismo, vendetta e cattiveria, la fanno apparire come la strega più riprovevole di tutti i tempi.

Un altro personaggio di grande sadismo è certamente il dottor Vaernet, che spinto da una furia cieca di conoscenza, commette estreme atrocità su diversi internati del campo di concentramento, sperando di trovare una cura per quella che lui vive e riconosce come una vera malattia: l’omosessualità. Tale passo, di certo, ben si sposa con i tempi moderni, dove se da un lato non vengono più fatti esperimenti per debellare l’umanità da tale peculiarità, dall’altra, in alcune parti del mondo essere omosessuali e quindi considerati “diversi” si paga ancora con la vita o con l’emarginazione. L’autrice, attraverso un romanzo di tale potenza, sottolinea l’importanza di un argomento ancora così attuale. La sua è una narrazione fitta ed intensa, capace di mettere al centro non l’amore tra due uomini dello stesso sesso, ma un amore e basta, che svia da cromosomi, scienza, strade univoche, ma che lascia spazio all’amore puro tra due esseri umani, incapaci di vivere l’uno senza l’altro, a rischio della propria vita.

Molte tematiche nel libro di Michela Cavaliere

Se le tematiche principali sono essenzialmente l’orrore nazista e l’amore tra due uomini, Michela Cavaliere affronta diverse altre tematiche nel suo romanzo. Prima fra tutti, l’argomento che apre le porte del romanzo, ovvero il brutto periodo che vive Immanuel Stein, sopraffatto dai soprusi dei suoi coetanei, annichilito dalle violenze fisiche e verbali, fino a giungere ad una sola decisione, ovvero la morte come antidoto al dolore. Anche quest’ultimo argomento è di grande importanza nel momento sociale in cui viviamo, dove sempre più giovani decidono di togliersi la vita in seguito ad atti di bullismo e angherie. Michela Cavaliere, tuttavia, apre le porte alla speranza, attraverso un antidoto che non ha il sapore della morte, ma che suona tutte le scale musicali, che scrolla dal torpore della vita grigia. L’autrice attraverso la passione per la musica di Immanuel ed Adalbert, sembra ricordare ai suoi lettori che c’è sempre una speranza dietro l’angolo, che sia musica, o qualsiasi altra passione, la vita va sempre la pena di essere vissuta.

Il faggio di Buchenwald mette al centro l’abilità dell’autrice di far muovere i suoi personaggi in una realtà cruda e severa, come solo un lager nazista poteva essere. Uno scenario di morte, che trova dei micro spazi dove poter innescare speranza e amore. Momenti ad alta tensione, dove fino all’ultimo il lettore spererà che una follia del genere possa cessare, e i protagonisti possano finalmente tornare a fare l’amore ai piedi del lago di Garda.

Un romanzo, quello di Michela Cavaliere, capace di essere ancora attuale, di scuotere le coscienze assopite dall’anestesia sociale in cui viviamo. Un romanzo autentico, che batte alle porte del cuore, che si lancia dentro boschi di pericoli, fino a giungere ai limiti di un filo spinato che dividerà per sempre il prima e il dopo, il futuro e il passato. Un romanzo storico che mescola insieme la vita e la morte, una storia dove è l’essere umano nella sua complessità a mettersi al centro, in una vicenda che intende ricordare a tutti, proprio a tutti, che l’amore forse non è sempre una cosa semplice, ma che salva, salva sempre, fino alla fine.

Bio dell’autrice

Michela Cavaliere, autrice del libro il Faggio di Buchenwald
Michela Cavaliere, autrice del libro 

Michela Cavaliere, psicologa specializzata in psicoterapia infantile, lavora da anni con bambini, adolescenti e genitori che cercano di creare un dialogo laddove si sia interrotto. Appassionata di lettura e musica, ha scritto per Astro Edizioni i fantasy orientali Akiko, Akiko. Origini e Akiko. Anima spezzata e lo yokai Yuriko.

Fonte immagine in evidenza: Ufficio stampa

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